Ecco la terza ricetta della staffetta natalizia di Compagni di Blogger.
Non amo particolarmente il Natale, confesso. Troppo stress da organizzazione di feste e cene, troppe preoccupazioni legate ai regali – non mi piace farne a comando, preferisco farli all’improvviso, quando sono completamente inaspettati – troppe riunioni da organizzare con il parentado tutto. Troppa fatica, insomma.
Amo però il periodo dell’anno in cui arriva questa festa: il solstizio di inverno. E non credo sia un caso isolato il mio, visto che addirittura sin dai tempi dei romani questa data era abbondantemente festeggiata attraverso le Saturnali , le feste che celebravano le giornate più lunghe che cominciavano a arrivare dopo il solstizio d’inverno e da cui è nata poi anche l’abitudine di quelle che oggi sono le strenne natalizie.
Dovendo quindi scegliere il dolce da preparare per la staffetta natalizia di Compagni di blogger, ho pensato al Roscón de reyes proprio per la sua origine antichissima e legata proprio alle Saturnali. Pare infatti che questo dolce sia nato in quelle giornate, così come pare essere nata allora anche l’usanza di inserire all’interno del dolce un legume secco: chi lo trovava, era il re della festa.
Oggi questo dolce, molto usato in Spagna e in forma diversa anche in Messico, si è legato al culto dell’Epifania, mantenendo così la sua simbologia regale grazie ai Re Magi, protagonisti della festa del 6 gennaio. E infatti nelle pasticcerie viene venduto corredato da una corona di carta dorata, che il designato dalla sorte potrà indossare nel corso della festa di cui sarà il sovrano. Del resto poi, a pensarci bene, la sua forma proprio una corona richiama: un cerchio dal colore dorato e decorato con frutta candita, sistemata sulla superficie a mo’ di gemme preziose.
Per quanto mi riguarda, però, preferisco decisamente il suo senso originario, il suo essere “dolce di speranza e di luce”. Per una come me, che conta i giorni che la separano dal solstizio di inverno, la luce resta la speranza più grande e quindi l’augurio più sentito e vero che in questi giorni posso rivolgervi… BUONA LUCE A TUTTI!
Cosa ci beviamo su? Al solito, ce lo suggerisce Luciano Pignataro: “si può anche non resistere all’impulso di “azzuppare” questo dolce in qualche vino. Già, ma quale? Vedo molto bene lo splendido Moscato di Trani di Rivera, la storica cantina di Castel del Monte.
E se avete voglia di fare un piccolo viaggio in mezzo ai dolci, non perdetevi le altre puntate della nostra staffetta natalizia.
Eccovi il calendario.
10 Dicembre
Romania: il “Cozonac” di
Maria
Spagna: il “Roscón de Reyes” di
Teresa
11 Dicembre
Regno Unito: il “Fruit cake” di
Sara
U.S.A : Il “Persimmon steamed pudding con salsa eggnog” di
Daniela
12 Dicembre
Austria/Germania/Francia: il “Kouglof con salsa all’arancia” di Antonia
Scandinavia: il “Julekage” di Assunta
13 Dicembre
Cuba: il “Turrón de coco” di
Maria Grazia
Russia: “Pryaniki” e “Kozuli” di Rossana
Roscón de reyes
Ingredienti
- 140 g di pasta madre avanzata dai rinfreschi del panettone
- 120 g di latte aromatizzato con:
- la buccia di un'arancia e di un limone
- un pizzico di cannella,
- rum e acqua di fiori d'arancio
- 340 g di farina di media forza
- 70 g di zucchero
- 3 g di lievito fresco
- 2 uova di medie dimensioni
- 60 g di burro
- un pizzico di sale
- cedro candito, zucchero, mandorle, ecc. per decorare
- un uovo per spennellare
- zucchero semolato per la guarnizione
- amarene sciroppate o ciliegie candite
- 2 arance da candire per la decorazione
- 500 g di zucchero
Preparazione
Le arance candite
Si parte qualche giorno prima, candendo le arance. Un avvertimento: abbondate. Prima di tutto perché sono buonissime e poi perché frullate e ridotte in crema sono un ottimo aroma naturale per dolci, per esempio per il panettone o per i pasticcini alle mandorle.
Con un coltello bene affilato tagliate l’arancia a fette di circa mezzo cm.
Sciogliete lo zucchero in 500 g di acqua e sistemate le fette d’arancia sul fondo del tegame coprendole con lo sciroppo, portate a ebollizione e lasciatele sobbollire pianissimo per una quarantina di minuti.
Poi mettetele ad asciugare su una gratella. Conservate lo sciroppo: sarà un’ottima bagna per dolci!
Il Roscon
Sbattere lo zucchero con le uova, in modo dare ottenere un composto cremoso.
Mettere nell’impastatrice la pasta madre ridotta a pezzetti, il lievito di birra sbriciolato, il latte aromatizzato e la farina.
Avviare a bassa velocità e – una volta che l’impasto appaia abbastanza ben amalgamato – aggiungere a filo il composto di uova e zucchero, e lavorare fino a quando il composto non appare ben incordato (aggiungendo il sale verso la fine dell’impasto, dopo averlo disciolto in un cucchiaio di acqua).
A questo punto, sistemare in una ciotola, coprire con una pellicola trasparente e lasciare lievitare fino al raddoppio.
Rovesciare quindi sul piano di lavoro imburrato e procedere con al formatura.
La prima fase di questa, è simile al panettone: una formatura che assomiglia alla pirlatura in modo da ottenere una massa tonda e *cupolosa*.
Poi, con una mano, si fa un buco nel centro e partendo da questo si maneggia l’impasto tirandolo in modo da formare una vera e propria corona (prima di procedere a questa operazione, meglio far riposare l’impasto una ventina di minuti in modo da far rilassare il glutine).
Una volta formata la corona, collocarla in una teglia e spennellare leggermente con un po’ di uovo sbattuto (io me ne sono scordata, confesso).
Coprire, con una ciotolona rovesciata a campana o della pellicola trasparente, e fare lievitare fino a quando non appare raddoppiato di volume.
Spennellare quindi di nuovo con uovo e decorare con le fette di arance, il cedro lasciato a listarelle, le amarene e lo zucchero “impastato” con un po’ di acqua e maneggiato tra le dita in modo da ottenere delle briciole grossolane (serve a mantenerlo bianco durante la cottura).
Una volta che appare ben lievitato, infornare a 180 gradi e portare a cottura abbassando leggermente il forno dopo i primi dieci minuti.