CARMINUCCIO A MARICONDA
Via Tommaso Prudenza, 13
Tel. 388 344 8742
Sempre aperto, sabato e domenica anche a pranzo
Siamo tornati nella nuova sede di Carminuccio a Mariconda e dobbiamo dire che ci siamo arrecreati. Bel servizio, pizze buonissime. Un giudizio che vale ancora di più perchè eravamo anonimi in una bella tavolata di una quindicina di persone. Gli ordini sono filati lisci e perfetti, nessuna sbavatura, tutto funziona come un orologio.
E della Carminuccio che ne parliamo a fare?
Scheda del 30 settembre 2022
Carminuccio a Mariconda. La tradizione della pizza salernitana nata 40 anni fa nel quartiere di Mariconda continua, dopo la scomparsa del suo fondatore, Carmine Donadio, nel luglio scorso.
Al forno una giovane squadra di pizzaioli guidati dal nipote di Carmine, la gestione resta dunque familiare.
A ottobre inizieranno i lavori di ristrutturazione del locale e la pizzeria si trasferisce in una sede temporanea, in via Tommaso Prudenza, 13, nella zona commerciale.
In questi ultimi mesi poco o nulla era cambiato, infatti, nella gestione di questo locale molto popolare: pochi tavoli, praticamente solo d’appoggio, perché la pizza si ritira al banco, insieme alle bibite, e si consuma sul foglio di carta oleata, con le mani, proprio come una volta.
Col passare del tempo, già da qualche anno, il menu – all’inizio molto basico – si era arricchito di diverse varianti e le pizze strizzano ormai l’occhio ad una presentazione più moderna e anche a un cornicione più gonfio, rispetto al passato. L’impasto rimane comunque leggero e il risultato è una pizza gustosa e digeribile.
La regina era e rimane la pizza ‘Carminuccio’, in assoluto la più richiesta, con pomodoro, basilico, pancetta e pecorino (anche se sul mix di aromi e di formaggio, qui ci tengono a mantenere il segreto). E persino la “Carminuccio 2.0”, è molto riuscita, con gli stessi ingredienti della storica variante presentati a pezzi interi invece che sminuzzati.
Nel complesso, dunque, gli eredi di Carminuccio sono stati bravi a mantenere il carattere popolare del locale con una genuinità nella gestione alla quale tanti salernitani sono ormai affezionati. Allo stesso tempo, hanno puntato ad un buon livello di qualità dei prodotti e ad una presentazione della pizza più moderna, mostrando di saper cogliere la sfida della contemporaneità.
C’è da augurarsi che nella ristrutturazione imminente si riesca a mantenere questo equilibrio. Ad maiora!
18 luglio 2022
In memoria di Carminuccio a Mariconda
Quando la pizza crea una città e nutre generazioni diverse
di Luciano Pignataro*
La scomparsa di Carmine Donadio, alias Carminuccio a Mariconda, ha colpito profondamente intere generazioni di salernitani veraci. È uno stile, un pezzo di storia, la fotografia di come eravamo più semplici e felici, che se ne va con lui. Quando questa città era ancora una comunità.
Spesso quando un ristoratore sale in cielo rivela quanto il suo lavoro sia stato identitario e identificativo, il mangiare non è uno scherzo e lasciare la propria impronta vuol dire restare nella memoria individuale e collettiva. Chi di noi non ricorda quanto erano buone le pizze mangiate di primo appetito quando eravamo ragazzi? Eppure all’epoca non si parlava di idratazione, fermentazione, maturazione, lievito madre, biga, farciture. Era la classica pizza che noi abbiamo addentato diventando velocemente grandi. Non esistevano i social e i cornicioni non erano dopati. Nessuno avrebbe pensato di usare la crema di pistacchio o altre diavolerie.
