Eccoci! Ritroviamo il nostro amico dopo quasi due anni nella carta di RoWorld a Nola e lo beviamo sulla cucina di Francesco Franzese. Avevamo scritto sull’onda dell’entusiasmo del primo assaggio che è il migliore di sempre e lasciamo ancora così il titolo per un motivo molto semplice: s tratta di un vino ancora in potenza, con la freschezza scattante, l’eleganza lussuosa dell frutta croccante, l’allungo finale perfetto che lascia pulita la bocca pronta al nuovo sorso. C’è poco da fare, la bottiglia se ne va volentieri in poco tempo, una meraviglia.
Non dobbiamo essere grandi esperti per prevedere un lunghissimo futuro per questa ultima annata di un vino che ha fatto epoca nell’era del 2.0 dimostrando che con pignoleria e testardaggine è possibile ancora oggi creare vini-evento come avveniva negli anni ’90.
Un bicchiere affidabile, che non tradisce mai.
Scheda del 17 dicembre 2018
Ed eccoci all’ultimo Sabbie di Sopra il Bosco di Nanni Copè. La terribile 2017, annata siccitosa e difficile ma che, lo abbiamo visto, sta regalando davvero grandi rossi, memorabili oserei dire. E se pensiamo che Sabbie è come dovrebbe essere il Taurasi ma che Taurasi non è perchè Pallagrello,come è possibile che ricorda adesso in questa versione, proprio questa, la splendida fragranza, la suadente bevibilità, la puttanesca facilità di approccio?
Mistero. Fatto sta che questa volta ci siamo anticipati di un pao di mesi rispetto al nostro appuntamento annuale per commentare questo rosso e devo dire che mai l’ho trovato così pronto ed efficace come questa volta. Mi sarei aspettato un vino corposo e molto frutatto, anche fresco,c erto, ma non questa eleganza che, almeno alle prime battute, non avevo mai riscontrato in precedenza.
Ancora una volta Giovanni Ascione, killer di professione prestato alla viticultura, ha fatto centro con un rosso memorabie. Chissà, forse il migliore di sempre anche se è da vedere in prospettiva. Di sicuro l’oggetto non ha storia se non viene analizzato anche il soggetto e la verità è questa: con il passare degli anni anche il mio palato sta cambiando, cerco vini dai tannini meno nervosi e complessi, certo li devo sentire perché alla fine sono un terrone neanhe svezzato con gli omogeneizzati, ma adesso li ricerco fini, setosi, che siano da scivolo a tutto il resto del sorso e non un ostacolo da saltare. Ricerco guarda un po’ anche la frutta, ma deve essere anche bella agrumata acida, una bella arancia siciliana dolce e fresca allo stesso tempo. E voglio il finale amaro, pulito, sapido, lungo.
Sabbie di Sopra il Bosco di Nanni Copè mi ha sempre rimandato a Bordeaux in una fase storica in cui non si parla altro che di Borgogna, ma in questa versione 2017 mi rimanda ai migliori e più complessi rossi dei Campi Fegrei per questa sua leggerezza.
Come cavolo sia potuto accadere proprio in questa annata così greve per chi ha lavorato in campagna resta un mistero.
Allora cosa dovete fare? Niente semplicemente comprarlo. Almeno dodici bottiglie: e poi ne aprite una all’anno cominciando da subito, da questo Natale.
Un vino meraviglioso, da antologia, una delle più alte espressioni mai raggiunte in Campania con i vini a bacca rossa. Un vino democratico perché parte sotto i venti euro franco cantina, un vino che vale una vita.
Una vita, tante vite, poche viti.
Giovanni Ascione, killer mancato. Se non ci fosse stato avrebbero dovuto inventarlo.
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