di Marco Contursi
Torno-la……sembra insita nel nome la necessità di tornare, dopo due anni, a mangiare alla Tornola, locale di Serino circondato da boschi e mucche, dove i cellulari sono muti per tutto il tempo della cena. Ma quando sei con cari amici, non senti il bisogno di vedere il mondo fuori che fa, e se questi cari amici sono anche produttori di cose buone, bè ancora meglio.
Il locale è fermo agli anni ’90, la cucina pure, il che questa sera è un pregio, dopo una certa età hai più voglia di certezze che di novità. Io cambierei solo l’olio usato, i piatti cambierebbero da così a così.
Mario ha portato una spalla di nero dei Nebrodi fatta da lui ed è di un buono che non ti aspetti, intensa, sapida ma non salata, stagionata al punto giusto. Che berci su è solo questione di scelta, visto che abbiamo portato con noi almeno una decina di bottiglie, tra eccellenze consolidate e qualche esperimento in fieri. Giancarlo caccia il suo greco, profondo e minerale e vai con l’abbinamento. Che buoni….
Tra una portata e l’altra, Michele stappa spumanti, bollicine sottili che sfrigolano nel palato e per un attimo sogni una spiaggia e le onde, mentre il cinghialone ci guarda compiaciuto.
No, non Lello, proprio il suide, la cui testa ci ricorda un’altra specialità del luogo, le costolette di cinghiale.
Stasera saltiamo il primo e facciamo il pieno dei secondi: faraona, cinghiale e trotta, tutto alla brace. Più qualche anguillotta che finisce fritta in padella insieme a tante patatine. Ci sarebbero anche le meravigliose cipolle di Montoro di Salvatore, ma ho posto un veto: Niente cipodde con me a tavola. Sui formaggi sono stato più tollerante ed ecco che un blu di bufale e un podolico fanno il loro ingresso.
La tavola si riempie, i calici pure. Io ho perso il conto tra una patatina (non novella e neanche di Montoro, ma buona uguale) e una anguilla. A tratti i discorsi si fanno seri, la pandemia ha sfiancato numerose realtà produttive, lo Stato rompe le palle, le mogli, pure, ma già se stiamo a cena, e non in un letto di ospedale, dobbiamo già solo per questo, ringraziare il Padreterno.
Soccorso ha portato il suo rosato, 2mila bottiglie che a stento basterebbero per me, tanto che è buono, ed infatti, una bottiglia me la frego per berla a casa con calma. Ma un assaggio di rosso di Michele sul cinghiale non lo fai? Lo fai, lo fai.
Il brindisi finale vede Lello sciabolare. La prossima, speriamo di decapitarla a Cuba, dove dobbiamo aprire un baretto sulla spiaggia, poche cose, senza scimunirci, spumati di greco e fiano e bruschette con manteca ed alici del Calore. So che nei Caraibi l’irpinitudine va forte.
Giggetto, fa un ottimo pane, ma portarci appresso pure quello ci sembrava troppo, pure se Federico il titolare della Tornola è persona squisita, e chiude un occhio su una comitiva di scatenati ragazzi come noi e quindi ha portato l’amaro benedettino dei monaci di Montevergine, mentre Lello caccia una bottiglia di incredibile infuso di amarene e taurasi (che pure, benchè smezzata, finisce nella mia auto).
Ci sarebbero stati bene dei cantucci, burro e cioccolato, ma non ho avuto la prontezza di prenderli, in una sosta precena a tenuta Montelaura.
E trovandomi in zona, potevo pure fare un salto alla pasticceria Vignola che fa dei bignè oscenamente buoni.
Vabbè, l’estate è solo iniziata e……Torno-la.
Ci ritorneremo!!!
Vi lascio con un pensiero sul ritorno, che scrissi davanti a un albero dai mille fiori rosa, vicino al tempio di Nettuno.
“Ci sta un tempio, tra i fiori, di Giuda
Come il bacio che mi desti quel giorno
La verità a volte è assai cruda
Se non parti, non puoi fare ritorno”.
p.s.
