Roccamonfina (Ce), 35a edizione della Sagra della castagna

Pubblicato in: Eventi da raccontare

di Phyllis Destavola

Dalla caldera del vulcano casertano in cui i castagneti sono oltre che una ricchezza gastronomica, una risorsa ambientale- paesaggistica e il volano dell’economia.

Classificata tra i ‘Borghi più belli d’Italia’ negli anni scorsi, la cittadina di Roccamonfina nell’alto casertano è situata a 612 metri slm sul lato meridionale della caldera del vulcano spento di Roccamonfina. Anche quest’anno la cittadina, immersa in un paesaggio di castagneti secolari, ha ospitato l’attesa Sagra delle castagne, giunta alla sua 35a edizione.

Roberto Zarli, Presidente della Pro Loco di Roccamonfina racconta che dopo il record di presenze registrate nell’edizione del 2009, l’edizione di quest’anno della Sagra – come quella dell’anno scorso – si è svolta in due week-end: dell’8-9 e del 15-16 ottobre allietata dalla ‘Tamorra’ di Carlo Faiello. La centrale piazza dell’antico borgo piazza Nicola Amore, abbracciata a sua volta da edifici storici, ha ospitato gli stand di trentotto espositori.

Tra essi, innanzitutto diciannove caldarrostai locali proprietari di castagneti erano presenti con i propri bracieri per proporre il proprio prodotto locale protagonista della sagra; e ad intramezzarli stand gastronomici che proponevano prodotti di produzione artigianale e pietanze e dolci a base di castagne provenienti dalla regione.

Le castagne sono state proposte in numerose versioni: oltre alle classiche caldarroste da mangiare in seduta stante accompagnate dal vino rosso locale, tante castagne fresche da asporto vendute a peso o in sacchetto o ancora nelle versioni a ‘corona’ (chiamata in gergo ‘anserta’) e a ‘cestino’ – infilzate una per una con l’ago, castagne del monaco, lesse (localmente dette ‘allesse’); ed in versioni più elaborate:  aromatizzate al rum, marmellata di castagne; ed infine come ingrediente principale di numerosi prodotti e piatti: liquore, pane, birra, taralli, zuppe.

A deliziare gli occhi e il palato degli avventori erano presenti altrettanti stand di produttori di formaggio, tartufo, olio extra vergine di oliva, miele, pane e dolci.

Immancabili e suggestivi i pizzi e merletti prodotti artigianalmente da donne anziane ormai rare detentrici di un antico sapere dei focolai domestici di un tempo.

Come sottolinea Angela Ferruolo, Segretario dell’Associazione Pro Loco, il gruppo vulcanico di Roccamonfina culminante nel Monte Santa Croce (1005 metri) è coperto per la quasi totalità da castagneti.

Le varietà di castagne più diffuse nel territorio di questo ‘Vesuvio casertano’ sono: la ‘Primitiva’ detta anche ‘Tempestiva’ in ragione del fatto che matura precocemente ad inizio settembre, la primizia al primo posto in Europa per quantità; la ‘Lucida’ e la ‘Napoletana’, seconda per superficie che matura da primi di ottobre fino ad inizio Novembre.

La presenza di castagneti che coprono il territorio per circa il 70% – coltivati in piante secolari o a bosco ceduo – incide in maniera preponderante sull’economia e sul paesaggio del territorio.

Con i suoi scarsi 4000 abitanti, introno al borgo antico di Roccamonfina l’albero più piantato nel giardino antistante ogni abitazione è un albero di castagno. La castanicoltura è una risorsa per il Parco Regionale Roccamonfina e Foce del Garigliano con 100.000 quintali di castagne prodotte annualmente oltre che una ricchezza ambientale–paesaggistica in un’area dove percorrendo i sentieri dai nomi già di per sé suggestivi – quali il ‘Sentiero delle orchidee e delle neviere’, il ‘Sentiero degli antichi mulini’, ‘Dalle ciampate del diavolo al Santuario dei Lattani’ e così di seguito, si schiudono agli occhi dell’escursionista sorprendenti scenari naturali.

Nel rispetto dei principi dell’ecologia forestale, la silvicoltura agronomica di Roccamonfina, riguarda sia lo sfruttamento del legname sia dei frutti, che vengono venduti dai grossisti in Italia e all’estero.

A minacciare le aree castanicole della Campania, vi è dal 2008 una nuova emergenza fitosanitaria rappresentata dal ‘cinipide galligeno’, un piccolo insetto proveniente dall’Asia che può compromettere lo sviluppo vegetativo delle piante.

Zarli racconta che nell’intento di contrastare questa calamità, diversi Dipartimenti universitari stanno studiando il rimedio più adatto per risolvere il problema in un regime di conservazione o di eventuale ri-stabilizzazione dell’equilibrio ecologico.

Pro Loco Roccamonfina

http://www.prolocoroccamonfina.it/


Dai un'occhiata anche a:

Exit mobile version