TENUTE DEL CAVALIER PEPE
Uva: aglianico
Fascia di prezzo: da 1 a 5 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio
Milena Pepe conduce dal 2003 l’azienda di famiglia con grande impegno e professionalità, è riuscita in pochi anni ad affermarsi come produttrice nel territorio irpino di forte impronta maschile, giovane donna caparbia e gentile nello stesso tempo è rientrata nella terra d’origine dal Belgio dove il padre svolge l’attività di ristoratore, imponendosi da subito per le spiccate doti manageriali.
Ce la sta mettendo veramente tutta, ben consapevole del fatto di essere vista come una straniera ed un’intrusa e quindi di suscitare non poche avversioni nel proprio territorio, come già ho detto, non poco maschilista, ma questi ostacoli Milena li affronta con notevole ostinazione, vivendo tutto ciò come un forte stimolo che le da la giusta energia per riuscire nell’impresa di produrre dei buoni vini nel totale rispetto della tipicità e del territorio.
L’azienda di famiglia possiede 35 ettari vitati e produce anche olio di ravece, tipica cultivar locale, da poco si è spinta a fare accoglienza e ristorazione, essendo dotata di una bellissima azienda e avendo notevole esperienza alle spalle nel settore della ristorazione, i vini sono quelli tipici di quest’area geografica, fiano, greco e coda di volpe per la produzione di bianchi e l’aglianico per i rossi, ottimo il Taurasi che ha riscosso da subito un buon successo, ma io voglio citare questa produttrice per il suo rosato che ritengo essere molto interessante. Il settore dei rosati è ancora posto nel limbo scomodo in attesa di giudizio , dalle sorti indecise e poco definibili soprattutto per il fatto che i consumatori italiani sono poco disponibili verso questo prodotto che invece personalmente ritengo molto interessante. Tale reticenza però, molto probabilmente, è dovuta non solo al fatto che appartenga poco alle consuetudini dei consumatori, ma anche alla scarsa personalità e qualità espressa dai vini proposti nella maggioranza dei casi, pertanto quando mi capita di imbattermi in un vino rosato valente e stimolante lo noto con grande piacere, specie poi se appartiene alla mia regione, la Campania, dove le etichette in rosa interessanti sono veramente poche.
Incontro questo Rosato del Varo in uno storico ristorante napoletano, dove la proprietaria è anche sommelier e me lo propone in abbinamento ad un piatto di orzo perlato, quanto sia importante la figura professionale del sommelier che sappia proporre i vini, raccontarli e distaccarsi dagli abbinamenti consuetudinali pochi ristoratori lo hanno ben capito. Lo accolgo con piacere perché amo la delicatezza e la versatilità dei vini rosati, proposto con garbo tutto al femminile e prodotto da una donna del vino non mi meraviglia per il buon risultato dell’abbinamento, ma soprattutto per la valenza del vino nel bicchiere. Già dal colore stimola l’approccio con un vivacissimo e brillante rosa cerasuolo che mette allegria,come la erre pronunciata alla francese di Milena, all’olfatto è delicato e fresco con profumi di fragoline e glicine su una sottile vena minerale, al palato imposta tutta la sua piacevolezza sulla freschezza scalpitante accompagnata anche da una buona sapidità.
La Tenuta Cavalier Pepe ne produce 3000 bottiglie da uve aglianico allevate nei vigneti di Luogosano e Sant’Angelo all’Esca, su terreno argilloso-calcareo a 300. mt. s.l.m., con una buona esposizione a sud-sud est. Da abbinare in maniera molto versatile, può accompagnare benissimo piatti di pesce, anche ben strutturati, zuppe di legumi, carni bianche, lumache, io l’ho meravigliosamente apprezzato sull’orzo perlato alla pescatora, con gamberi, cozze e calamari, e sui paccheri con genovese di baccalà del ristorante Umberto di Napoli. Musicalmente mi piace interpretarlo con un pezzo vivace e delicato, la Csardas di Monti.
Questa scheda è di Marina Alaimo
Sede a Sant’Angelo all’Esca. Via Santa Vara. Tel. 0827.73766, fax 0827.78163. www.tenutacavalierpepe.it Bottiglie prodotte: 130.000. Ettari: 35 di proprietà. Vitigni: aglianico, merlot, fiano, greco, coda di volpe
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