di Virginia Di Falco
Non so se è per banale spirito di contraddizione. Ma dopo tante nuove aperture, nuove formule, nuovi locali multifunzione viene sempre voglia di fare pausa con un buon vecchio tranquillo ristorante. Soprattutto se ‘vecchio’ sta per consolidato, affidabile, confortevole. Proprio come l’Antico Arco di Patrizia Mattei, posticino sempre piacevole da frequentare, da quasi vent’anni in uno dei quartieri più suggestivi e panoramici della città.
Siamo al Gianicolo, in un palazzetto ottocentesco, con le sale ristrutturate nel 2009 con garbo moderno e sensibilità per i colori chiari e luminosi. Medesimo tocco delicato troverete nella mise en place e nel servizio, molto attento e puntuale ma senza pedanterie.
In cucina, dal 2008, un executive chef di origine albanese, Fundim Gjepali, da 18 anni in Italia, dopo qualche stage in Spagna e Francia. La scelta, precisa e determinata, di esprimersi con la cifra di un Mediterraneo aperto, lieve, senza steccati. Che infatti ritrovate in quasi tutti i piatti, nelle erbette profumate, nella scelta delle spezie, nell’abbinamento dei prodotti. Con proposte sempre di carattere ma mai troppo cariche o squilibrate.
Il benvenuto con la sua versione del tzatziki vi dice sin dall’inizio da quale parte del mondo starete durante la degustazione, preparando le papille con una bella spinta acida e rinfrescante. La lettura del menu – che a pranzo è una versione un po’ piu’ light di quello serale – descrive una cucina curiosa e innovativa, anche se lo sguardo sulla Roma classica, proprio come dal belvedere del Gianicolo, è sempre presente.
Alla carbonara si da’ un tocco di stagione con i fiori di zucca d’estate e il tartufo in autunno, il ragu’ alla romana si reinventa col riso Carnaroli, il caprino e i fagiolini, l’agnello è proposto in tataki come antipasto.
Gustosa ed equilibrata la millefoglie di alici gratinate con burrata e fiori di zucca; ricco ma non greve il rosso d’uovo pochè, con una crema di ricotta delicatissima (presentata al posto dell’albume), cavolfiore e puntini di tartufo nero.
Classica ma impreziosita da un tocco speziato la zuppa di ceci di Spello e castagne all’anice servita con briciole di pane tostato al rosmarino. Ben equilibrati e ricchi di sapore i ravioli di spigola e scorfano con una salsa all’arrabbiata di pomodorini datterini.
Tra i secondi, battuta di fassona con foie gras affumicato e champignon e filetto di manzo con panure di nocciole (ma di sera la carta dei secondi piatti è più ampia).
Si chiude con dessert che, anche in questo caso, denotano una mano solida ed esperta che non rinuncia a qualche guizzo di fantasia. E non si resta delusi dalla classica cheese cake e dalla sfoglia tiepida con zabaione e frutta (che io però libererei volentieri dalla ‘grata’ di zucchero).
Una carta dei vini ampia e interessante, con una ricca offerta al bicchiere completano un’esperienza davvero piacevole.
Conto medio intorno ai 60 euro.
Piazzale Aurelio, 7
Tel e Fax: +39 065815274
Sempre aperto, a pranzo e a cena
www.anticoarco.it
info@anticoarco.it
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