Ristorante Torre Ferano ad Arola di Vico equense
Via Renato Bosco 819
Tel.081 802 4786
Sempre aperto
Vista dall’alto la Penisola Sorrentina è una Sirena adagiata sul mare e tutti legano la sua cucina al pescato. In realtà per trovare veri uomini di mare a Napoli bisogna spostarsi a Torre del Greco, Procida e Pozzuoli. Ovunque la Costa ha invece anima terragna e contadina, come Ischia il cui piatto principale è il coniglio all’ischitana.
Anche la Penisola Sorrentina è così: la sua anima contadina la trovate fare capolino negli chef più consapevoli, ma se proprio ci volete impattare alla grande allora dove affontare le improbabili strade che avvolgono il Monte Faito e beccare luoghi come Ristorante Torre Ferano, venti anni di ristorazione alle spalle.
La proposta riflette esattamente una economia ormai marginale che però prima, prima della società di massa, prima del turismo, prima di tutto, ha permesso a queste piccole comunità di sopravvivere: orto, un po’ di stalla e una cianciola per la pesca di prossimità.
Ed è esattamente questo che trovate nella sala gestita da Camillo Sorrentino che svolazza da un ambiente all’altro come un folletto, vero calcolatore elettronico che scannerizza tutti i clienti di cui sa vita, morte e miracoli. Il suo segreto è una cucina sincera e senza fronzoli: la mia giornata, ci racconta, inizia facendo la spesa, ed è questo il divertimento più grande. Stagionalità e quotidianità sono dunque i piatti per cui in questo periodo trovate sempre qualche piatto con i carciofi, sempre la genovese, buone carni alla brace non di importazione e un antipasto ricco, una antologia della cultura gastronomica locale: piccolo gattò di patate, frittatina di pasta e piselli non annacquata da troppa besciamella, totani e patate, salumi senza conservanti, ricotta e bocconcino di provola locali. Frittura di paranza, scarole saltate, broccoli, patate fritte tagliate a mano che sono il vanto fisso del menu, tiella con polpette e braciola.
Insomma il pranzo della festa. C’è una buona offerta di vino, ma noi, per restare ben ambientati, vi consigliamo quello beverino realizzato in proprio, con le uve del posto che sono poi la base del Gragnano. Dopo il primo quartino passerete al secondo. E per chi ama il rosso più materico, aglianico e piedirosso del Taburno, dove spesso ci si rifornisce di carne.
Insomma, un posto vero, alla fine la vostra spesa oscillerà fra i 35 e i 40 euro tutto compreso se vi attenete alla rotta che abbiamo percorso con gioia in una domenica in cui tutti i 160 posti erano occupati militarmente e la macchina del servizio funzionava alla perfezione e rapidamente pur senza essere frettolosa.
Qui, infatti, si inneggia al relax, a partire dalla comanda, e la parola di accesso al wi fi è nostress. Camillo e la moglie Gioconda (suoi i dolci a cominciare da una pastiera rustica identica a quella che faceva mia madre) sono aperti ininterrottamente dalle 12 a mezzanotte. La fretta è bandita, ma se ne hai, ti sbarazzano in un lampo ed esci bello appagato e soddisfatto.
Un esempio di ristorazione democratica e popolare di cui il Sud è pieno. Se ne trova di meno in Penisola, dove purtroppo l’attenzione ai prodotti in questa fascia di prezzo non è così perfetta. Ma se ne trovano. E voi sarete felici in mezzo ad un bordello indescrivibile respirando aria pura, bevendo il vino del territorio e anche un po’ di acqua del Faito, perchè no.
Alè!
Ristorante Torre Ferano ad Arola di Vico equense
Via Renato Bosco 819
Tel.081 802 4786
Sempre aperto
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