di Virginia Di Falco
Dar Nasone a Roma è un’osteria di moderna impostazione, nata quattro anni fa nel quartiere Africano, uno spicchio del II Municipio chiamato così per le strade che hanno il nome delle vecchie colonie italiane.
Una zona, questa, che storicamente non ha mai offerto granchè dal punto di vista della ristorazione, eccezion fatta per Mamma Angelina, ristorante dall’ambiente familiare che nel corso degli anni ha saputo conquistare il cuore di tanti romani.
Noi abbiamo fatto questa piacevole scoperta grazie alla segnalazione della Guida 2018 di «Roma nel Piatto» delle edizioni Pecora Nera, alla quale siamo molto affezionati.
Il nasone che dà il nome all’osteria fa riferimento alla cannella delle fontane pubbliche che si trovano in tanti angoli delle strade capitoline e che il simpatico proprietario ha pensato bene di portare anche all’interno del locale. Il nasone dell’osteria, però, è particolare: al posto dell’acqua fa infatti sgorgare il rosso della casa e ai clienti viene chiesto di servirsi da soli, riempiendo la classica bottiglia da un ‘quartino’, da mezzo litro o da un litro. Sugli scaffali troverete tuttavia anche qualche etichetta regionale, con ricarichi molto contenuti.
L’atmosfera è molto conviviale, il servizio informale con il giovane oste che si siede al tavolo per spiegare ai clienti menu e fuori menu con qualche simpatica battuta. L’impostazione della cucina è molto semplice: la parte fissa raccoglie l’ABC della tradizione romanesca: dalla carbonara all gricia, alla cacio e pepe alla amatriciana fino ai rigatoni con la pajata, passando per puntarelle e cicoria ripassata, fino alla coda alla vaccinara, alla picchiapo’, e così via.
Poi, alla lavagna, al centro della sala, troverete i piatti che dipendono sostanzialmente dalla stagionalità delle materie prime e dunque da quello che si trova al mercato, con un pizzico di estro e di interpretazione della giovane brigata impegnata ai fornelli. Tra questi, le lenticchie con calamari e gamberi, le polpettine fritte di cacio, oppure le pappardelle con polpo. Porro e pecorino.
L’arredamento, essenziale ma non freddo, anzi riscaldato da tavolacci in legno e qualche pezzo d’antiquariato qua e là, restituisce l’atmosfera genuina da osteria di quartiere, senza ricorrere a nessun tipo di oleografia, dove la cucina racconta soprattutto di piatti immediati, senza orpelli e perciò efficaci.
Tra gli antipasti meritano una menzione speciale i fritti della casa, a partire dai supplì e un leggerissimo tortino di melanzane e pecorino dal gusto delicato.
Passano senza dubbio l’esame la carbonara e la gricia, con le mezze maniche al dente, l’uovo e il pecorino dalla giusta cremosità, guanciale in equilibrio tra grasso e croccantezza e nessun eccesso di sapidità. Entrambe servite – come molti dei piatti – nei tegamini di coccio.
Gustosa la zuppa di zucca, scelta tra i piatti di stagione: un concentrato di sapore come tutti gli ortaggi che quest’anno hanno beneficiato di un autunno particolarmente assolato.
Ben eseguita la vitella alla fornara (anche se dalla carne un po’ troppo grassa) con patate al rosmarino croccanti fuori e tenere dentro proprio come ci si aspetta. Buona anche la trippa alla romana, proposta il sabato come da calendario casalingo, sia per cottura che per equilibrio tra i sapori.
Si chiude con una piccola selezione di dolci classici prodotti in proprio, dalle ciambelline al vino alla crema catalana al tortino di cioccolato, fino al tiramisù.
Nel complesso un formula semplice ed immediata che regge molto bene sia in sala che in cucina, per un conto medio che si aggira sui 30 euro.
Osteria Dar Nasone
Via Fezzan, 24-26
Te. 06 8620 0250
Aperto a pranzo a cena
Chiuso lunedì
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