FEUDI DI GUAGNANO
Uva: Negroamaro
Fascia di prezzo: da 5 a 10 euro
Fermentazione e maturazione: acciaio e legno
«Ci sono vini che raccontano storie: parlano di uomini e delle loro sfide. Basta saperli ascoltare». Recita così il motto degli «eredi e custodi degli antichi vitigni di famiglia» della Feudi di Guagnano, ed è questa la filosofia che adottano lavorando le terre dei loro avi. Fedele alla tradizione, con un occhio strizzato alla tecnologia, come vuole la regola del fare bene, questa cantina prende il nome dal paesino nel cuore del comprensorio doc Salice Salentino, nei cui «feudi» ci sono i vigneti. L’azienda, già celebre per il Nero di Velluto con le sue produzioni numerate e limitate, ci sorprende ancora una volta, ed io ancora una volta mi ritrovo a presentarne la prima annata, con un incisivo ed interessante rosato, il Rosarò. Prodotto esclusivamente da uve Negroamaro pigiate immediatamente dopo la vendemmia, questo rosato, dopo un veloce passaggio del mosto sulle bucce, comincia la prima parte del percorso fermentativo in vasca a temperatura controllata (10 gradi) e terminerà, per parte ancora in vasca, e per parte in botti di rovere francese da 500 litri, nelle quali subirà un ripetuto batonage. Quest’ultimo vino ottenuto verrà, quindi, lasciato ad affinare ancora per 6 mesi negli stessi tonneau, sarà poi miscelato in blend con la restante parte che invece avrà riposato in acciaio. Scopriamo, quindi, nel bicchiere un affascinante vino dalla sfumatura tenue e brillante, che già alla vista rivela la vivacità della freschezza che si esprime, sia all’olfatto che poi al gusto, in un’intensa e persistente nota floreale accompagnata da un vago sottofondo di caramella inglese perfettamente legati dalla delicata spaziatura di vaniglia. Continua con una buona pienezza e rotondità in equilibrio con sapidità ed acidità offrendo al palato una morbida sensazione che culmina in un retrogusto caldo e sottile di mandorla amara con ancora un lontano ritorno di vaniglia. Davvero piacevole a bersi, si potrebbe dire che questo vino ricordi molto la freschezza della brezza marina ed il calore del sole Salentino insieme, da gustarsi allora con un piatto che esprima anch’esso il carattere delle terre del sud, perché non con una buona cernia al sughetto di pomodorini freschi? O con un buon piatto di «prumitori scattarisciati», con l’azzardo, perché no, di un pizzico di peperoncino.
Questa scheda è di Giorgia Benvenuto
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www.feudiguagnano.com – Enologo: Luca Miccoli. Ettari: 9 in affitto. Bottiglie prodotte: 60.000. Vitigni: negroamaro, primitivo.