Per prima cosa dobbiamo dire che Carminuccio a Mariconda ha avuto il merito di unificare psicologicamente la città. Per la prima volta le comitive, così si chiamavano gli sciami di ragazzi in vespa 50, Boxer, Ciao, qualche Morini, si sono spostate dal centro verso la periferia orientale.
Cioè l’estremo punto in cui il cemento era assediato dal verde e non viceversa, in quello che, all’epoca, era considerato quasi un quartiere ghetto, frutto della deportazione di massa degli abitanti del centro storico che avevano così lasciato le case ai ricchi che le hanno poi comprate per quattro soldi dopo il terremoto del 1980. Queste comitive, i primi baci e pomiciate, capelli al vento perché all’epoca non c’era obbligo di casco, la vita che ti viene incontro tra rock, punk e new wave, prime sigarette e qualche spinello, concludevano la serata facendo la fila da Carminuccio prendendo il numeretto e aspettando il proprio turno. E voilà, tutti ci siamo scottati le mani e le labbra per fare il primo morso addentando questa pizza dopo averla piegata a libretto. Poi la comodità di appoggiarsi ai tavolini che hanno sostituito i sedili dei motorini.
Il secondo motivo per cui Carminuccio viene ricordato è, ovviamente, la pizza che porta il suo nome. Pomodoro, formaggio, pancetta e basilico. Una sorta di amatriciana insomma, con un po’ di forte che via via è andato scemando negli anni. Ma noi per questo la prendevamo, per tracannare vino rosso di Gioi o la Peroni. Una pizza talmente famosa che non si contano oggi le pizzerie che in città come in provincia hanno in carta la ‘ Carminuccio’ per omaggiare proprio la sua pizza simbolo: potete trovarla in una piccola pizzeria di Pontecagnano come la Fucagna, al centro da GiaGiù, da Don Antonio di Fabio Di Giovanni ma persino a New York, nella pizzeria San Matteo del salernitano Ciro Casella. Il segreto di questa pizza è la semplicità: può benissimo, e non stiamo esagerando, stare al passo della margherita, della marinara, della cosacca, della salciccia e broccoli, la capricciosa, il ripieno. Insomma, un nuovo grande classico che deve il successo alla capacità di rinnovare in modo moderno i sapori. Pizza dopo pizza, a Mariconda si lavorava sodo e si contribuiva a costruire la storia della pizza in città e, perché no, anche in Campania, segnando tanti piccoli passi che si sono poi rivelati tappe importanti: dalla protesta a Strasburgo nel 1998 per difendere i forni a legna, alla pizza preparata per il santo Pontefice, fino alla partecipazione nelle gare dei campionati mondiali con una clamorosa vittoria che è rimasta negli annali.
Carminuccio non è mai stato geloso delle imitazioni, non ha fatto cause legali perché sapeva due verità: si imitano le cose buone e di successo, chi viene dopo non fa altro che accrescere la tua fama. La sua forza è stata quello di rimanere eguale a stesso senza montarsi la testa ma non per questo senza l’orgoglio e la consapevolezza di aver fatto qualcosa di significativo nella città. Per noi terroni la pizzeria è una questione di fiducia, hai voglia a dire che altrove viene fatta meglio, noi restiamo fedeli alle prime pizze che abbiamo mangiato un po’ come si fa il tifo per tutta la vita alla tua squadra di calcio, anche se non ha mai vinto un campionato. Non importa, perché l’identità è la cosa più importante da tutelare in questa epoca di omologazione. E
Carminuccio ha saputo regalarci questo in un mondo in cui i locali si replicano e sono tutti uguali: la dignità di un sapore, di un gesto, inconfondibile, che è entrato nella testa di ciascuno di noi.
Carminuccio sopravviverà grazie alla pizza che ci ha regalato. Lo immaginiamo insieme ai grandi che ci hanno lasciato negli ultimi periodi, da Condurro a Capasso: uomini che facendo il proprio lavoro ci hanno reso la vita più facile nutrendola di ricordi golosi.
