Dalla pizza tradizionale alla rivoluzione contemporanea: come Londra è diventata la capitale della pizza napoletana.
Gli inizi: i pionieri della pizza napoletana a Londra
Londra ha conosciuto per la prima volta il sapore autentico della pizza napoletana grazie a coraggiosi pionieri che hanno esportato la tradizione in tempi in cui il concetto di una “vera pizza” era ancora inedito per la capitale britannica.
Tra i primi locali a portare la pizza napoletana a Londra, c’è “Pizza Metro Pizza”, un nome che evoca immediatamente la tradizione: qui la pizza veniva servita su lunghe tavole di legno, quasi a richiamare la grandezza e il fascino rustico di Napoli. Questa pizzeria è stata una delle prime ad avvicinare i londinesi al concetto di pizza autentica, preparata con cura e passione, e ha inaugurato una strada che tanti altri avrebbero presto percorso.
Poco dopo, “Spaccanapoli” aprì nel cuore di Londra, su Tottenham Court Road, accogliendo ed istruendo sempre più britannici con l’impasto verace napoletano, anche se purtroppo la pizzeria fu costretta a chiudere quando iniziarono i lavori per l’espansione della metropolitana. Tuttavia, fu proprio questa chiusura a dare il via a una nuova ondata di pizzerie: “Sartori”, dove un giovane Michele Pascarella mosse i primi passi nel mondo della pizza napoletana, aprì nello stesso quartiere e divenne un punto di riferimento per chi desiderava provare un’autentica margherita.
Di lì a poco, anche “Santorè”, con il suo stile rustico e la sua dedizione alla qualità, iniziò ad attirare un pubblico affezionato, contribuendo a cementare l’amore dei londinesi per la pizza napoletana.
La ribalta di Franco Manca e il caso Santa Maria
Gli anni 2000 portarono a Londra due protagonisti che avrebbero lasciato un segno indelebile: “Franco Manca” e “Santa Maria”. Nel 2008, Franco Manca aprì il suo primo locale a Brixton, e i londinesi cominciarono a fare la fila per una pizza di una semplicità quasi sconvolgente: impasto a lunga lievitazione e forno a legna, tutto per pochi pound. Fondato da Giuseppe Mascoli, Franco Manca divenne un successo travolgente, tanto che Mascoli decise presto di espandere il marchio in tutta la città per rispondere alla crescente domanda. Mascoli ha poi venduto la catena, ma il suo impatto sulla scena della pizza londinese è stato decisivo.
Nello stesso periodo, “Santa Maria” aprì le sue porte a Ealing. A guidare il locale, Pasquale Chionchio e Angelo Ambrosio, che avevano in mente un’unica missione: far assaggiare la vera pizza napoletana, quella senza fronzoli e senza compromessi. La storia più curiosa legata a Santa Maria è però quella di un piccolo “incidente” con un gruppo di clienti. Questi ultimi, entrati nel locale chiedendo insalata, ricevettero un deciso “no” dai pizzaioli, che spiegavano di servire solo pizza e che in quel modo avrebbero tolto la possibilità a chi avrebbe voluto mangiarla. Questo rifiuto divenne presto un piccolo caso mediatico: i giornalisti pubblicarono un articolo in cui criticavano il rifiuto di Santa Maria di adattarsi ai gusti del pubblico, ma l’effetto fu opposto. Il giorno seguente, davanti al locale c’era una fila tale da far impallidire anche le pizzerie più gettonate di Napoli. Da lì in poi, Santa Maria divenne famosa per la sua pizza e per la sua… inflessibilità!
Le catene internazionali e i cambiamenti nel gusto del pubblico
Accanto ai nomi indipendenti, anche alcune catene napoletane tentarono la fortuna a Londra. Tra queste, “Fratelli La Bufala” e “Rossopomodoro” provarono a espandere l’autentico stile napoletano in un format più commerciale. Tuttavia, nonostante il buon livello del prodotto, queste catene non riuscirono a raggiungere il successo delle pizzerie locali e pionieristiche. Londra si dimostrava ormai un mercato maturo, esigente, in cui i consumatori cercavano esperienze più personalizzate e autentiche.
