di Tonia Credendino e Ornella Buzzone
Roberto è un giovane e talentuoso enologo italiano, nato a Caserta nel 1993.
Cresciuto all’ombra del sogno materno, di fuggire dalla città e vivere la campagna, dopo il Liceo Scientifico, hacominciato il suo percorso professionale quasi per caso.
Fu nella vigna di Casavecchia di papà Carmine che Roberto, prese la decisione che gli avrebbe cambiato la vita: “Cosa vuoi fare da grande”: gli chiese il padre, pensando che la risposta potesse essere il dottore, l’ingegnere, o chissà cos’altro e invece, “Voglio fare l’enologo”, rispose, da qui la scelta di iscriversi a Viticoltura ed enologia a Udine.
Una città a cui deve tanto: “Che respira vino, parla di vino e che ti lascia affascinato.” Dopo la doppia laurea conseguita a Mendoza, tornò in Italia e, per conoscere meglio la geografia vitivinicola del Paese, decise di affrontare il viaggio in bicicletta da Udine a Caserta.
“Alla fine del viaggio, decisi che era il momento di buttarmi nel lavoro, passai una notte intera a spedire curriculum ad aziende californiane che mi potessero prendere come tirocinante. Dopo diversi colloqui via Skype, fui scelto e partii per Sonoma Valley e ad ogni scadenza di contratto, optavo per un’altra zona dove continuare a fare esperienza”.
Passando per i vigneti californiani, australiani, neozelandesi e svizzeri, prima di tornare, si è fermato un anno nel cuore delle bollicine italiane: il Valdobbiadene.
“Ero in Australia, in piena pandemia, quando mio padre mi mise nuovamente di fronte ad una scelta, proponendomi di ridare vita e vitalità al suo vecchio vigneto.”
Un progetto che lo spinse a tornare, era l’occasione per mettere a frutto le esperienze maturate, ma anche per dimostrare che al Sud si può tornare e contribuire al suo rilancio, in particolare del suo amato Casavecchia.
Da settembre 2020, Roberto e i suoi genitori producono Pallagrello e Casavecchia, inizialmente solo 1200 bottiglie, limite necessario per conoscere le varietà di un territorio e solo dopo tre anni di attività sono arrivati a produrre 4mila bottiglie ma contano di riuscire a raggiungere una quota con più zeri grazie anche all’istallazione di nuovi vigneti.
Oggi, Roberto gestisce la propria azienda di Castel Campagnano, la sua missione è chiara: creare un’azienda che non sia solo un nome, ma un simbolo di qualità e dedizione, ogni giorno, lavora per elevare il suo vino a nuove vette, unendo tradizione e innovazione per offrire un’esperienza indimenticabile.
Roberto fa parte di una nouvelle vague di vignaioli e produttori che sta attuando una rivoluzione silenziosa, dando forza all’immagine del territorio, la sua dedizione e il suo impegno incrollabile nel creare vini che emozionano e che restano impressi nei ricordi di chi li assapora si basa su dei principi fondamentali, primo tra tutti la criomacerazione, si tratta di una macerazione a bassa temperatura che permette di estrarre più sostanze che vanno ad arricchire le proprietà organolettiche del vino, soprattutto i profumi di origine varietale, un passaggio rischioso ma allo stesso tempo prezioso per la tipicità del vitigno.
Non è un caso che il suo Pallagrello bianco igt 2022 è stato tra i vini proposti alla “Italian excellence gala & awards” che si è svolta a Los Angeles lo scorso novembre.
Dopo anni di grandi sfide e di esperienze importanti in giro per il mondo è tornato a Castel Campagnano con l’obiettivo di dare voce al suo territorio attraverso le proprie esperienze, forte di un bagaglio
notevole, avendo imparato i segreti dei grandi di vini di fama mondiale.
Si è dedicato anima e corpo, senza distrazioni, né perdite di tempo, la vendemmia deve avvenire, ci dice: “Rigorosamente alle cinque del mattino, tutto quello che si è raccolto entro le nove si porta in azienda con il trattore. Raccogliamo manualmente in cassette da 20kg che riempiamo fino ad un massimo di 16kg, per schiacciare quanto meno possibile le uve. Una volta arrivata in cantina viene diraspata, pigiata, si
passa al processo di criomacerazione e poi alla fermentazione con lieviti selezionati, fino al passaggio in botte e all’imbottigliamento.”
È proprio la riconoscibilità territoriale e varietale dei vini prodotti da questo giovane interprete, che da ulteriore valore e senso al progetto. Vi basterà assaggiare il suo Pallagrello Bianco, dal colore giallo paglierino, con delicate note di frutta esotica, ananas e gelsomino, al gusto fresco ed elegante, con buona persistenza e intensità.
