di Marina Betto
Il paesaggio umbro svela gradatamente il suo cuore verde e antico, mostrando vallate e borghi medioevali, cittadine dove ad ogni angolo si respira aria mistica e arte millenaria. Montefalco appare austera e isolata, dall’alto della collina dove si erge tra le valli del Clitunno, del Topino e del Tevere, difesa ancor oggi da mura solide. L’aspetto profondo e spirituale sembra sprigionarsi da ogni singola pietra e sovente anche dalla natura del paesaggio che acuisce queste sensazioni rimarcate da neve e freddo in questa stagione invernale. Il vino rosso Sagrantino è la pietra preziosa, il profondo rubino da assaporare davanti al caminetto acceso, accompagnato dalle carni in intingolo o arrostite, proprie della cucina regionale, ma gustare questo vino conosciuto come tannico e forte con pietanze più leggere, non tradizionali, è quello che oggi si tende a proporre con maggiore frequenza.
L’aspetto innovativo va oltre l’abbinamento cibo-vino per molti produttori che pur rimanendo fedeli a quella che è la tipologia si propongono e mettono in pratica innovazione. Minor impatto ambientale abbracciando una coltura che guarda al biologico e alle pratiche biodinamiche è ciò che caratterizza l’Azienda Di Filippo, trenta ettari di terreno tra Torgiano e Montefalco verso Assisi.
La ricetta dell’azienda vede l’utilizzo di oche nel vigneto che ripuliscono, cibandosene , i filari dalle erbe, il cavallo viene impiegato per i lavori in vigna per evitare un’eccessiva compressione del terreno con mezzi meccanici pesanti. La viticoltura umbra vuole il Grechetto e il Sagrantino come vitigni tradizionali.
Il Grechetto è un vitigno difficile che produce un’uva carica di colore facile ad ossidarsi. L’Az. Di Filippo impiega solo acciaio per il Grechetto 2014 14,5% vol dall’aspetto oro antico, naso che ricorda il miele di castagno e le susine gialle surmature; in bocca freschezza e sapidità lunga rinverdita dal sapore di frutta percepito al naso.
Il Grechetto 2015 bevuto in anteprima sa di mela e susina accompagnate da una nota verde, acerba, che lo disegna come un bianco tannico da abbinare alla carne.
Diverso è il Sassi di Arenaria 2014 12,5%vol pur trattandosi sempre di Grechetto; il suo è un profumo quasi aromatico, speziato, con fiori, agrumi e pepe rosa, anice e cumino in evidenza e un’idea di idrocarburi; il problema del Grechetto è la bassa acidità e qui il risultato è meno convincente in bocca dove non si ritrova tutta quella complessità percepita al naso. Montefalco Rosso 2013 13,5% vol. è un blend di Sangiovese 60%, Barbera 30% e Sagrantino 10%; la freschezza e il sentore di ciliegia e spezia sono date dal Sangiovese e il tannino è in equilibrio con la morbidezza e l’acidità.
Il Sallustio Montefalco Rosso DOC 2013 13,5% vol. ha un maggiore apporto di Sagrantino nel suo blend, con Sangiovese e Barbera, sentori più scuri al naso che riportano al sottobosco, al fungo, ai tartufi; il tannino è fitto e l’astringenza netta che si smorza in un piacevole gusto di liquerizia.
Etnico 2011 è un Montefalco Sagrantino DOCG, una versione moderna del Sagrantino con un tannino che di solito è il doppio di quello del Barolo.
Il segreto per questo vitigno è la lavorazione in vigna, che non significa aspettare ma cogliere senza forzature per non ritrovarsi poi a fare i conti con tannini verdi e amari. Etnico odora di sottobosco e funghi su un profilo di frutti rossi; dotato di grande astringenza si rende piacevole grazie ad un fondo liquerizioso e aromatico.
La bottiglia del Montefalco Sagrantino 2011 16% vol. DOCG è ornata con una moneta di Buzzetti che fa da etichetta e questa presentazione già la rende una bottiglia speciale; la sua lavorazione prevede una breve macerazione delle uve per poter sviluppare la parte più fruttata ed elegante che infatti caratterizza i vini che nascono a Montefalco; il suo naso profuma di muschio e humus, di ghiande e funghi ed è dotato di grandissima astringenza. Questo vino fa botte grande per due anni e l’annata 2010 mostra maggiore equilibrio nei profumi che ricordano la buccia d’arancia essiccata e in bocca rivela un’integrazione pazzesca tra tutte le componenti. Concludiamo gli assaggi dei vini dell’Az. di Filippo con la Vernaccia di Cannara Colli Martani DOC 2014 a base di Cornetta. In questo caso, spiega il produttore il nome deriverebbe da ” vernum” inverno in latino e non da ” vernaculum” come si attribuisce alla Vernaccia di Serrapetrona. Il suo sapore ricorda l’uva passa, le olive nere e le prugne e accompagnarla con la pasticceria secca è un ottimo modo per concludere il pasto.
