di Virginia Di Falco
I ricci e le rose. Questa la mia prima fotografia del Sanlorenzo. Il mio sottotitolo.
Entri e trovi ad accoglierti, prima ancora di un umano, una cassetta piena di ricci sul bancone all’ingresso. Meravigliosi. E accanto un grosso vaso pieno di rose rosse, quelle con i petali di velluto. Che dunque non sono solo nelle foto. Esistono davvero. Fresche, sbocciate naturalmente e bellissime. Not from the fridge, per capirci. Proprio come tutto il pesce servito qui.
Con l’unica nota stonata della seduta al tavolo più sfigato del ristorante – quello vicino alle sliding doors – una cena memorabile.
La sala su più livelli, i tavoli in bianco, la mise en place elegante, le rose e l’arredo ricercato, un’organizzazione della sala perfetta, con una divisione del lavoro rispettosa dei diversi ruoli e, come deve essere, l’accoglienza e l’ospitalità affidata ai padroni di casa. Enrico Pierri ed Elena Lenzini, coppia giovane ma “storica” della ristorazione capitolina, nata nel quartiere che oggi dà il nome al loro ristorante in pieno centro storico, sono proprio bravi.
Qui è il regno del crudo. Ma se riuscite a domare l’istinto che vi porterebbe ad aprire qualche riccio o scampo con le mani, senza perdere tempo, appena seduti, allora rilassatevi e provate la cucina. Ne vale davvero la pena.
D’altro canto il doppio benvenuto vi predispone al meglio. Un mini-arancino di riso con alicette fritte da intingere in salsine fatte in casa e delle meravigliose acciughe salate servite in olio extravergine di oliva con dei piccoli pan brioche. Insomma, il vostro palato non dovrà faticare molto per recuperare memoria olfattiva, ma si preparerà ai sapori sapidi e netti di una cucina marinara senza eccessi nè svolazzi ma dalla materia prima superlativa.
Classico e ben eseguito il fritto di calamaretti spillo con la tempura di zucchine, con le foglioline di menta a rinfrescare. Pur essendo un antipasto, qui le quantità però sono da secondo piatto. Più goloso e grintoso l’altro antipasto con piccoli calamari imbottiti di friarielli napoletani, cotti alla perfezione e piccantini il giusto, serviti con battuto di gamberi rossi, su una crema di peperoni cotti sotto la cenere, con l’effetto fumè che regala più carattere al piatto.
I primi sono tutti molto semplici, le paste all’uovo sono fatte in proprio e l’idea è quella di utilizzarle come canale di trasmissione della materia prima di mare, come nel caso dei tagliolini con i gamberi rossi crudi e cotti o i tortelli ripieni di granceola. Gustosi gli spaghetti di farro con le acciughe di Ponza e la mollica in un riuscito equilibrio con la dolcezza di peperoni.
Ma il piatto della serata è una sontuosa catalana di gamberi rossi di Ponza e scampi. Crostacei stre-pi-to-si. Pomodori freschi e profumatissimi, patate, basilico. E il mare nel piatto. Resetterete le vostre papille e perdonerete a pochi gamberi rossi e scampi di non essere come questi.
Chiusura in più versioni: quella del dolce non dolce, come l’insalata di agrumi scelto dalla mia ipocrita accompagnatrice che da napoletana ha voluto spiegare ad un napoletano perchè il babà a fine pasto è «pesante» rischiando seriamente la buona riuscita della serata. O il dolce dei bambini, come l’interpretazione di pane e “nutella” e cioè pane di Lariano double face: affettato e in crema con dell’ottima gianduia.
Il pesce e i crostacei arrivano solo da isole pontine e Terracina. Il cestino del pane, ancorchè costosetto (8 euro) è pieno di cose buone, la lista dei vini offre il meglio dell’enologia italiana e francese, con tante meravigliose bollicine. Difficile uscirvene con meno di 100 euro a persona. Ma mai, davvero mai come in questo caso, dove c’è gusto….
Via dei Chiavari 4/5 –
Telefono +39 06 68 65 097
Aperto:
– sabato, domenica e lunedì
dalle 19.30 alle 23.45
– martedì, mercoledì, giovedì e venerdì:
dalle 12.45 alle 14.45
dalle 19.30 alle 23.45
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