Diamo un nome a questi ragazzi: Lello Tornatore, Giancarlo Barbieri titolare di azienda vinicola Sertura, Gigetto Pagano, commercialista e panettiere per passione, Salvatore Montone titolare di azienda agricola e produttore di cipolle, Soccorso Molettieri titolare di azienda agricola Rosa Boccella, Mario Laurino, macellaio e produttore di salumi, Michele D’Argenio enologo, io.
p.p.s. Imperdonabile dimenticanza…..Lello ha portato pure il cucumarazzo….quello suo….
Qui d seguito la prima recensione del 29 agosto 2019
Marco Contursi
Fa caldo….lo so. Voglia di fresco, innanzitutto. Andiamo a Serino in provincia di Avellino da Federico del ristorante Tornola? Aggiudicato. Un platano maestoso vi darà il benvenuto, se ci andate con la luna piena, la luce che filtra tra le sue foglie, offre belle suggestioni a chi ha il cuore per apprezzarle.
Qui si sta freschi davvero, mangi pure un buon boccone, senza svenarti, se sei con buoni amici (Lello, Salvatore, Gigi), la vita, almeno per una sera, ti sorride. Il vino però deve essere ottimo, quindi lo porta Lello Tornatore. Porta il suo fiano, versione ferma. Qualcuno lo paragona, scherzando, a una miscela incendiaria divenuta tristemente famosa durante la guerra del Vietnam, neanche la voglio nominare, visti i danni che ha fatto. Con certe cose, meglio non giocare. A me piace molto il fiano di Lello, sia in questa versione, sia spumantizzato, e infatti, questo metodo classico irpino, acidità tagliente e sentori balsamici, con una elegante nota fumè sul finale, già me lo sono bevuto a casa sua, come aperitivo, con due fettine di un capicollo che si farà ricordare.
Ristorante Tornola a Serino dicevamo, siamo in un bosco, a 850 metri, con sorgenti di acqua pura, tanto verde, e qualche mucca che bruca stanca, qui i cellulari sono più muti di un pesce, il che non è un male ( ma nel ristorante c’è il wi-fi).
Il titolare, Federico Fasi è simpatico, gira tra i tavoli e saluta tutti. L’ambiente della sala è un po’ anni ’80, mentre una testa di cinghiale ci ricorda una delle specialità del posto.
Veniteci e ordinate quello che vi dico io: pacchero al cinghiale, trota alla brace, insalata. Stop. Non vi piace la trota?
Una grigliata con patate fritte. Una fetta di anguria per rinfrescare la bocca.
Trote e cinghiali li alleva Federico, e li sa cucinare. La trota resta umida e la marintura è saporita, se usassero un olio migliore sarebbe il top. Il pacchero è ben condito e il sughetto piacevolmente cinghialoso.
Un giro di pepe e via. Per il dolce, andate nella vicina Solofra alla pasticceria Vignola, bignè alla crema così buoni, raramente ne ho mangiati. Volete portarvi due salumi buoni a casa? Macelleria Mario Laurino a San Michele di Serino, non è lontano dal ristorante Tornola, basta bypassare millanta cartelli di millanta negozi che offrono salumi e carni a prezzi stracciati.
Risparmiare sul cibo, su qualcosa che finisce dentro di noi, non è mai cosa buona. Una passeggiata dopo pranzo, nei boschi circostanti, vi ricaricherà i polmoni di ossigeno.
Ma per ricaricare il cuore, solo Lei:
“Trota…..gota……rossa?……bianca…..come il latte……batte……ancora per te….ancora per poco…..defibrillalo……con un bacio!”
p.s. sto davvero inguaiato se anche una trota mi fa pensare a te. Ma forse è la luna o è colpa del fiano di Lello, l’alcol allontana dalla realtà e avvicina al mondo onirico: “Tendete la bottiglia verso la luce; vedrete che i vostri sogni sono sempre sul fondo. (Rob Hutchison)
Ristorante Tornola a Serino
Via Giffoni Valle Piana, 11, 83028 Serino AV
Telefono: 0825 542975
prezzo 20-25
(a volte fa menù promozionali tutto compreso a prezzi ancora più bassi)
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