di Simona Paparatto
Il Ruchè è un autoctono piemontese, prodotto esclusivamente in sette comuni del Monferrato: Castagnole Monferrato, Montemagno, Grana, Portacomaro, Refrancore, Scurzolengo e Viarigi e riconosciuto con la DOCG nel 2010. La sua immagine è valorizzata dall’Associazione Produttori del Ruchè di Castagnole Monferrato, di cui Franco Cavallero è vicepresidente. Visionario, appassionato e tenace produttore di Cantine Sant’Agata, con sede in Scurzolengo, egli dà vita ad una realtà che intreccia il vino simbolo di una denominazione, il Ruchè, ai valori del territorio:”Hereditarium, il nuovo progetto di “memoria e futuro“, è un’iniziativa che associa un ‘fine wine’, il nostro Ruchè speciale, un vino di prestigio, da collezione e da investimento, al sostegno di progetti artistici, con l’obiettivo di valorizzare e contribuire alla crescita di tutto il nostro suggestivo Monferrato Astigiano”.
“Negli ultimi anni ho imparato, insegnato e girato il mondo. Con mia moglie Patrizia, non ci siamo mai arresi, anche quando, nel 2007, abbiamo perso tutto a causa di un incendio all’interno della cantina: è stato molto difficile. Ora i miei vini, meravigliose espressioni del territorio monferrino, sono venduti in tutto il mondo ed io sono ancora entusiasta come i primi tempi: la passione non è quando ti piace qualcosa, ma quando hai una forza dentro, che ti fa andare oltre i tuoi limiti! “
Dal vino sfuso, alla promozione nel mondo, Hereditarium esprime rivincita e rispetto per quello che è stato l’investimento da parte di tante persone, dalla grande vocazione territoriale: “Nel 2001 ho costituito l’associazione di produttori del Ruchè, grazie a cui è stato apposto il primo tassello, fondamentale per l’evoluzione del territorio, che ha conquistato spazi sempre più importanti attraverso il concetto di vino buono, territoriale, permettendo di varcare confini come quelli del mondo anglosassone, asiatico, americano. Oggi diverse aziende sono realtà di riferimento, grazie a giovani che credono in questi valori, facendoli crescere insieme ai loro vini”.
Il progetto Hereditarium si basa sull’equilibrio tra i sette vigneti a Ruchè, di Cantine Sant’Agata, ognuno con un terreno diverso, argilloso-sabbioso caratterizzato da marne, calcare e gesso. “Ho cercato di sfruttare il posizionamento dei vigneti, che sono frastagliati, ma tutti intorno alla stessa collina, su un terreno formatosi sei milioni di anni fa, creato dalle sedimentazioni che si sono stratificate in fondo a un antico mare, portando, oggi, ogni vigneto ad avere caratteristiche di suolo e sottosuolo completamente diverse tra di loro”. Il vitigno richiede attenzione costante per maturare correttamente: il lavoro su pianta è eseguito a mano per adattare ogni vite alle dinamiche del terreno. La raccolta dell’uva è differenziata e la fermentazione è seguita, senza interventi invasivi. L’obiettivo è esaltare le caratteristiche naturali del vitigno durante l’affinamento, che viene personalizzato per ogni vigneto, con selezione dei grappoli migliori, che derivano da una singola parcella. Le bottiglie sono conservate nel Caveau dell’azienda, un ambiente controllato che garantisce longevità al prodotto. Il Caveau rappresenta la storia della famiglia Cavallero ed ospita anche i vini salvati dall’incendio del 27 gennaio del 2007, mentre la barricaia ospita legni di diverse misure “atteggiamenti diversi nei confronti dello stesso vino”, che incidono sul suo gusto finale.
Il ruchè è un’uva dai valori di PH elevati, ma di bassa acidità. Inoltre, accumula in sé grandi quantità di zuccheri ed è difficilissima da gestire in termini di raccolta (può andare in surmaturazione in una sola notte). È altrettanto complicata da gestire in cantina, perché si deve preservare tutto il corredo aromatico, cercando di fare un vino equilibrato. Le sue caratteristiche organolettiche sono: sentori di fiori, spezie, balsamicità, grado alcolico elevato, ma con una percezione di freschezza che va oltre l’alcol e la matericità, grazie ad una biodiversità che sta permettendo di salvare l’area e ad
una gestione accorta in vigna, con approccio poco interventista. Cavallero sceglie la Lotta Integrata, aspirando alla Biodinamica. Lo stesso sistema è adottato anche per la coltivazione delle botaniche: Cavallero dal 2016, infatti, autoproduce 34 tipologie di fiori e ortaggi, coltivati senza uso di fertilizzanti chimici o insetticidi sintetici. Crea ogni settimana ricette differenti da sottoporre ai clienti del suo locale, Il Cicchetto, un ristorante e wine bar che apre nel 2010 e ora gestito dalla figlia Altea, da cui parte un’altra grande sfida: la produzione del Gin Agricolo, marchio registrato che prevede un controllo di tutta la filiera, dalla coltivazione all’imbottigliamento.
