CIBO LIMATA a Roma
Via Catanzaro, 4 (zona Piazza Bologna)
Tel. 06 4425 8485
Aperto a pranzo e a cena; la domenica solo a pranzo.
Chiuso il martedì.
cibolimata.com
di Virginia Di Falco
Laura e Stefano Limata sono riusciti in una impresa non scontata: mantenere l’atmosfera del posticino di quartiere e, allo stesso tempo, consolidare tutte le caratteristiche di un ristorante vero e proprio. “Cibo” è infatti da quasi 15 anni il locale di famiglia che affianca la storica bottega di gastronomia, distante solo pochi passi.
Arredamento dalle linee eleganti, pulite e moderne, con il tocco d’antan delle sedie da trattoria; sul banco sempre fiori freschi, vera passione di Laura, con i dessert giornalieri in vetrina. Un servizio professionale, anche sul vino, con una carta che raccoglie e accoglie i rapporti con tanti produttori, soprattutto italiani e francesi, nati negli anni con l’enoteca di famiglia.
Non vi è dubbio che tanto nelle relazioni con la clientela quanto nella selezione della materia prima gli anni di esperienza in bottega aggiungono alla gestione del ristorante un bonus di grande valore.
Dalla cucina un menu ricco e vario che si articola in una carta con i classici della cucina italiana, spesso riletti con spunti originali. Alla lavagna, inoltre, non manca mai la lista dei piatti del giorno che guarda prevalentemente a stagionalità e mercato e, infine, l’angolino granitico dei primi romani, disponibili sempre.
I ragù di carne bianchi e rossi, le zuppe, le minestre, i primi e i secondi di mare, la ricca selezione di formaggi: accomodatevi e scegliete, siete al Ristorante!
Nelle nostre ultime visite non abbiamo saputo rinunciare alla coratella con i carciofi così come ai carciofi crudi in insalata con dell’ottimo salmone. Abbiamo trovato conforto in una ribollita toscana così come nel piatto di gnocchi del giovedì, conditi con un ricco ragù alle 3 carni.
Appagante anche la parmigiana di pesce spatola; sfiziose le busiate in versione marinara, con sugo di cernia e bottarga e, sempre sul fronte marinaro, trovate in carta delle buone linguine con cozze e scampi.
Di ottima qualità la tagliata di manzo se invece siete dei carnivori.
Lasciate un po’ di spazio per i dolci di Laura, vale sempre la pena, come nel caso, quando di stagione, del mont blanc, molto ben eseguito.
Conto sui 60 euro, tutti ben spesi.
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la nostra scheda del 30 novembre 2018
di Virginia Di Falco
Un posto al quale siamo affezionati. Lo diciamo subito. Laura Grieco e Stefano Limata hanno approfittato della pausa estiva per dare un nuovo volto al loro CIBO, caffetteria ristorante nato sette anni fa come filiazione della storica bottega di gastronomia di via Padova, in zona Piazza Bologna.
Con il lavoro di un bravo artigiano umbro hanno rivestito di legno e (soprattutto) di calore una sala che ha così acquistato più personalità. Un tocco di raffinatezza e rigore anni Cinquanta: linee essenziali, tovagliato bianco per una quarantina di coperti in tutto, con le intramontabili sedie di una volta.
Grafica e impostazione classica anche per il menu, ricco e ben articolato tra antipasti di mare e di terra, primi e secondi della tradizione romanesca ma sempre con un pizzico di inventiva e una notevole selezione di carni; diverse proposte di taglieri di salumi e formaggi, terreno, questo, della lunga esperienza familiare di Stefano e, infine, i dessert tutti fatti – come sempre – in proprio, dalle crostatine alle mousse, dalla caprese ai gelati e sorbetti.
Doppia di nota di merito, poi, per la carta dei vini, per la bella selezione di bollicine italiane e francesi (una delle passioni di Laura) e, soprattutto, per i ricarichi che sono quelli della loro enoteca, e che dunque invitano a scegliere.
Ma forse la vera novità di CIBO sta nel fatto che Laura ne ha preso saldamente la guida: anche lei, proprio come la sala, ha una nuova luce negli occhi. E l’entusiasmo di chi ha realizzato un progetto al quale pensava da tempo.
E’ passato a lei, infatti, il timone della sala così come della cucina, dove lavora con una piccola brigata sin dalla mattina per impostare la prima colazione (che si continua a servire al banco, ma dalle 10.30) e soprattutto per fare il punto della situazione sulla spesa e il menu del giorno. Accanto alle proposte della carta, infatti, ci sono sempre i piatti fuori menu che approfittano di stagionalità e mercato.
