di Virginia Di Falco
Sarà l’atmosfera che si respira appena entrati, gli arredi classici con le riproduzioni del Settecento francese alle pareti, oppure le tavolate borghesi della domenica a pranzo, ma sembra difficile credere che Casa Coppelle sia un ristorante di appena cinque anni. Per tipologia viene molto più facile accostarlo a Nino in via Borgognona o a Checchino al Testaccio, invece è solo nel 2009 che Omar e Rachele Capparuccini, romano lui francese lei, hanno aperto questo elegante locale tra il Pantheon e piazza Navona. Anzi. La scorsa estate lo hanno completamente rinnovato, con l’aiuto di un architetto d’Oltralpe ma, soprattutto, si è rinnovata la cucina con una decisa sterzata verso equilibrio e solidità dei piatti.
Una bella sorpresa, dunque, perché pranzare in un giorno di festa, con il locale pieno e un servizio che non va in affanno, sempre professionale, e con la giusta attenzione al cliente, sono dei bonus di non poco conto. Tanto le famiglie italiane con pargoli al seguito, quanto gli stranieri seduti accanto a noi, sembrano apprezzare; e le richieste di chiarimenti o curiosità sul menu diventano un piacevole scambio di chiacchere.
Alla carta si può scegliere di affidarsi alla tradizione, con le ricette dei classici romaneschi; optare per qualche piatto più innovativo dello chef oppure per la sezione francese — soupe d’oignons in testa. Una tripartizione che troverete a fine pasto anche nella lista dei dessert.
Tra la ricca scelta di antipasti, uno sfizioso cannolo croccante con mousse di melanzane su cipolla caramellata, pomodorini confit e ricotta salata, dal giusto equilibrio tra gli ingredienti; ma che forse avrebbe reso di più con una farcia tiepida anziché fredda.
Buona materia prima anche nei classici spaghetti alla carbonara, ricchi e saporiti, anche se l’uovo era andato un pochino più in là del dovuto, forse solo per i tempi di servizio, più che di preparazione.Tra i secondi di pesce, invece, delicati e ben eseguiti i filetti di pezzogna confit con cipollotti, pomodorini e patate saltate al timo.
Ma è con l’ossobuco su purè di patate che davvero si restituisce la sensazione precisa, istantanea e inconfondibile del pranzo della domenica. Con il piatto di carne reso sontuoso dalla sua salsa di cottura che si incontra ad ogni boccone con la cremosità delle patate, in una porzione che – se vi sarà rimasto un briciolo di ritegno – non riuscirete a finire.
Per chiudere un delicato fagottino alle mele profumato ai chiodi di garofano oppure un giusto omaggio alla patria della padrona di casa, con un discreto Paris Brest al cioccolato.
Carta dei vini piuttosto ampia e articolata che si muove, come tutto qui, con disinvoltura tra Italia e Francia e una mescita altrettanto varia, anche se dai ricarichi importanti.
Un posto da consigliare se avete voglia di fuggire dal caos di turisti e bancarellari del centro storico, se pensate che classico non sia sinonimo di vecchio e se credete che giovane non faccia per forza rima con improvvisazione.
Piazza delle Coppelle, 49
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso: mai
Tel. 06 68.89.17.07
Cell. 338 68.10.585
www.casacoppelle.it
Conto sui 55 euro
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