*pubblicato sul Mattino il 17 luglio 2022
Notizia del 15 luglio
Se n’è andato Carmine Donadio, patron della pizzeria salernitana Carminuccio a Mariconda, e inventore della pizza più conosciuta in città, che porta il suo nome.
Una vera e propria tradizione, ormai, per i salernitani, da quasi 50 anni. Al di là delle mode e delle stagioni, un punto di riferimento con la sua pizza servita sul foglio di carta oleata. Un vero e proprio classico la pizza Carminuccio: pomodoro, formaggio, pancetta e basilico. Talmente famosa che non si contano oggi le pizzerie che in città come in provincia hanno in carta la ‘Carminuccio’ per omaggiare proprio la sua pizza simbolo: potete trovarla in un piccola pizzeria di Pontecagnano come la Fucagna ma persino a New York, nella pizzeria San Matteo del salernitano Ciro Casella.
Carmine Donadio è riuscito nel corso dei decenni a trasformare un posto semplice, essenziale, perdipiù in piena periferia, in un pezzo di memoria condiviso da migliaia di salernitani. Davvero un’eredità non da tutti.
La nostra recensione del 9 agosto 2017
Carminuccio a Mariconda: per tanti salernitani è la pizza migliore della città. Eppure non si trova in centro ma in un quartiere di periferia. Non ha una sala opulenta e moderna ma una costruzione arrangiata e, da qualche anno, una stufa esterna di maiolica per proteggersi nelle sere d’inverno. Si ordina la pizza col numeretto perchè la fila, soprattutto d’estate e nei weekend è proprio lunga. Si aspetta di essere chiamati, si ordina e poi si mangia fuori ai tavoli di plastica, la pizza tagliata a spicchi, servita sulla carta oleata.
Bollente, profumata, base sottile, cornicione piuttosto importante ma sempre godibile e leggero, fiordilatte di ottima qualità.
La più famosa è la pizza Carminuccio: pomodoro, formaggio, pancetta e basilico. Talmente famosa che non si contano oggi le pizzerie che in città come in provincia hanno in carta la ‘Carminuccio’ per omaggiare proprio la sua pizza simbolo: potete trovarla in un piccola pizzeria di Pontecagnano come la Fucagna ma persino a New York, nella pizzeria San Matteo del salernitano Ciro Casella.
E così, ancora oggi, Salerno si percorre tutta, da un capo all’altro, solo per lei. Porta il nome del fondatore del locale: Carmine Donadio che nel 1982 aprì con un forno a legna una piccola pizzeria d’asporto e così ha continuato per 35 anni, ampliando solo dopo qualche anno il locale esternamente, aggiungendo sedie e tavolini di servizio.
Nel frattempo qui si lavorava sodo e si contribuiva a costruire la storia della pizza in Campania, segnando tanti piccoli passi che si sono poi rivelati tappe importanti: dalla protesta a Strasburgo, nel 1998 per difendere i forni a legna, alla pizza preparata per il santo Pontefice, fino alla partecipazione nelle gare dei campionati mondiali.
Oggi con lui una squadra di giovani ma con la mano sicura: grande manualità, ottimo coordinamento tra chi stende la pasta e chi sta al forno. Cortesia e velocità.
Le pizze sono le classiche: margherita, napoletana, marinara, romana, alla diavola con salame piccante, alla scarola con olive e capperi; e poi ai funghi porcini, al prosciutto crudo o cotto, al salame; alla provola e pancetta, con prosciutto e rucola, con tonno e cipolle e con wurstel e patatine.
Campioni del Mondo nel 2005 al Concorso di Salsomaggiore Terme, sono tutti bravi e veloci come il vento. Qui non c’è servizio ma gli ordini e le consegne sono davvero espressi, eseguiti con cortesia e professionalità.
Pizzeria CARMINUCCIO A MARICONDA
Via Picenza, 117 Salerno
Tel. 089.330021
Aperto tutti i giorni dalle 19:30 alle 24:00
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