di Marina Betto
Con la manifestazione Rosso Morellino, giunta alla sua quinta edizione, il Consorzio di Tutela del Morellino di Scansano ha festeggiato con un programma fitto di appuntamenti, degustazioni e master-class aperte a chiunque è stato curioso di approfondire la conoscenza della denominazione. Il Morellino ha compiuto i suoi primi 40 anni dal riconoscimento nel 1978 della denominazione e da allora molto è stato fatto per la sua valorizzazione tanto che nel 2007 si è raggiunta la DOCG.
Il Consorzio nato negli anni “90 oggi è composto da 200 soci, oltre 90 dei quali con almeno un’etichetta di Morellino di Scansano sul mercato. Degustato alla cieca alla presenza dei referenti del Consorzio e di tre esperti di vino come Edoardo Romanelli, Andrea Gori e Joe Bastianich, quest’ultimo produttore di “La Mozza” da una decina di anni, è stato possibile fare alcune considerazioni su questo vino. Oramai un punto fisso nel territorio toscano, il Morellino ha raggiunto un livello di maturità riconoscibilissima da ogni degustatore. Ma quale è il suo carattere?
Cosa il Sangiovese acquisisce da questo territorio? Certamente è scalpitante, robusto, schietto, un vino che si può definire pop cioè popolare, che fa subito centro, ma non mancano gli esempi più eleganti e complessi come il Morellino Castello di Montepò di Jacopo Biondi Santi che trasferitosi da Montalcino in Maremma dopo la vendita dell’azienda ilcinese ai francesi ha comunque traslato in questa zona della Toscana tutta la sua esperienza, ingentilendo il suo Morellino con un po’ di Cabernet Sauvignon.
Le aziende a suo dire devono investire nell’immagine e il Consorzio dovrebbe suddividere la Maremma in sottozone per spiegare meglio il territorio in modo da dare ad ogni area un’identificazione. Dopo il boom degli anni “90 oggi il Morellino ha raggiunto un livello di pulizia, grazia, che prima non gli appartenevano, risulta quasi sempre equilibrato nel rapporto con l’alcool.
Sempre più rosso, i suoi profumi sono di marasca, ribes, fragola, lampone soprattutto nelle versioni più giovani poi i sentori si fanno di mora e gelso e qualche tocco di spezie e balsamicità. Bastianich ha visto migliorare e cambiare questo vitigno dal 2000 quando è arrivato in Maremma partendo da 15 ettari. “Gli Americani “- spiega – “conoscono il Brunello, il Chianti e il Sangiovese ma non il Morellino e come produttore sono stato avvantaggiato giocando in casa a New York ho raccontato della Costa Toscana, dell’Argentario e della campagna che si trova alle sue spalle portando le mie bottiglie e vendendo sempre tutto il mio vino di La Mozza.”
Bastianich ci sente il mare, il caldo estivo, la terra bruciata. L’alchimia è tra freschezza e gusto, il tannino presente ma non allappante e un po’ di complessità per un gusto non certo banale.
Oltre al Sangiovese si possono usare nell’uvaggio altri vitigni autorizzati come il Merlot e il Cabernet Sauvignon. Possiamo trovare nel bicchiere la viola e in bocca un po’ di sostanza in più con una componente sapida senza perdere la piacevolezza. Sfatando alcuni elementi come la tendenza a ricercare vini più strutturati il Morellino sfodera la carta vincente del consumo al bicchiere, vino perfetto per questa categoria. Al ristorante il suo carattere aggressivo si adatta a piatti acidi, salsa di pomodoro, pizza perché il contrasto tra due acidità funziona benissimo insieme. I Tannini rispetto ad alcuni anni fa sono molto meno acerbi, in alcuni vini ci sono solo accenni tannici e tanta florealità e frutti rossi che il consumatore premia. Le mode si sa influenzano la produzione, la barrique è un trend che è durato 30/40 anni, oggi il biologico e i vini naturali la fanno da padrone non sempre correttamente. Il Sangiovese in Scansano ha la fortuna di avere tanta acidità, profumo e una tannicità presente ma non eccessiva che favorisce il suo consumo. Il vino senza difetti non esiste e forse non piacerebbe, in alcuni vini si notano sentori più forti come qualche nota animale di stalla, la macchia mediterranea, fiori di elicriso come nel Brumaio Pietramora di Colle Fagiano Morellino di Scansano DOCG 2021 che comunque piace proprio per la sua personalità.
Il Morellino è comunque un vino che deve combattere con tante altre tipologie non solo toscane ma anche di altre regioni italiane. Nel Bruni Marteto Morellino di Scansano DOCG 2021 troviamo una piccola percentuale di Syrah. Un vino con un bel mix tra le componenti fresche, le erbe aromatiche, arancia e rosa tea e in bocca sapidità e lunghezza, vino non banale che si può definire femminile che rimane impresso per finezza, dallo stile diverso quindi ma c’è sempre un fil rouge che lega tutta la tipologia. Mantellassi Il Mago di O3- Morellino di Scansano DOCG 2022 è vino che profuma di acqua di ciliegia, cannella, mandorla, mela, ricco nel sorso di tantissima freschezza e un tannino limitato. Questa azienda storica festeggia 63 anni quest’anno. La loro proposta è senza solfiti aggiunti, un prodotto che il mercato apprezza molto. Se vi chiedete se capita di saltare l’annata la risposta è no a meno che non si faccia una Riserva in quanto il produttore deve dare una continuità stilistica che è difficile da ottenere in un millesimo non proprio positivo.
In conclusione in questi vini non c’è il sentore ematico, l’acciuga tipica del Sangiovese, prevalgono i frutti e i fiori in equilibrio con le erbe aromatiche. Pur essendo tannico è molto sostenibile, vino scalpitante dal carattere acceso dove l’acidità trova un contraltare nella dolcezza di frutto ma il Morellino può essere anche vellutato come Purosangue Morellino Riserva 2019 Terenzi, azienda che produce Morellino dal 2001 proveniente da Cru.
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