Con le sue botaniche, Cavallero produce, tra gli altri distillati, anche il Vermouth di Torino Superiore, che è “il punto di arrivo del mondo del vino ed il punto di partenza del mondo degli spiriti”. È proprio da questa sua travolgente passione, che nasce Spiriti Hereditarium, iniziativa che si prefigge di lasciare un segno nella storia degli spiriti, creando prodotti che saranno apprezzati dagli intenditori, testando coltivazioni di piante, erbe e fiori unici, mescolati per ottenere distillati, destinati all’affinamento in botti speciali, con l’obiettivo di produrre spiriti con caratteristiche simili ai grandi distillati da invecchiamento come rum, whisky, cognac e brandy.
Ma quali sono i Ruchè di Cantine Sant’Agata?
Il Cavaliere (ruchè 100%) proveniente da unico vigneto, è prodotto con uve più giovani, vinificate a parte. Di media struttura, ma con ottimo ventaglio di profumi, su cui emerge lo speziato; è franco e agile. Rappresentativo del vitigno originario, si può bere anche fuori pasto, d’annata o invecchiato.
Pro Nobis (ruchè 100%), proviene da un pregiato cru, il più antico e meglio esposto. Nasce come etichetta religiosa, con l’eccellenza della vendemmia 2020, anno del Giubileo, “Volevamo dare un segno di gratitudine al parroco di Castagnole Monferrato, che aveva riscoperto il Ruchè”. In questo vino c’è la volontà di Cantine Sant’Agata di seguire l’andamento della natura, assecondandola tramite cernita dell’uva del vigneto esposto a sud, su una collina arida, molto povera di nutrimenti per la pianta, che ha un’estrazione sofferta e quindi dà il massimo del suo prodotto. L’annata 2016 manifesta profumi molto penetranti, ma delicati al tempo stesso: frutta, il floreale della viola e della rosa, poi lo speziato del pepe nero e sbuffi orientaleggianti di cumino, cardamomo, tè arabo ed una spiccata nota balsamica. Vino fine, sinuoso, dalla lunga e gustosa persistenza. Affina un anno in botti grandi.
I vigneti della parte nord danno più colore e più sostanza acida, con un quadro aromatico inferiore rispetto alla parte sud. Unendo le caratteristiche dei diversi vigneti, nasce ‘Na Vota, (ruchè 100%, significa c’era una volta e una sfida). Lanciato nel 1990 da Franco Cavallero (con suo fratello Claudio, scomparso nel 2021), ha segnato un nuovo inizio per il Ruchè, che fino ad allora veniva prodotto solo come vino dolce, da dessert. Anche questo dal carattere speziato, è prodotto dall’assemblaggio di quattro differenti vigneti, tramite vinificazione zonale. ‘Na Vota fa solo acciaio: ha una matrice di precursori aromatici, che gli permette di sopportare i cambiamenti dovuti al clima e all’azione solare, mantenendo la florealità che il legno potrebbe inibire. ‘Na Vota 2020 è il perfetto esempio di schiettezza: rosa, viola e una leggera nota balsamica e speziata caratteristica. Bocca importante, ampio ingresso, Salmastro, ferroso. Corposo e strutturato, ma agile e slanciato. Vino dall’ottima beva, grazie ad una grande percezione di sapidità e freschezza.
Genesi (ruchè 100%), nasce nel 1993 da una selezione di uve messe ad appassire per tre/quattro settimane, vinificato poi in botti di legno ed affinato per tre anni in tonneaux sottili (3 mm di spessore) in modo che la curvatura venga poco tostatura. I tonneaux sono gestiti direttamente dal produttore Gamba con particolare attenzione, così da essere meno incisivi nei confronti dei profumi terziari del vino, favorendone un miglior affinamento. Riposando ben 40 mesi all’aperto, il legno non è invasivo, permettendo al vino di esprimersi con maggior eleganza. È proposto al consumatore dopo quattro anni dalla vendemmia. Nell’annata 2011 i profumi terziari hanno il sopravvento sui varietali. Ematico ed etereo. Vigoroso ed elegante. Ampio e persuasivo, dalle sensazioni gustative molto accentuate, con una dotazione aromatica complessa e di grande struttura. Profondità di beva. Durerà nel tempo.
Hereditarium 2020 è un Ruchè intrigante, sinuoso, sensuale ed elegante. Troviamo quello che ci si aspetta da un vino di categoria superiore: dotazione fenolica importante, concentrazione, ampiezza, grande tensione data sia dalla percezione della freschezza, che dalla trama tannica che lo rende vigoroso. I suoi tratti sono, forse, un po’ severi, ma fa auspicare un lungo invecchiamento. È un vino bevibile oggi, ma con lunga proiezione in termini longevità. Affina in tonneaux per 18 mesi.
