Via Giuseppe Gioacchino Belli, 59-61
Tel. 06.3210992
Sempre aperto, chiuso il sabato a pranzo e la domenica, i festivi. Ferie in agosto
Scheda precedente in questo sito
di Giancarlo Maffi
In realtà non ho mai pensato di scrivere qualcosa su Arcangelo Dandini….
Perché di Arcangelo e della sua gentile signora Stefania noi, gastrofans saputelli e fenomeni, sappiamo praticamente tutto.
Dandini si potrebbe definire un tuttologo blogghettaro. Dovunque ti aggiri sul web ti può capitare di trovare una sua battuta sagace (mitiche le bordate in romanesco alla famiglia Roscioli) ed alcuni mirati e garbati appunti.
Per cui capita di chiederti: ma la cucina sarà curata, il servizio sarà attento, le pietanze saranno almeno edibili e potabili?
Poi ti presenti nel suo locale, a metà fra una trattoria ed un ristorante old style,che mi ricorda un po’ il Santa Lucia milanese ma meno orpellato, e resti affascinato da piatti solidi con sapori netti, talvolta diabolicamente golosi , con incursioni interessanti in terreni impervi(la carta del foie gras un esempio). Solo stavo e quindi certo non potevo sbafinarmi l’intera carta. Peraltro c’era coda, in quanto a blogger, ed è stato pure piacevole ritrovare un compagno di strada, con fotografo professionista al seguito. Finita a tarallucci e vino come conviene a persone d’animo cortese, soprattutto il mio ahahahahah. Ma non tiriamola lunga.
Predisposti i succhi gastrici con una vellutata di patate, porri e parmigiano croccante di una certa classe, mi lascio tentare da un piatto chiamato Fiume: animelle, aringhe e buondì Motta.
Ad Arcangelo piace giocare con le merendine anni 60/70. Quì il Buondì, con il foie gras addirittura il biscotto Plasmon.
L’animella incide con leggerezza e l’aringa disturba zero, anzi definisce l’assetto. Qui corri dall’antico all’attuale ma senza inutili voli pindarici.
Poi scelgo 3 paste 3 da pazzo goloso scatenato quale sono. Eccche cavolo vengo da Dandini e non magno la pasta??
In fila:
Spaghettoni di B. Cavalieri all’aglio rosso e mosto cotto: la cottura al “chiodo” (mon dieu come mi piace sentire il grano che scrocchia) non inficia una mantecatura perfetta. L’aglio ti pizzica palato e narici scomparendo in un amen sorpassato, ma delicatamente ehh, dall’idea di mosto. Impeccabile. Voto 15.5 plat de jour.
Rigatoni di Verrigni alla carbonara: la carbonara di Arcangelo è conosciuta in molto mondo. Mi piace riprodotta su una pasta corta e sublime come questa. Applausi a scena aperta e bocca piena,che deve esplodere di goduria.
TESTARDO COME UN MULO RIFO:
Rigatoni, ma amatricianati.
Deliziosa polemica con il titolare. Io dico: è slegata! ‘A Mafffi mi dice lui:con questo condimento te la dovevo cuocere un minuto di piu’ ma tu la vuoi chiodata, testina di bergamasco cocciuto!! Abbozzo, ma dentro di me resta un pelo di dissenso, ma proprio un pelo.
Per il secondo non ce la faccio ma vi cito senza foto cose ammirate altre volte come l’ormai famoso torcione di fegato grasso e granella di caramella all’orzo ed una trippa di vitello alla romana, mentuccia e pecorino che vi manderebbe in sollucchero!
Almeno un dolcino si pero’ ,anche per ritrovare la voglia di affrontare una Roma piovigginosa e triste.
Vada per la zuppa inglese e la sua crema: tocco di grande finezza, devo dire.
Rien ne va plus.
Ci bevo su (di vino non avevo voglia dovendo anche affrontare una serata impegnativa) una birra che il buon Arcangelo aveva appena ricevuto in prova. Sconcertatamente banale: bocciata.
Grandiosamente promossa la famiglia Dandini con voti oscillanti dei piatti dal 13,5 al 15.5/ 20.*
Si diceva, ciciarando con il “vecchio” compagno di avventure, che a Roma, purtroppo si mangia bene forse in meno di un deca di posti. Il nostro Arcangelo è uno di questi.
L’Arcangelo che campeggia in coppa al menù vigili, anche sull’esecutore materiale di queste bontà , AJIT KUMAR GHOSH.
*L’autore usa il sistema di valutazione della Guida Espresso che va da 12 a 20/20
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