E proprio dalla lavagna abbiamo pescato, è il caso di dire, i ravioli di spigola ai frutti di mare, di buona fattura e consistenza con un indovinato e saporito fumetto. Corroborante e profumata la zuppa d’inverno, altro fuori carta, con un equilibrato mix di verdure, legumi, patate e cavolo nero di stagione, servita con crostini di pane integrale.
Goloso il piatto di gnocchi di patate fatti a mano con un ragù classico rinforzato nel sapore dal macinato di tre tipi di carne.
Sfiziose le polpette schiacciate di melanzane, mentre la memoria dei piatti casalinghi viene solleticata dal coniglio alla cacciatora (da azienda agricola biologica), qui servito con i broccoletti di Anguillara ripassati in padella.
Insomma, insieme ad un look rinnovato, abbiamo trovato più di una conferma in una cucina da ristorante solida e concreta, sempre dai piatti generosi, e, allo stesso tempo, per nulla seduta. La sala gira bene, con professionalità, grazie soprattutto alla contagiosa vivacità della padrona di casa.
Conto medio sui 50 euro, in un felice rapporto tra costo e qualità.
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qui di seguito la nostra recensione del 2015:
di Virginia Di Falco
Aperto tre anni fa, quasi come naturale (in realtà molto ragionata) prosecuzione del lavoro della gastronomia Limata in via Padova, in zona piazza Bologna, Ci.B.O. (acronimo che sta per ‘Con infinità bontà’, ne avevamo parlato qui) è diventato ormai un punto di riferimento anche per la ristorazione serale.
Dalla mattina presto (è aperto dalle 7:00) con un ottimo banco per la prima colazione, al lunch di lavoro, con un piccolo menu e i piatti ‘espressi’ della tradizione romanesca, al fornitissimo banco dei piatti d’asporto fino agli aperitivi: nel corso di questi tre anni, grazie sicuramente al traino di un’esperienza nella selezione dei prodotti lunga mezzo secolo, CIBO è riuscito a ricavarsi un solido spazio in un quartiere che era, e resta, residenziale e che, ci racconta Stefano Limata, ha mostrato di apprezzare l’iniziativa di un piccolo ristorante di qualità.
L’ambiente è molto moderno ed essenziale, i tavoli ‘sociali’ che di mattina consentono di condividere la lettura dei quotidiani tra due chiacchiere e un caffè (ma anche un vero croissant, con burro eccezionale), di sera si distribuiscono nella sala e si vestono di rosso scuro. Servizio molto easy, giovane ma competente, cortese e simpatico; una bella selezione di etichette nazionali e champagne (e qui ritorna l’expertise di via Padova) con la possibilità di scelta al bicchiere.
Il criterio di spesa e approviggionamento è il medesimo della gastronomia da asporto: ottima qualità dei prodotti, legati per quanto possibile al mercato e alle stagioni. Ecco perchè di scritto non troverete un menu, ma due lunghe lavagne che vengono aggiornate di volta in volta.
Gli antipasti, con i primi e i secondi piatti sono ben distribuiti tra carne, pesce e verdure. Sempre disponibili taglieri di salumi e formaggi, non solo italiani. Il pane, da quello semi integrale cotto a legna, a quello con noci e uvetta, fino ai mini croissant salati, si lascia – ahimè – mangiare. Conviene quindi stare attenti, anche perchè le porzioni sono generose.
Tra i piatti provati – e da provare – un cartoccio (o cuoppo, se preferite) di calamaretti, dalla frittura asciutta e leggera; una ‘cacio e pepe’ con i carciofi fritti, con un bell’equilibrio di cremosità e croccantezza; le mezze maniche alla gricia vivacizzate dal peperoncino verde appena scottato; i tonnarelli al ragù bianco di orata. Meno convincenti quelli al ragù di coniglio (il troppo pomodoro penalizzava la carne). Anche la classica carbonara è ben eseguita.
Davvero indovinata la cottura dell’agnello, tenero e succoso, servito su crema di cicerchie e cicoria ripassata. Grande attenzione alle verdure, dicevamo, interpretate in cento modi diversi, anche se il podio, qui, è sempre dei carciofi, con quelli alla romana fatti proprio perbenino.
In chiusura i dolci della casa, dalla torta ricotta e pere, alle crostate, alla cheesecake, fino alla più tradizionale bavarese.
L’impressione della cucina è di una mano sicura: il giovane chef Antonio Cecchi fa esercizio continuo di romanità con dei prodotti eccellenti e ogni tanto si diverte a metterci del suo, sempre con risultati molto rispettosi tanto della tradizione quanto di un pubblico che – soprattutto di questi tempi – chiede di essere confortato più che stupito.
CIBO LIMATA
via Catanzaro 4/A
Tel 06.4404825
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