Uva: pallagrello nero, casavecchia, aglianico
Fascia di prezzo: da 15 a 20 franco cantina
Fermentazione e maturazione: legno
Sabbie di Sopra il Bosco 2012. L’annata in magnum la sceglie Bruno De Conciliis spuzzuliando da me in cantina in campagna: è la mia preferita al momento. Detto, fatto, si stappa.
In effetti la performance è meravigliosa, il bicchiere si presenta integro e perfetto, la fusione tra legno e frutto è totale mentre in bocca godiamo di sapidità, lunghezza di gusto, piacevolezza assolta in un palato che non stai mai adagiato su un fronte, ma che invece è piacevole, mobile, complesso.
Amo questo rosso sempre di più e gli anni lo migliorano. Non poteva essere fusione migliore tra la mia superficialità e la pignoleria di Giovanni.
Scheda dell’8 marzo 2014. In tutte le cose ci sono momenti di passaggio, snodi per cui si passa improvvisamente da un quadro all’altro senza che nessuno sappia spiegare esattamente perché. Un po’ come il mistero del fuoco. Questo vino è la sintesi di oltre vent’anni di cavalcata trionfale del vino campano.
È un rosso a cui hanno contribuito la famiglia Mastroberardino con il tenere dritta la barra sui vitigni autoctoni, la grande capacità di comunicare di Enzo Ercolino negli anni ’90, l’esperienza di Silvia Imparato, il rigore scientifico di Luigi Moio. E poi le bevute con gli amici, i viaggi in Francia e dunque la necessaria acquisizione del senso della misura in questo campo.
Ecco, tutto questo è Giovanni Ascione e il suo rosso, che a me ha convinto sin dalla sua prima uscita, è la sintesi di quanto di più elegante si possa ottenere con i vitigni autoctoni dell’Alto Casertano, Pallagrello Nero e Casavecchia e l’Aglianico. Lui implora: non scrivere, non scrivere, ho finito il vino. E davvero bisogna tornare ai «fantastici anni ’90» per rivivere questa atmosfera come accadde con il Terra di Lavoro e il Montevetrano.
Mi ero un po’ affezionato al 2011, incapace di fare cappotto come le precedenti annate, per questo suo slancio, quella sottilezza che sempre più amo nei vini. Ma la bevuta da Rosanna Marziale con Antonella Amodio mi ha messo di fronte al fatto compiuto: davvero la 2012 ha un passo in più, è ricco, fresco, complesso, elegante, ancora troppo giovane ma non banale. Mi scrive Giovanni: «Il più materico dei Nanni Copè, forse, con ben 13,60 di alcol (gli altri sempre sotto 13,50), ma anche bevibile come non mai. Il frutto, rispetto a gennaio, é ormai già ampiamente fruibile, tanto al naso quanto al palato, che forse é diventato ancora più lungo e saporito. Comincio a sbilanciarmi perché, oltre a Maurizio Paparella, giudizio che per me conta tantissimo, sto avendo riscontri inaspettatamente iperentusiasti da tutti i corrispondenti esteri. E chi se lo aspettava. Sono veramente contento».
Anche io sono contento, perchè Nanni Copé è di tutti noi, non solo di Giovanni:-)))
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