“Ho pensato di finanziare opere di giovani artisti, a memoria di questo territorio e di quanto sia stato difficile ricrearlo dal nulla, dopo l’abbandono totale degli anni ’80. Oggi sono proprio i giovani a capirne il valore, tornandovi: giovani con iniziative, che credono nella loro inventiva, che possono lasciare qualcosa di concreto”.
Così come ogni anno le vendemmie sono diverse, ogni anno cambiano anche i temi che gli artisti locali e non, in piena libertà e con l’utilizzo di diverse tecniche, sviluppano sui tondi delle botti, che diventano uno spazio pittorico, creando così una collezione ineguagliabile.
Si prevede un aumento di valore nel tempo, poiché si tratta di un investimento sia in termini di qualità che in valore economico, senza seconde release. Il 50% dei proventi della vendita di queste bottiglie viene destinato a sostenere borse di studio e diverse iniziative artistiche gestite in collaborazione con fondazioni o associazioni legate al mondo dell’arte e rivolte principalmente a giovani che dimostrino di voler lasciare un segno tangibile nella storia con opere, gesti, atti di altruismo e azioni meritevoli.
L’accesso a Hereditarium avviene attraverso lo Spiritual Club, un wine club interamente dedicato al progetto, i cui membri hanno priorità sull’acquisto e sulle degustazioni delle release annuali e possono partecipare a eventi dedicati ed ottenere sconti o privilegi, entrando in una vera e propria community.
La produzione è limitata. Di ogni annata di Ruchè o di release Spiriti Hereditarium, viene dichiarata l’entità della produzione: numero di bottiglie, di magnum, di Jeroboam; quante bottiglie vengono destinate alla degustazione tecnica; quante alla degustazione per la stampa specializzata.
Il taglio finale del Ruchè è sottoposto, prima dell’imbottigliamento, ad una commissione di cui fanno parte giornalisti, influencer, trader e ambasciatori dello Spiritual Club.
Di ogni annata del vino o release di Spiriti, è messo in commercio il 20% della produzione nella prima uscita, con una comunicazione tramite il canale Spiritual Club e il 10% negli anni successivi, fino ad arrivare al limite minimo di giacenza, nel Caveau, del 10% della produzione iniziale che non verrà più venduta, ma usata solo in particolari occasioni. Il resto sarà lasciato a dimora nel Caveau per il futuro come eredità ai posteri.
La prima annata o prima release dei prodotti Hereditarium, ha un prezzo di uscita deciso in seguito a valutazioni di valore date da un panel di esperti del mondo vino/spirits, il prezzo delle uscite successive aumenta nella misura del 10% all’anno e l’acquisto/investimento diretto dall’azienda è possibile sempre solo in esclusiva per i soci dello Spiritual Club.
I lotti minimi sono di tre bottiglie per tutti i prodotti Hereditarium. Il confezionamento dei prodotti e in casse di legno da tre bottiglie e nella cassetta in legno singola, per i formati speciali a cui sarà applicato un sigillo di sicurezza e garanzia dell’unicità del prodotto. L’etichetta riporterà il numero della bottiglia, il lotto di produzione, l’annata di uscita e il nome dell’assegnatario del lotto originale. L’investitore può decidere in fase di acquisto, di non apparire con il proprio nome sull’etichetta e in questo caso l’etichetta riporterà il numero del contratto di acquisto in modo anonimo.
Ogni lotto acquistato può essere ritirato o lasciato in gestione nel Caveau di Cantine Sant’Agata, dotato di un sistema di raffreddamento d’avanguardia, dove riposano già le prime 2072 bottiglie e 297 magnum, annata 2020.
“È solo con la perseveranza che si ottengono gli obiettivi, ma occorre averli molto chiari, perché la pianta non fa tutto da sola: bisogna prendersene cura! La natura diventa preziosa solo grazie al lavoro e alla fatica dell’uomo”.
Cantine Sant’Agata
Regione Mezzena, 19 – 14030 Scurzolengo AT
Tel.: +39 0141 03186
Sito web: www.tenimentifamigliacavallero.com
Dai un'occhiata anche a:
- 25 Aprile, un po’ di storia per non dimenticare
- Panettone d’artista 2025 da record: Alla stazione marittima di Salerno 5000 ingressi, 80 operatori del settore, 2500 panettoni venduti
- Messorio 2005 Toscana igt, Le Macchiole
- Barolo del Comune di Serralunga d’Alba Renaissance 2020 Fontanafredda
- Chianti Classico Collection #CCC2024
- Assaggi da Vinitaly: due rosati imperdibili da due regioni molto diverse
- I vini della Rioja: presente, passato e futuro di una delle denominazioni più importanti al mondo – parte 2
- Doc Valtènesi sfumature di rosa dal “Mediterraneo” sotto le Alpi. Less is more