Stefano Chinappi ormai dal 2006 ha trasferito la passione e l’esperienza per la cucina di mare della sua famiglia qui a Roma. Oggi la nuova sede è in zona Salario, in via Valenziani, non lontano da piazza Fiume. Una sala a due piani, arredati in stile classico, sempre fiori freschi ai tavoli, mise en place elegante. Nessuna pretenziosità però. Anzi. Il passo e l’accoglienza di Stefano sono molto informali, calorosità e voglia di indovinare i tuoi desideri fanno sentire a casa.
A seguire gli ospiti anche la moglie Elena: nonostante il servizio complessivamente sveglio e competente nessuno dei due perde di vista i clienti e le comande. L’attesa ai tavoli, anche nelle sere più affollate, è sempre sotto controllo.
Da Chinappi il pesce di Formia continua ad essere la materia prima di riferimento, e così come nel ristorante di famiglia anche qui la pasta viene sempre proposta a fine pasto, solo prima del dessert. Noi cominciamo con un antipasto classico, delle ottime alici marinate, carnose e sapide, un’insalatina di calamari e, soprattutto, una robusta e riuscita interpretazione della tiella di polpo, con pomodorini e olive di Gaeta.
Quasi un piatto unico, torta rustica dal sapore deciso, la tiella di Gaeta è una delle ricette tradizionali della costa del basso Lazio. Ingredienti semplici, richiama il pane e companatico povero dei pescatori di una volta.
A seguire, un altro dei piatti simbolo del ristorante, la sogliola alla Chinappi. Cottura delicata e leggera che prevede una salsetta al limone, densa e profumata accompagnata da verdure di stagione, nel mio caso delle scaroline ripassate in padella e rese vivaci da un pizzico di peperoncino. Quasi un sapore di infanzia: sfido chiunque ad essere sfuggito, da bambino, alla «cura della sogliola».
Il pane è buono, la carta dei vini si difende senza essere chilometrica e rispettando le regioni di prossimità brillando per quantità e qualità di bollicine — insieme al pinot nero la grande passione di Stefano.
Che infatti al tavolo vicino tra una comanda e l’altra ha improvvisato con degli amici una degustazione di prosecco e gentilmente ci offre un bicchiere di “Servo Suo” accanto ad una sottilissima julienne fritta di zucchine e patate.
A chiusura, come da precetto chinappiano, un piatto in corso d’opera di spaghetti con minuscoli calamaretti. Cottura perfetta, gusto classico, quasi un aglio e olio marinaro con un pizzico di peperoncino che, anche qui, ci sta.
Se non si rinuncia al dessert, una golosa mattonella di cioccolato con crema di pistacchi, con dell’ottimo cacao.
Ecco, infine, qualche altra proposta dalla lettura del menu: baccalà ripassato con pomodorini olive e ‘chiapparelli’, trancio di pezzogna in crosta di patate, zuppa di pesce, filetto di coccio all’acqua pazza in tegamino, calamarata di Gragnano con ragout di sparnocchie, linguina con papiro peloso (granchio di scoglio di Formia), tagliolini fatti in casa con gamberi di Ponza, raviolo farcito di ricciola con vellutata di ‘friariello’, gnocchi con pesto e filetto di triglia. Diverse possibilità di menu degustazione, conto medio sui 70 euro.
Virginia Di Falco
Chinappi
Via Augusto Valenziani 19
Tel: 06.4819005
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso lunedi
www.chinappi.it
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