di Virginia Di Falco
Ebbene sì. La App della Guida alla pizza napoletana finisce per diventare uno stimolo alla ricerca della migliore mai infornata anche nella capitale.
Pochi dubbi, allora, a puntare dritti sul forno a legna della Fucina, in via Giuseppe Lunati (zona Portuense).
Idee chiare sin dall’inizio questo Edoardo Papa: sul tipo di lievitazione, sulla qualità – quasi totalmente certificata biologica – degli ingredienti e, persino, su come servirla a tavola. Rigorosamente una alla volta, già tagliata a spicchi, al centro del tavolo. Così tutti la mangiano calda. E meglio. Anzi. La degustano.
Già. Degustazione qui è la parola chiave. A scanso di equivoci stampata anche sul biglietto da visita. Lo si capisce dalla selezione attenta e scrupolosa dei prodotti base, a partire dalle farine semi-integrali biologiche della pasta. Dal (poco) lievito lasciato lavorare il giusto (24 ore) per ottenere una pizza leggerissima dagli alveoli giganteschi.
E lo si capisce leggendo il menu e i tanti ingredienti delle farciture: verdure di stagione, alici di Cetara, mozzarella e ricotta di bufala, lardo e salumi toscani, pistacchi siciliani, una mortadella strepitosa. Alla carta, la degustazione può seguire quattro percorsi: di mare (ad esempio con gamberi rossi e fiori di zucchina o con tonno, capperi di Salina e pesto alla menta), di terra (con la cicorietta di campo e la ricotta di pecora oppure con verdure di stagione e conciato di San Vittore), della tradizione (margherita, marinara e così via) e quelle diventate ormai “classiche” della Fucina (tra le altre: con salmone selvaggio e ricotta di pecora; con prosciutto cotto san Giovanni, patate e gorgonzola; con mortadella e pistacchi di Bronte).
Io ho provato, dalla tradizione, la classica “rossa” con una salsa di pomodoro davvero notevole, e dal menu di terra la pizza con il lardo biologico, una julienne di zucchine (in stagione qui ci sono i carciofi) e di patate cotte nel forno a legna. Infine, l’intepretazione fuciniana di una delle mie preferite, “acciughe e fiori di zucca”, qui con le alici di Cetara ed una strepitosa ricotta di bufala nascosta tra i fiori. Leggera, leggerissima la pasta. Quasi un pretesto per accompagnare abbinamenti golosi.
Il servizio, ben collaudato (e “preservato” anche dalla recente chiusura il sabato), ha il giusto tono di familiarità in un ambiente molto curato anche se semplice e rustico. In sala tutto gira alla perfezione grazie a due bravi pizzaioli molto in sintonia tra loro. Si beve qualche buona etichetta di vino e, soprattutto si sceglie da una lista di birre divertente e competente. Per chiudere in dolcezza ci sono i dessert di «Cristalli di Zucchero».
Conto sui 30 euro (si va dagli 8 euro della pizza “rossa”, la più semplice, ai 12 per una margherita, ai 20 di media per le altre). Tutti ben spesi.
Via Giuseppe Lunati, 25/31
Tel. 06.5593368
Aperti solo la sera
Chiusi il sabato
Dalla domenica al venerdi: ore 19.30-23.00
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