Le tessiture Pardi furono fondate negli anni cinquanta del secolo scorso a Montefalco e la fabbrica conserva ancora i vecchi telai che producono tessuti preziosi in lino e misto lino dai disegni classici e moderni, preservando una manifattura che viene ancora molto apprezzata dagli stranieri.
I Fratelli Pardi si occupano anche di vino dalla fine dell’ottocento, dimostrandosi moderni custodi di una tradizione molto antica. Colle di Giove Montefalco bianco( 60% grechetto,25% trebbiano spoletino e 15% chardonnay) 2015 14% vol ha un naso minerale con refoli di biancospino con un buon equilibrio fresco-sapido. Il Grechetto 2015 in purezza profuma di uva spina, caprifoglio e gelsomino ed è intenso e verticale. Del Trebbiano 13% vol. che fa solo acciaio si assaggia la 2011, la 2012 e la 2015. L’annata 2011 ha una veste dorata trasparente e brillante, suoi sono sentori di frutta secca, nocciole, fresca crosta di pane con ricordi fumé ed empireumatici; in bocca permangono sensazioni più fruttate e fresche che sorprendono. La 2012 fa intuire al naso lo stesso profilo di nocciola e fumé mentre la bocca è più minerale e quasi stuzzicante; la 2015 ha un profilo fruttato di susina e mela. Il Sagrantino 2011 15,5% vol dal colore rosso rubino intenso ha un naso che ricorda l’arancia e le spezie, il tabacco, le mandorle. In bocca astringe con evidenza ma con eleganza, nessuna percezione alcolica mentre sembra quasi di assaporare lungamente una ciliegia sottospirito. Del Sacrantimun 15,5% vol gustiamo una piccola verticale. La 2008 dal colore rubino intenso e fitto rimanda al cioccolatino boero ripieno di ciliegia, sensazioni vegetali di alloro e medicinale. In bocca tannino fittissimo che permea lingua, denti e palato. Il Sacrantinum 2010 è fine al naso con sentori di buccia di arance e pot-pourry floreale, equilibrato all’assaggio, frutto di un’annata felice. La 2011 mostra note di incenso e frutta, particolari e gradevoli; in bocca è un frutto dolce e il tannino non è così aggressivo. Accostati a piatti esotici come tempura di gamberoni, tartare di tonno con germogli di crescione e barbabietola, costine di agnello al lime tutti questi vini sono apparsi perfetti partners di una cucina più leggera e moderna, assolutamente da provare.
Così come è da provare l’olio di Gaudenzi,una realtà familiare dotata di un impianto ad estrazione di avanguardia, un’altra eccellenza di questo territorio che ha visto la coltura dell’olivo diffondersi in Umbria ancor prima della vite.
Interessante sarà visitare il Museo della Civiltà dell’Ulivo nel comune di Trevi, un percorso che racconta in modo interattivo cosa ha significato per la cultura contadina locale l’albero di olivo, che ancora oggi colora di verde argenteo il paesaggio Umbro.
Di Filippo Azienda Agraria
Vocabolo Conversino, 153
Cannara (PG)
Cantina Fratelli Pardi
Via G. Pascoli, Montefalco (PG)
Frantoio Gaudenzi
Pigge-Camporeale 6
Trevi (PG)
Dai un'occhiata anche a:
- Valpolicella: l’identità territoriale dei vini Farina si consolida attraverso sperimentazione e sostenibilità
- Cantina 2 Vite a Taurasi di Vincenzo Mercurio e Giancarlo Moschetti
- Cantina Amarano a Montemarano in Irpinia
- Masseria Li Reni: la nuova cantina e il grande Fiano di Bruno Vespa
- Cantina Cianciulli ad Andretta: fiano e aglianico in altura
- Cantina San Giovanni a Doglie a Montemarano
- Fattoria Il Capitano a Pontassieve, un’azienda coltivata con passione
- La vendemmia a Capri di Raffaele Pagano (Joaquin)