Roma. Ristorante Ba” Ghetto. Qui c’è la buona cucina kosher

Via del Portico d’Ottavia 57
Tel. 06.68892868
www.kosherinrome.com
Aperto sempre
Chiuso venerdì sera; sabato a pranzo
Da 20 a 40 euro
di Tommaso Esposito

Siamo nel cuore del ghetto di Roma segnato al confine dal tempio che Augusto dedicò alla sorella Ottavia e dal Teatro che Marcello edificò solenne.

Al di là del Tevere.
Uno sguardo sulla storia che a Roma mai ti abbandona, anzi ti insegue e ti coccola.
Cucina giudaico romanesca, ma anche medioorientale.
Tutta kosher: niente latte né latticini; nessun crostaceo o invertebrato; carni controllate e macellate secondo le rigide norme della torah.
Proviamo.
C’è gran folla di turisti, ma tutto funziona.
C’è il menu Antico Ghetto e quello del Sinai, ma si concede un qualche scambio di vivande.
Poi c’è la carta.
Vediamo.

Falafel, le polpette di ceci, con il  Misto di salse: humus di ceci, tehina di sesamo , baba ghanoosh di melanzane e quella di peperoncino verde piccante. Buon inizio, non le solite polpettine surgelate e untuose, ma croccanti. Buone le salse.

Accompagna il pane azzimo. Caldo.

Concia di zucchine su letto di carne secca. Suvvia non è il solito salume. Affascina ancora questa tecnica di conservazione al vento o ai fumi. E le zucchine sono buone.

Il carciofo alla giudia. Immancabile sulla tavola romana, sebbene nasca come cibo rituale nel Kippur, la ricorrenza dell’espiazione. Fritto croccante asciutto, dal cuore umido e gustoso.

Il cous cous bamia. Da provare. Ha tenera carne di manzo e questo ortaggio che sembra una zucchina a forma di corno e dal sapore di melanzana.

Ben fatto è l’abbacchio alla romana con patate. Sugoso e succulento.

Così pure lo shawarma, l’altro nome, quello arabo, del kebab accompagnato da pomodori al sesamo.

La dolce baklawa per concludere. Echi d’oriente con la frutta secca, le mandorle, i pistacchi tritati e amalgamati nel miele. Racchiusi nella sfoglia di fillo.

Infine il tè alla menta con arachidi tostate.
E’ l’altra tavola quella che qui si gusta.
Ben oltre la griscia e l’amatriciana.
Roma semper caput mundi!


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