Valentina Marino e Annalisa Zordan
nuove direttrici della Guida Ristoranti Gambero
Nella società moderna, intendo quella narrata nei social, c’è una legge che ho sempre tenuto ben presente: è molto più facile del passato creare nuovi marchi ma, come per il passato, chi ha una storia consolidata non può essere messo da parte come molti invece si illudono basando la propria valutazione sui like e sui follower. Quante vittorie di Pirro ho visto negli ultimi dieci anni!
Il villaggetto enogastronomico romano, le cui dimensioni numeriche sono inversamente proporzionali alla grandezza della città, ha accolto qualche settimana fa con una alzata di spalle la nomina di Lorenzo Ruggeri al posto di Marco Mensurati e, ieri, allo stesso modo, la nomina di Valentina Marino e Annalisa Zordan come direttrici della Guida Ristoranti. Sarà un caso, ma è una mossa che l’editore fa a seguito del cambio della guardia al Gusto.it con l’arrivo in cabina di regia di Eleonora Cozzella.
Può darsi che chi guarda con sufficienza queste cose abbia ragione, la mia esperienza maturata ormai in oltre 40 anni fra politica attiva (quella degli anni ’70 però) e giornalismo di cronaca, mi insegna invece che i nomi affermati nel passato, anche prossimo, hanno sicuramente più difficoltà ad adeguarsi ai cambiamenti ma che alla fine, se si scelgono le pedine giuste, hanno grandi possibilità di mantenere una leadership maturata nei decenni, con maggiori facilità-
Vale per qualsiasi cosa, dai produttori di vino ai giornali. In questa mossa editoriale io vedo la continuità con un processo che Stefano Bonilli avviò oltre vent’anni fa delegando il giovanissimo Marco Bolasco alla guida dei ristoranti, avviando un rapporto con Kelablù fondato da Massimo Bernardi e creando Papero Giallo. Pur essendo l’uomo più potente del mondo enogastronomico, Bonilli capì con grande anticipo quello che Gedi e Gambero (ma anche gli editori tradizionali della carta stampata) hanno mostrato di realizzare solo adesso: il ricambio generazionale va promosso subito se si vuole stare al passo. Ho citato nomi e circostanze che probabilmente la maggioranza di coloro che magnano e invitano “vieni con me che te lo faccio vedere io” nei reel ignora. Ma la realtà non è fatta solo dai social e i fatti, le persone, contano. Eccome se contano. Contano però se tengono conto delle nuove forme di comunicazione puntando a diventare leader anche in campi inesplorati e non se stanno arroccate.
Di Lorenzo Ruggeri abbiamo già avuto modo di parlare e di esprimerci: capace, serio, competente, di buona scrittura, cosa che non guasta mai e sempre più rara fra gli analfabeti di ritorno di Instagram. Valentina Marino e Annalisa Zordan sono due professioniste che hanno lavorato sodo per tantissimi anni e di cui riportiamo le biografie in fondo così come diffuse dall’ufficio stampa che ieri ha dato la notizia.
Il terzetto è atteso ad un compito non facile, ma ha gli strumenti etici e cognitivi per dare una sterzata al Gambero, sterzata che già era iniziata con Marco Mensurati, giornalista professionista di mestiere e conoscitore del mondo gastronomico.
In questa fase di grande cambiamenti c’è un disperato bisogno di testate autorevoli e pluralità di punti di vista. Noi stessi abbiamo visto come sia difficile mantenere autonomia e indipendenza, restare calmi e indifferenti mentre tutti intorno fanno rumore (cit) e quando alcuni, motivati da specifici interessi che non tardano poi a venire alla luce, spargono ogni genere di dicerie e nefandezze sul tuo conto e sul tuo operato anche sui social. Abbiamo visto come sia difficile vogare controcorrente, anche geograficamente parlando e contro il mainstream fighetto della ztl gastronomica, ribadire che il nostro compito non è altro che raccontare ciò che vediamo e che una visione pedagogica, quanto non complice dell’oggetto del racconto, dell’informazione realtà sia propria solo delle società autoritarie e anti democratiche oltre che delle Spa.