Tra le grandi icone napoletane che hanno trovato una seconda casa a Londra ci sono “L’Antica Pizzeria da Michele” e “50 Kalò di Ciro Salvo”. Da Michele aprì una delle sue prime sedi internazionali a Londra, portando la storica pizzeria di Napoli nel cuore della capitale britannica, con la sua tradizionale marinara e margherita. Poco dopo, anche 50 Kalò arrivò a Londra, portando la filosofia del maestro Ciro Salvo: impasti soffici e ingredienti selezionati. Entrambi questi nomi sono diventati punti di riferimento non solo per gli italiani residenti, ma anche per i londinesi appassionati di cibo di qualità.
La pizza contemporanea: il fenomeno Michele Pascarella e l’evoluzione degli impasti
Nel 2016 la scena londinese subì un’ulteriore rivoluzione con l’arrivo della Pizza Contemporanea, introdotta per primo da Michele Pascarella. Con un food truck e poi con il locale Napoli on the Road nel 2019, Pascarella presentò a Londra un impasto altamente idratato, soffice e leggero, con un cornicione più pronunciato. Era un approccio sperimentale che in Italia aveva iniziato a prendere piede grazie a maestri come Carlo Sammarco, Diego Vitagliano e Francesco Martucci. Pascarella, con un impasto arioso e scioglievole e ingredienti di altissima qualità, introdusse una versione della pizza napoletana che fece innamorare i londinesi, dimostrandosi un autentico game changer per la scena della pizza in città.
Di pari passo, anche Giacomo Guido, oggi premiato come “Best World New Entry 2024” da 50 Top Pizza, sperimentava con impasti ad alta idratazione. All’epoca, Guido lavorava presso “L’Antica Pizzeria” ad Hampstead, un’altra delle pizzerie che stavano guadagnando attenzione per la qualità dei loro prodotti. La pizza napoletana contemporanea era ormai una realtà stabile, e Pascarella e Guido ne furono tra i protagonisti.
Pizza Pilgrims, Rudy’s e la pizzamania Britannica
A Londra, anche alcuni imprenditori locali hanno abbracciato l’arte della pizza napoletana, contribuendo alla sua popolarità. “Pizza Pilgrims”, fondata dai fratelli Thom e James Elliot, è nata proprio per rispondere alla crescente domanda di un prodotto autentico e accessibile. Ispirati dal loro viaggio in Italia, i fratelli hanno aperto il primo locale nel 2011, e da lì hanno continuato ad espandersi, offrendo una pizza che unisce la tradizione napoletana a uno stile tutto britannico.
Negli anni successivi, “Rudy’s Pizza Napoletana” ha aperto le sue sedi nel Regno Unito, espandendosi rapidamente con oltre 28 locali in diverse città. Rudy’s è diventata una delle catene preferite dai britannici per l’equilibrio tra qualità, prezzi accessibili e un marketing giovane e accattivante, dimostrando come la pizza napoletana possa conquistare anche il pubblico mainstream.
La pizza in TV e sui media: un fenomeno culturale
Negli ultimi anni, la pizza napoletana non ha solo conquistato le tavole dei ristoranti, ma anche i riflettori dei media britannici. Programmi come “This Morning”, con lo chef Gino D’Acampo, hanno portato le tradizioni italiane nelle case inglesi, e pizzaioli come Michele Pascarella sono stati ospiti per dimostrare come si fa un’autentica pizza napoletana. Testate come “The Times”, “The Telegraph”, “The Sun” e “Daily Mail” hanno dedicato pagine intere alla pizza napoletana e alle sue evoluzioni, evidenziando quanto sia amata dai britannici.
La consacrazione è arrivata quando Michele Pascarella ha vinto il titolo di “World’s Best Pizza Maker 2023” assegnato dalla guida 50 Top Pizza: tutte le principali testate britanniche hanno celebrato il traguardo, orgogliose di vedere un pizzaiolo radicato in UK vincere un titolo mondiale, un momento di soddisfazione, specialmente in virtù del contesto post-Brexit,
Oggi, la pizza napoletana a Londra è più di un semplice piatto; è una tradizione, una comunità, una storia di passione e innovazione che ha conquistato il cuore di una città intera e Londra, con le sue centinaia di pizzerie napoletane, è diventata una delle capitali mondiali della pizza, unendo gusto, creatività e un po’ di quel calore partenopeo.
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