di Floriana Barone
Officina Pizza e Burger a Roma. Ci sono tornata in un affollato sabato sera: le due sale del locale del quartiere Appio Latino erano strapiene, con numerose famiglie e qualche giovane coppia che ordinava la pizza. Due mesi fa ero presente all’inaugurazione del nuovo format: prima, infatti, Officina era solo un pub, poi si è trasformata in un ristorante-pizzeria.
L’ambiente rispecchia la passione per i motori e il “fai da te” dei proprietari, i fratelli Arcangeli, che hanno arredato il posto con ferri da lavoro, targhe vintage, pompe di benzina, una vespa e una vecchia cinquecento trasformata in una colorata seduta. Quella sera, a Officina, c’era anche Marco Lungo: a lui è stata affidata la consulenza per la pizza e i fritti.
Ho deciso di passare nuovamente da Officina non a caso, spinta dalla curiosità dopo aver letto alcune recensioni negative sul solito TripAdvisor, in particolare nei confronti dei fritti e del servizio poco attento e approssimativo, secondo il giudizio di alcuni clienti. E stavolta sono tornata in totale anonimato e da pagante.
Partiamo dalle materie prime utilizzate: la carne proviene dalla Macelleria Sartor di Testaccio, la pasta dal Pastificio Mancini, le verdure e le uova sono di produttori laziali. Il pomodoro San Marzano campano arriva da una piccola ditta, la mozzarella da un minuscolo caseificio di Vico Equense. La farina è una realizzazione di Marco Lungo di qualche tempo fa: farina di tipo 1 del Molino Gatti senza additivi, coadiuvanti, enzimi o conservanti e con monograno italiano, con un blend di altre farine, tra cui le biologiche del Mulino Marino.
Per la pizza Marco ha scelto un impasto indiretto con l’utilizzo della “Biga Lungo”: 0,3 gr di lievito ogni kg di farina con una lievitazione di 24 ore della biga più altre 48 dell’impasto. La quantità di lievito quindi è quasi inesistente. La cottura è bassa: 330 gradi nel forno a legna Valoriani per 3 minuti. La pizza è fragrante e digeribile, ben cotta, ma mai bruciata. La base è fortemente caratterizzata dal sapore integrale, che personalmente apprezzo molto: si percepisce bene in bocca il sapore del grano. Qualche esempio? La pizza Cuscinetto (rosmarino e lardo di colonnata), la Martello (fior di latte, porcini, tartufo) o la Vite (fior di latte, gorgonzola, guanciale, patate, cipolle, parmigiano). Neanche a dirlo, sono tutti nomi ispirati al mondo delle quattro ruote.
I supplì sono preparati con riso carnaroli pregiato dell’Azienda agricola Tenuta Castello con una perfetta tenuta alla cottura. Nel supplì i chicchi di riso sono chiaramente separati l’uno dall’altro. La panatura, color oro scuro, che sembra molto cotta, quasi tostata, è a mio avviso eccellente, forse di difficile comprensione da parte di un pubblico abituato a un supplì diciamo più “commerciale”: il supplì è croccante e non rilascia tracce d’olio sul piatto, nonostante la frittura, non si sgretola in mano e la mozzarella fila alla perfezione, come vuole la tradizione romana del “supplì al telefono”. Sul menu ci sono anche i supplì ‘nduja e quelli porcini e provola. Tra i fritti, mi è piaciuto il baccalà pastellato al carbone vegetale con maionese alla banana: non il solito antipasto da pizzeria, ma un fritto ben ideato e molto originale. Non ho avuto modo invece di assaggiare i primi e i secondi del menu, come le mezze maniche alla gricia o i tonnarelli cacio e pepe con scampi e lime, la tagliata e il filetto di manzo.
Ho apprezzato invece i burger di carne: in particolare ho gradito la felice accoppiata salato-dolce del Donut Burger, con ciambella fritta dolce imbottita con hamburger, pomodoro verde, doppio cheddar e cipolla caramellata. Interessante anche la proposta di un Waffle Burger, il dolce belga riempito con hamburger, bacon, avocado e salsa allo yogurt. Molto buono anche il semplice Cadillac: burger di manzo con bacon, insalata e mozzarella di bufala e il contorno di patate fritte, cotte insieme alla buccia, sempre croccanti e saporite all’esterno, ma morbide all’interno.
Per i dolci, assolutamente degno di nota il tiramisù della casa e interessante anche il tortino al cioccolato con cuore caldo, cotto al momento.
In merito al servizio, nonostante il locale fosse al completo, i proprietari e il personale in sala sono stati molto accoglienti e attenti alle comande e alle nostre particolari richieste. Unico appunto: si avverte l’assenza di un coordinatore di sala, che sarebbe molto utile per dirigere meglio il personale e spiegare ai clienti il volto autentico del locale, che vale la pena di scoprire.
Officina Cucina,Pizza, Burger e Birra
via Populonia, 19 00183 Roma
Tel. 06 9357 1248
officinabirra@gmail.com
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Aperto solo a acena
Chiuso il lunedì
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