Si può comprendere quanto il metodo divenga uno strumento per elevare la percezione del vitigno e non per surclassarla anteponendosi all’identità varietale.
Ha messo le mani sui filari di sei paesi e oggi si divide tra un Pallagrello Bianco e un Casavecchia.
Incontrare Robertonella sua casa di Castel Campagnano, cogliere il suo spirito libero, senza limiti mentali e con una passione impressionante per il sapere e la divulgazione è stato memorabile, una serata stimolante, abbiamo imparato tante cose nuove attraverso una conversazione semplice e un umorismo contagioso.
“Scoprire che c’è un posto straordinario al mondo chiamato Castel Campagnano ha significato recuperare una luminosità e una connessione con la vita e la natura che avevo dimenticato quanto facesse bene alla mia anima. Siamo una famiglia che gestisce un’azienda vitivinicola, dal vigneto alla produzione, fino all’imbottigliamento e alla commercializzazione, ogni fase del processo coinvolge le nostre mani. Per noi, il vino non è solo una bevanda, ma rappresenta l’espressione artistica di un viticoltore artigiano. Crediamo che ogni bottiglia racconti una storia unica.”(“Canestrini Wine – Wine is Art”)
Anche l’etichetta dei loro vini è speciale, perché è il risultato di un quadro dipinto da mamma Adele, l’opera ritrae l’albero di melograno che si trovava all’interno della loro tenuta quando l’hanno acquistata negli anni ’90. Questo simbolo rappresenta la loro storia, la loro passione e l’attenzione per i dettagli che mettono in ogni bottiglia.
Pallagrello Bianco, Casavecchia e Casavecchia Rosé, sono i tre vini che, con passione, escono dalla loro cantina per arrivare al palato di chi sa godere dei piaceri della vita ed è sensibile ai profumi e alle note gustative tipiche di quel territorio.
Ma a casa Canestrini il vino ha smesso di essere solo vino ed è diventato momenti, lavoro e stanchezza, risate e colori, profumi e sapori, sensibilità e percezione, musica, cene con amici e conoscenti. Una tenuta accogliente e affascinante, il loro casolare del 1800 è un luogo mistico immerso nelle calde colline coltivate a ulivi, vigneti, giuggiole corbezzoli, e tanto altro.
In occasione della nostra cena abbiamo avuto modo di partecipare anche all’asado, una vera e propria celebrazione culinaria, un’esperienza che unisce amici, famiglia e buon cibo intorno al fuoco.
“La passione che mettiamo nel preparare l’Asado si riflette in ogni boccone che assaggi, le nostre griglie scintillano di calore e i sapori si mescolano in un’armonia perfetta”.
Le carni selezionate vengono grigliate lentamente a legna, nel nostro caso Roberto ha scelto un taglio di suino “matambre de cedro al limòn”, una parte della pancia che durante la cottura sprigiona un profumo invitante che fa venire l’acquolina in bocca. I tagli pregiati di carne sono cotti alla perfezione, regalando una tenerezza e un sapore che riescono a convincere anche i più scettici.
Ma l’Asado non è solo carne: le grigliate sono accompagnate da contorni deliziosi, freschi e vibranti, che valorizzano ancora di più l’esperienza gastronomica, verdure grigliate, insalate fresche e condimenti artigianali preparati con amore da mamma Adele che completano il quadro, offrendo una combinazione di sapori che delizia il palato di ogni ospite.
E l’atmosfera che si crea durante l’Asado è magica. Il fuoco scoppiettante, le risate e le chiacchiere, l’energia positiva che si sprigiona nell’aria, contribuiscono a creare momenti indimenticabili.
Se anche tu sei alla ricerca di un’esperienza culinaria unica, dove il cibo è al centro dell’attenzione e l’amicizia si fonde con i sapori, il loro fantastico Asado è ciò che fa per te.
È obbligatorio prenotare per visitare la loro cantina. La prenotazione è necessaria per garantire un’esperienza piacevole e organizzata per tutti i loro visitatori, è inoltre possibile organizzare eventi privati nella loro cantina, sono lieti di offrire uno spazio accogliente e un’atmosfera unica per celebrare occasioni speciali e creare ricordi indimenticabili.
È stato un immenso piacere incontrare Roberto, i suoi genitori e la sua azienda casertana, ancora poco conosciuta, ma decisamente interessante sotto molti punti di vista. L’assaggio qualche mese fa, confermò la bontà di quel vino e la prima chiacchierata con il produttore ci convinse ad approfondire la conoscenza non appena se ne fosse presentata l’occasione.
Un’opportunità straordinaria per questo giovane enologo, di cui sicuramente sentiremo parlare a lungo, sono tanti i progetti in corso, tra cui il ristorante, il B&B e le prossime 50 mila bottiglie.
Canestrini Wine
Via Lo Recco, 81010 Castel Campagnano (CE)
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