di Virginia Di Falco
Stavolta parto dalla cortesia dello staff. Che di fronte a ben mezz’ora di ritardo sull’orario di prenotazione (a fronte dei dieci minuti annunciati da una telefonata fatta in corsa) non mi ha buttata fuori.
E in effetti la cortesia e l’attenzione in sala sono un bonus di questa piccola osteria di Trastevere aperta quasi dodici anni fa, a due passi dall’isola Tiberina. Servizio veloce ma accorto e partecipato, due salette arredate con cura e tanti piccoli tavoli descritti un po’ ovunque come molto ravvicinati, ma che a me sono sembrati disposti piuttosto bene. E comunque in un bistrot parigino nessuno avrebbe nulla da dire sul punto.
La cucina viaggia tra i classici romaneschi, a partire dall’amatriciana, e diversi spunti siciliani, alleggerendo e reinterpretando la tradizione marinara dell’isola, terra d’origine dello chef.
Si può cominciare con una semplice insalata di polpo, o con le tipiche panelle di ceci, buone e non eccessivamente unte, anche se che forse sarebbe meglio accompagnarle anche soltanto con un mini panino al sesamo, o comunque con una sfizioseria “panosa”, come da tradizione.
Tanto i primi che i secondi di pesce riportati in carta possono variare a seconda del mercato e quindi non sempre troverete i ravioli di spigola o gli spaghetti ai ricci di mare, il che ovviamente è un altro punto a favore di questo posto.
Molto buoni, tra i primi piatti, quelli che col tempo sono diventati il vero e proprio must dell’osteria: i tagliolini all’uovo con calamari e pomodori secchi, piatto ricco e succulento, ben equilibrato. Meno convincenti i paccheri con la pescatrice, perchè il sugo di pomodoro e soprattutto il formaggio (troppo) finiscono per coprire completamente il sapore di un pesce, peraltro grasso, e che quindi se la cava benissimo quasi da solo.
Gustose le polpettine di pesce spada con pomodorini freschi tagliati a dadini e un po’ di provola che regala un effetto fumè, molto piacevole, a tutti gli ingredienti.
Nel complesso una cucina abbastanza solida, senza grandi guizzi ma lineare e sicura di sé.
Si chiude con la classica cassata (arriva direttamente da Palermo) oppure con un delicato pasticcio di mele con gelato alla vaniglia profumato alla cannella. Una proposta di vini ampia (500 etichette circa) e ben presentata, con possibilità di scelta al bicchiere.
Conto medio, alla carta, sui 55 euro.
Piazza della Gensola, 15 (Trastevere)
Tel. 06.58332758
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso: mai
www.osterialagensola.it
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