Nel 2015 Flavia Cristaldi e Delfina Licata pubblicarono l’opera ‘Nel solco degli emigranti. I vitigni italiani alla conquista del mondo’. Il libro propone un viaggio intorno al mondo, lungo le rotte tracciate dai vitigni italiani coltivati dai migranti in ogni angolo del Pianeta a partire dalla fine dell’Ottocento, quando presero a lasciare l’Italia fuggendo dalla miseria alla ricerca di un futuro migliore.
Carmine (Charlie) Scalzi ha invece lasciato il suo paese natio – Roccabascerana, in terra irpina – all’indomani del secondo dopoguerra. Aveva undici anni quando con i suoi genitori solcò i mari: trenta giorni in nave per giungere a Melbourne, per poi spostarsi in treno fino ad Adelaide, dove iniziò la sua vita australiana, restata sempre ben salda alle sue origini. Grazie soprattutto al vino. Oggi Charlie è titolare, insieme alla moglie Ennia, di un’azienda a conduzione familiare, la cantina God’s Hill, che produce vini nella Barossa Valley, area del sud australiano che presenta condizioni climatiche e ambientali particolarmente favorevoli alla coltivazione di diversi tipi di vitigni: shiraz, cabernet sauvignon, merlot, pinot grigio, riesling e chardonnay.
Nei suoi vigneti, oltre alle blasonate varietà internazionali, Charlie ha voluto fortemente impiantare filari di uve aglianico per tenere vivo il ricordo del nonno parterno Carmine, tenace vignaiolo che lo introdusse fin da piccolo nel mondo del vino, facendolo partecipare alla pigiatura delle uve con i piedi. Una scelta legata soprattutto al desiderio di continuare a coltivare i ricordi della sua bella infanzia e le emozioni vissute in cantina al fianco del nonno, trasmettendo questo amore al figlio maggiore Felice, impegnato in prima linea proprio nella gestione dei vigneti. Dalle uve Aglianico, Charlie ottiene il suo vino del cuore, un’etichetta che costituisce uno dei prodotti di punta della variegata produzione aziendale, il cui costo sul mercato a bottiglia si aggira intorno agli 80 dollari australiani (circa 50 euro).
L’avventura di Charlie ha dato il là al progetto messo in campo dal Comune di Roccabascerana, che ha voluto dare linfa al “filo rosso” che collega il territorio caudino all’Australia, attraverso la promozione del vitigno aglianico. Parliamo del vitigno che costituisce il più grande patrimonio – non solo enologico – della Campania e che sarà il grande protagonista dell’evento in programma sabato 7 settembre (ore 18.00) presso il Centro Arti e Cultura di Cassano Caudino, frazione del Comune di Roccabascerana (in provincia di Avellino).
‘Così lontani, così vicini – Roccabascerana: in Campania come in Australia il vino dei nostri produttori racconta il talento caudino’ è il titolo dell’incontro che costituirà un momento di confronto sul futuro del vino prodotto in un’areale irpino che si affaccia come un balcone sulla Valle Caudina, che fa da spartiacque con il Sannio. Una valle che costituisce un corridoio strategico, attraversata dalla Via Appia, la “Regina Viarum” dei Romani, recentemente riconosciuta Patrimonio mondiale dell’Umanità dall’Unesco.
L’evento rientra nel progetto ‘Turismo delle Radici – Festa per gli emigranti’ finanziato dal ministero degli Esteri, che coinvolge 42 Comuni irpini con l’obiettivo di far riscoprire alle seconde e terze generazioni la terra dei padri emigranti. In questo contesto, l’amministrazione locale guidata dal sindaco Roberto Del Grosso ha voluto raccontare la storia del vino Aglianico, rinomato nel mondo per le sue qualità e per l’impegno dei suoi produttori.
Tre aziende del territorio – Bellaria, Tenuta Virgilia e Barbati – ospiteranno la cantina australiana God’S Hill/Scalzi Wines. All’incontro, che sarà aperto dai saluti del sindaco di Roccabascerana, Roberto Del Grosso, parteciperanno: Veronica Barbati (segretaria provinciale Coldiretti), Pasquale Carlo (giornalista enogastronomico e storico del territorio), Enzo De Bernardo (economista), Mario Ronco (enologo), Charlie Scalzo (produttore) e Maurizio Petracca (presidente Commissione agricoltura Regione Campania). Modera e introduce Antonio Paolini (giornalista enogastronomico).
La riflessione servirà non solo a tracciare percorsi futuri del vino caudino, ma anche a ricordare il grande passato enologico di Roccabascerana, che nella prima metà del Novecento, insieme alle vicine Pannarano e San Martino Valle Caudina, costituivano una delle zone più rinomate della Campania del vino. Un ricco passato che negli ultimi anni, grazie a studi e ricerche, sta pian piano ritornando alla luce.
Nel corso della serata si degusteranno i vini Aglianico prodotto dalle aziende caudine e dalla cantina australiana. A seguire, nella piazza di Cassano Caudino, il concerto ‘Enrico Caruso, la leggenda di un emigrante’.
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