L’ASINO D’ORO HA CHIUSO. LASCIAMO LA NOSTRA SCHEDA PER ARCHIVIO
di Virginia Di Falco
Alcune volte c’è proprio bisogno di una cucina rassicurante. Hai voglia solo di trovare nel piatto i sapori che ti immagini. Perché li conosci. E riconosci.
Allora. Un po’ di recensioni e pareri amici li avevo raccolti, nell’ultimo anno anno e mezzo. Da quando Lucio Sforza si è trasferito nel rione Monti, in via del Boschetto, dopo un breve passaggio a Montesacro e – soprattutto – dopo essere stato nella “sua” Orvieto per una decina d’anni.
Molto territorio e molta memoria in cucina, rispettando il più possibile la stagionalità. La pensa sempre allo stesso modo Lucio, anche ora che finalmente ha trovato casa e bottega in un quartiere della capitale sempre ricco, negli ultimi anni, di stimoli gastronomici.
Arredo minimal ma coloratissimo, tra giallo e blu intenso, piccoli tavoli quadrati apparecchiati in maniera molto easy, un servizio misurato ma sciolto, una carta dei vini non ampia ma ben studiata e una bella scelta di birre artigianali.
Il benvenuto con carciofi e pecorino e, soprattutto, con pane buono.
Variegata e sfiziosa la scelta degli antipasti (sui 10 euro, come i primi piatti) e secondi di carattere (in media 15 euro).
Una convincente frittata con le castagne per cominciare, morbida e profumata con un olio extravergine di oliva davvero notevole.
Delicata la crema di ceci neri, mentre i lombrichelli (pasta fresca tirata a mano, una sorta di tonnarelli) con tartufo nero, piopparelli e noci è risultato essere il piatto meno convincente, con il tartufo a coprire tutto il resto e le noci che riescono ad esprimere solo la croccantezza. Meglio sarebbe stato valorizzare i funghi di stagione e lasciare al loro destino, in un primo piatto ad hoc, il tubero più prezioso. Robusti ma gradevolmente speziati i tonnarelli con il sugo delle polpette di gallina “ubriaca”.
Con il tortino di pane e patate ai funghi porcini secchi si ritorna ai sapori più ancestrali, gusto deciso e delicato insieme, il tutto tenuto insieme dalle diverse consistenze: piatto semplice e pulito. E poi si viaggia tra Tuscia e Maremma, con lo spezzatino di agnello cotto nel buione, con i pinoli e profumato intensamente al rosmarino (il buione o buglione, è la salsa di cottura delle carni “robuste” a base di vino e pomodoro, anche con un po’ di concentrato).
Si chiude con una spuma di ricotta e meringhe oppure con la versione “povera” del tiramisu preparato con il pane.
Sapori forti, come le radici dello chef, senza molti compromessi, di mano schietta. E con un rapporto qualità/prezzo (conto sui 35 euro) che è una ragione seria per tornare.
Via del Boschetto, 73 (Monti)
tel. 06.48913832
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso: domenica sera e lunedi
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