di Floriana Barone
Ha riaperto a fine giugno, dopo un necessario restyling del locale e del menu, sotto un nuovo marchio: in questa torrida estate romana, Sforno di Stefano Callegari ha accolto i clienti in una veste più moderna e accattivante, pur mantenendo un dialogo diretto con il passato, grazie alla presenza in carta di alcuni cavalli di battaglia, che qui hanno fatto storia. Sforno è stato inaugurato nel 2005 nel quartiere Don Bosco: non è mai stata una semplice pizzeria di quartiere, e, fino a qualche anno fa, rappresentava una vera e propria istituzione nel panorama della pizza romana.
Nessun giro di parole: vi elenco alcuni punti a favore del nuovo Sforno e qualche dettaglio che, a mio avviso, andrebbe, invece, leggermente rivisto.
Ho trovato il servizio veloce e affabile. Vivace e stimolante anche l’atmosfera davanti al forno a legna, con i pizzaioli che lavorano a ritmo sostenuto.
Molto buoni i supplì e fritti: da assaggiare, oltre al supplì classico (3€), anche quello cuore di bufala. Da Sforno è ancora grande protagonista il supplì Frascati e Porchetta, realizzato con rosmarino, salvia, finocchio selvatico e vino bianco. Buone anche le chips di patate cacio e pepe (5€). Convincente il baccalà panato, che di solito nella Capitale si prepara in pastella: un classico tra gli antipasti delle pizzerie romane. Sul menu spiccano anche una selezione di formaggi e salumi e alcune bruschette, come quella Burrata e Alici (5€).
Le pizze in elenco sono molteplici, forse troppe (35). Sono caratterizzate dal tradizionale stampo di Callegari, tutte a lievitazione naturale e con mix di farine selezionate e macinate a pietra. Il menu comprende quelle della tradizione romana, come l’(A)matriciana (13€), l’inimitabile Cacio e Pepe e la Saltimbocca (12€), condita con fior di latte, prosciutto crudo, vino bianco e salvia. Assoluta novità da Sforno sono invece le pizze Giro del Mondo, come la Crucca di Germania (15€), con scamorza affumicata, wurstel artigianale tedesco knacker e, in uscita, salsa verde realizzata con prezzemolo, acciughe, mollica di pane, capperi, uova, aceto, sale e pepe, la Monte Poro (13€), con patata lessa schiacciata, provola affumicata, olive carolea, ‘nduja di Spilinga, origano fresco e olio Evo pugliese o la Valle d’Itria (13€), con fior di latte, foglie di caciocavallo e, in uscita, capocollo fritto e confettura di cipolla rossa.
In carta c’è ancora la Greenwich, cavallo di battaglia di Callegari. Per le pizze della tradizione segnaliamo il calzone romano (11€) e le tre Margherite (la classica a 8€, quella con bufala a 10€ e la Supermargherita a 10€, gustosa ed equilibrata). A mio parere, sarebbero, invece, da rivedere alcuni topping, che non riescono a lasciare il segno: la Monte Poro risultava eccessivamente secca e la Valle D’Itria, al contrario, troppo carica.
Completano le proposte le birre artigianali, alcune etichette di vino e di bollicine.
Sforno di Stefano Callegari
Via Statilio Ottato, 110/116,
00175 Roma
Aperto a cena tutte le sere (chiusi per ferie dal 13 al 18 agosto)
Tel: 06/71546118
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