Roma, Fuorinorma. Ristorante convincente e divertente a Ostiense

Fuorinorma a Roma
Via Giuseppe Giulietti, 5
Tel. 351 510 2990

Aperto: tutti i giorni a cena, venerdi, sabato e domenica anche a pranzo
www.ristorantefuorinorma.it

di Virginia Di Falco
Un ancoraggio alle basi della cucina italiana divertente e divertito. Forse potrebbe essere questa la battuta giusta per riassumere la proposta del ristorante Fuorinorma, aperto a Ostiense poco più di due anni fa.
Siamo a due passi due dalla Piramide Cestia (dunque veniteci con la Metro, invece di cercare un impossibile parcheggio, approfittando del doppio miracolo: funziona ed è aperta in orario da dopocena) in un quartiere che ha conosciuto negli ultimi anni l’apertura di molti locali che davvero valgono la sosta.

Arredo scuro, semplice ed elegante, per una quarantina di coperti con qualche tavolo fuori, finché il tempo lo permette. Servizio di grande garbo e vivacità, il pane è buono, la carta dei vini offre diversi spunti (e possibilità al calice) di etichette naturali e produttori regionali.

Cambio di passo tra pranzo e cena così come tra una stagione e l’altra: la lavagna in bella vista all’ingresso è chiara e completa, anche per i fuori menu, che fanno sempre capolino.

Ci sono un paio di menu degustazione a prezzi piuttosto convenienti; una proposta di ‘coccetti di mare’ (a 10 euro, antipasti serviti in cocci di terracotta, a mo’ di tapas) e una carta con diversi piatti interessanti.

Non manca mai la zuppa di stagione (molto gradevole quella di zucca che abbiamo provato), qualche piatto della tradizione romana vivacizzato da guizzi che non stonano e, in generale, una bella interpretazione di piatti marinari.
Alla guida della cucina (e dell’impresa) Federico Iavicoli, allievo del master in giornalismo enogastronomico del Gambero Rosso della prima ora, passato dal racconto del cibo ai fornelli, con diverse esperienze alle spalle.

Sfizioso il coccetto di mare con pappa al pomodoro e le alici fritte; indovinato l’abbinamento dei gamberi rossi con la salsa di cachi.
Ci è molto piaciuto anche il piatto di spaghetti aglio e olio con i gamberi crudi, con una cottura che esalta la pasta quasi in purezza, potremmo dire.

Golosa la versione mantecata di polenta e baccalà e ben eseguiti i contorni di verdura, nonostante alla vista le zucchine alla scapece non fossero proprio invitanti.

L’impressione generale è di una cucina dalla mano convincente, con molte idee, realizzate con esperienza e divertimento al tempo stesso. Insomma, qui non ci si annoia, né a leggere la carta, né a mangiare.

Il consiglio è di chiudere in dolcezza soft, con una delicata crostata di mele.
Conto medio sui 50 euro.


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