L’Osteria Benaco ha chiuso nell’ottobre 2014. Lasciamo la recensione per archivio
di Virginia Di Falco
Una recensione a metà. Nel senso che possiamo parlare a ragion veduta solo di una delle due parti, una marinara l’altra romanesca, in cui si divide il menu di questa recente osteria, segnalata, tra gli altri, da Gianni Mura sul Venerdì di Repubblica qualche mese fa.
Siamo nel quartiere Trieste, in una delle strade parallele alla Salaria, a due passi da Villa Ada, un localino semplice e molto moderno dal doppio volto tra gestione e cucina: napoletano e romanesco.
Una piccola cantina ma con diverse valide proposte, qualcuna quasi di nicchia, la possibilità di mescita. Proprio l’occhio attento ai vini e ai prodotti selezionati con cura, tutti locali o campani con un’interpretazione schietta delle ricette tradizionali solo alleggerita e mai stravolta in cucina, devono aver convinto gli amici di Slow Food ad inserire Benaco tra le novità della Guida 2013. Il servizio, dai toni discreti ma non freddi, è in linea con un’atmosfera piacevole e rilassata, segnata – come si capisce sicuramente a pranzo – dai ritmi e dai tempi dei clienti abituali.
Un menu che ha senza dubbio il merito di essere immediato: parmigiana di melanzane, mozzarella di bufala o carciofo alla giudia, tra gli antipasti; poi pasta e fagioli, matricianella o cacio e pepe tra i classici primi piatti romani e, ancora, abbacchio al forno, coda alla vaccinara, polenta e spuntature e via andare. L’altra metà è invece dedicata alla cucina di mare. Ed è proprio qui che ci è sembrato di trovare più di una nota dolente. Innanzitutto l’uso spropositato del pomodoro. E’ vero che il ragù con il pesce da taglio non deve essere per forza bianco, ma di certo se si accompagna con una abbondante salsa densa e dolce il rischio certo è di coprire completamente il mare. E poi, una salsa dolce e densa con i cannolicchi diventa un delitto. Dolce su dolce. Nessuna acidità, nessuna spinta. I poveri molluschi, serviti peraltro sulla pasta con ancora le conchiglie (e non tutte intere!), sono praticamente morti due volte. Peccato.
Nella norma, invece, l’orata al forno con le patate e le mazzancolle servite in una gratinatura speziata ma forse un po’ troppo sapida. Insomma, il lato B della cucina, quello marinaro, è senz’altro da rivedere e l’innesto campano del locale dovrebbe suggerire una sterzata verso la semplicità con il pregio, tra l’altro, di valorizzare proprio la freschezza del pesce.
Si chiude con dolci casalinghi e un conto “salvadanaio” sui 30 euro — che di questi tempi non guasta.
Osteria Benaco
Via Benaco, 14 (Quartiere Trieste)
Tel. 06.85357841
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso: sabato a pranzo e domenica sera
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