di Marina Betto
Il nome del vino appena nato in casa Conti Zecca affonda le radici nei racconti popolari, che si tramandano di generazione in generazione in terra di Puglia.
Un folletto, uno spirito dispettoso che intreccia crine di cavalli, che vi balza in petto nel cuore della notte e vi toglie il respiro, confondendosi tra i vostri sogni e gl’incubi, avvolto nel suo mantello rosso.
Forse è solo la voce della vostra coscienza che bisbiglia, che fa affiorare il negativo e il positivo che c’è dentro ognuno di noi, come fa un buon bicchiere di vino. Rodinò è un Primitivo in purezza, vuol dire rosso in quel dialetto che somiglia al greco che si parla ancora in Salento; è da qui che Conti Zecca vuole partire con un progetto di conversione al biologico di cui Rodinò è il primo frutto.
Il Primitivo è il vitigno pugliese più conosciuto, le piante dalle quali deriva Rodinò hanno circa 25 anni di età e in bottiglia è finita l’uva selezionata dell’annata 2014, un’annata più che buona giudicata da 7. A Leverano l’azienda Conti Zecca ha custodito alcuni cloni di primitivo, frutto di una selezione massale che vengono coltivati secondo pratiche di agricoltura sostenibile.
A fine novembre presso Torre del Parco a Lecce è stato presentato questo nuovo primitivo in un’atmosfera magica. I conti Francesco e Alcibiade Zecca hanno chiamato a se un folto numero di amici, giornalisti e notabili per un assaggio di questo rosso. Si presenta infatti con un manto rubino intenso e vivace, naso che richiama i frutti rossi e neri, ciliegie e more in marmellata, spezie scure e sentore di tabacco, cioccolata e pepe; In bocca è morbido e suadente con calibrata acidità e tannino ad equilibrarlo. Il tannino che non appartiene a questo vitigno è amplificato e sostenuto dall’affinamento che il vino fa in barrique per un anno, che si palesa con sentori vanigliati e di cannella.
Avrà bisogno di qualche anno in più per esprimersi compiutamente. L’enologo e direttore aziendale Antonio Romano insieme al direttore commerciale Valentino Caputo sono soddisfatti, il loro entusiasmo per Rodinò è chiaro e contagioso. Disegnare il profilo di un nuovo prodotto che insieme sia frutto dell’antica tradizione vitivinicola pugliese e nel contempo esprima il carattere di un vino moderno non è semplice. Giocano a favore di questo vino l’atmosfera da mille e una notte che la Puglia sa regalare grazie ai suoi palazzi antichi,i suoi paesaggi mediterranei, i colori, i profumi e i sapori del cibo.
Tutto contribuisce a fare di un prodotto un’eccellenza, anche la versatilità con cui il vino Rodinò si può abbinare ai piatti, dagli antipasti, alle carni alla brace fino ai soffici dolci di crema e ciliegie. Rodinò vuole esprimere un sentimento, vuole essere un istinto primordiale, animale,un pensiero che ti fa ansimare o forse è solo un gioco che ad ogni sorso può rivelarsi o rivelare la vera natura del suo fruitore; tutto questo è racchiuso in questo vino, un carattere folle che si sprigionerà nel bicchiere.
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