di Virginia Di Falco
Diciamo la verità. Anche di una piccola realtà, non proprio in centro e senza “pretese stellari” può essere difficile gestire la successione. Soprattutto quando – come nel caso dell’Incannucciata – osteria di Roma nord in via Giustiniana – l’eredità lasciata da Dino De Bellis era tanto solida quanto vivace. Una bella mano in cucina, il giusto equilibrio tra inventiva e piatti della tradizione, una buona capacità organizzativa e comunicativa che spesso si traduceva in genuine proposte di solidarietà.
Ma soprattutto, si traduceva in più di qualche piatto memorabile, nel senso pieno della parola, di quelli che ricordi con piacere e che resiste al cambio di staff e cucine.
Oggi all’Incannucciata c’è Edoardo Menuti, diverse esperienze nella capitale e due anni formativi con Filippo La Mantia al Majestic.
Abbiamo provato la sua cucina (ma lui non c’era) un sabato a pranzo, e la prima piacevole notizia è che è stata mantenuta la formula del menu fisso, ora a 15 euro. Le proposte alla carta, invece, sono praticamente double face, nel senso che si dividono più o meno equamente tra quelle classiche della tradizione romanesca e l’interpretazione, magari innovativa e alleggerita, delle più note ricette siciliane.
Dopo il benvenuto, con straccetti di carne e insalata di verdure dell’orto, abbiamo provato il ragù bianco di manzo insieme al rotolo di pollo con verdure (era il menu del giorno), entrambi i piatti correttamente eseguiti, con buona materia prima.
Meno convincente, dalla carta, il ragù bianco di ricciola, che poco legava con la pasta (peraltro lo stesso formato delle “casarecce”, abbiamo notato, anche agli altri tavoli per ricette diverse: perchè?) mentre davvero non facevano rimpiangere la Sicilia i gustosi involtini di pesce spada, con un ripieno tanto delicato quanto saporito.
Abbiamo chiuso con un tiramisù al bicchiere e un assoluto di cioccolato. Buono il pane, in fase di rivisitazione la cantina, con delle discrete etichette di territorio. Il servizio cordiale e attento con il giardino sempre ben tenuto, dove si pranza molto volentieri, tra le piante di olivo e le erbette profumate (lo chef ha iniziato anche a curare un orto per la sua cucina), sotto le canne che danno il nome all’osteria e fanno venire le foto a strisce di ombra e di luce, come potrete notare :)
Insomma, volontà e impegno a fare le cose seriamente sembrano non mancare. Non resta che aspettare e vedere.
Via della Giustiniana, 5
Tel. 06.45424282
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso: domenica e lunedi a pranzo
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