Ecco perchè, egoisticamente parlando, la pluralità di testate aiuta molto di più che non l’appiattimento generalizzato agli uffici marketing e ai padroncini che vogliono imporre i nomi dei loro clienti nelle guide e nelle classifiche o semplicemente negli articoli. Per non parlare dei soggettoni patologici che o sono numero uno o non si presentano a prendere i premi.
Poco meno di tre mesi fa Valentina e Annalisa firmarono un pezzo sui finti ispettori del Gambero. Vederle ora responsabili di una Guida così prestigiosa mi piace molto. Moltissimo.
Quel pezzo era sentito e non di maniera. Spero che lo possano davvero mettere in pratica magari iniziando a verificare se c’è fra chi fa le schede chi ha anche uffici stampa di pizzerie e ristoranti o si propone per consulenze e corsi di formazione. Così, tanto per dare un segnale vero.
Le lunghe a appassionate carriere di questo trio di testa del Gambero dimostrano anche che con il duro lavoro e la perseveranza alla fine si arriva. Lasciarsi abbattere, buttare tutto all’aria, non saper gestire i rapporti con un editore, fa parte della selezione naturale della professione giornalistica, e di ogni professione. Vince non chi è il più bravo, ma chi ha nervi saldi e capacità di relazione perchè essere il più bravi significa anche questo.
Il dato politico, al di là delle voci di corridoio e di pettegolezzi spesso dettati da invidia o gelosia, è che con queste scelte il Gambero volta pagina.
Sta a loro adesso rispettare sicuramente la storia, ma soprattutto esprimere il cambiamento del mondo che va raccontato per quello che è, senza nostalgia di un passato che non tornerà più, con l’ambizione di creare nuove gerarchie e soprattutto parlando di cibo in libertà e autonomia.
Una sfida affascinante e bellissima, che è interesse di tutti vada avanti senza passi indietro. Compresi cuochi e pizzaioli che guardano alle scorciatoie rivolgendosi agli sponsor dell’editore per essere presi in considerazione e vincere. Il vero tema della critica gastronomica italiana è ripristinare un rapporto non tossico fra sponsor e produzione redazionale. Ma questo sarà tema di altro post.
Per adesso auguri sinceri a Lorenzo, Annalisa e Valentina.
Anzi, ad Altiora!
Valentina Marino
Pescara, 1981. Dopo la maturità classica, tra la danza e la medicina, ha scelto Scienze della comunicazione. Dopo alcuni stage con testate locali, si trasferisce a Roma nel 2006 per seguire il Master in giornalismo e comunicazione enogastronomica del Gambero Rosso. Dalla passione per la cucina coltivata da bambina a quella per i ristoranti maturata da ragazza il passo è stato breve. Ha cominciato con la guida ristoranti, prima con Marco Bolasco, poi con Giancarlo Perrotta e Clara Barra, successivamente come vicecuratrice e infine cocuratrice con Antonio Paolini sotto la direzione editoriale di Laura Mantovano, e non ha mai smesso.
Annalisa Zordan.
Padovana, classe 1984 e laureata in Filosofia e Scienze gastronomiche magna cum laude,
ha una passione totalizzante per il cibo e tutto quello che gli gravita attorno, passione che l’ha portata a cambiare città e lavoro – quando era allenatrice di nuoto sincronizzato – nel giro di poche settimane. In forze dal 2012 al Gambero Rosso, ha lavorato su più fronti redazionali: sito, mensile e progetti speciali. Si è occupata anche dell’art direction di Gourmet Expoforum di Torino per tre edizioni consecutive. Nel 2017 è stata premiata da Identità Golose come miglior food writer dell’anno. È inoltre curatrice dal 2021 delle guide Pane e panettieri d’Italia e Gelaterie d’Italia.
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