Terraferma Salerno
Via Roma, 270
Tel. 3406305371 – 0897015250
Aperto: a pranzo e a cena
Chiuso: domenica sera e mercoledi
www.terrafermasalerno.it
Una squadra giovanissima e coraggiosa, questa del ristorante Terraferma a Salerno. Sulla strada principale della caotica movida salernitana puntano sulla qualità distinguendosi immediatamente.
A partire dall’arredamento, con un localino semplice e accogliente, che si caratterizza per le linee semplici e pulite, con richiami colorati di ceramica artigianale che lo ancorano, anche metaforicamente, alla terraferma del nome.
In sala, un servizio alla mano, sciolto ma preparato e attento. Luci ai tavoli ben posizionate, e il benvenuto ancestrale ma sempre gradito di pane e olio, con un ottimo extravergine di Caggiano, vigoroso e aromatico. Una piccola carta dei vini che fa una sintesi di note etichette regionali e italiane, con qualche buona bollicina.
In cucina, il giovane chef Alessandro Avossa, mostra di avere la barra dritta su piatti ben piantati nella tradizione ma con una interpretazione personale aiutata dalla tecnica. La carta guarda soprattutto al mare, ma è sbilanciata (felicemente, aggiungiamo noi) verso la terra, l’orto e, più in generale il ricorso alla ricchezza vegetale della Campania.
Diversamente letti, trasformati e utilizzati trovate gli ultimi friarielli di stagione in crema, il cavolfiore cotto al forno e la verza che diventa tacos, la cipolla in genovese di mare, la scarola riccia e liscia cruda e cotta, le barbabietole in salsa, i legumi, i carciofi arrostiti (con la chicca presidio Slow Food del Bianco di Pertosa), i peperoni arrostiti che diventano un battuto per le linguine.
Tra i piatti provati, ben eseguito il polpo scottato, servito con una purea di borlotti, scarola liscia in salsa e riccia cruda condita con colatura di alici; golosa la triglia in carrozza, farcita con patate e menta e variazione di carciofi arrosto e in crema.
Tra i primi, un robusto risotto con crema di friarielli e salsa di riccio, crudo di scampo e black lime. Dal sapore intenso e dalla cottura indovinata.
Buono il tonno scottato rinvigorito dall’accompagnamento di un tacos di verza ripieno di verza stufata, uvetta e pinoli servito con dressing allo yogurt aromatizzato con olio al finocchietto.
Una cucina di sapore e carattere, insomma, con un’interpretazione molto convincente del vegetale che rende i piatti leggibili e moderni. Un unico appunto: mostrare la stessa spinta in avanti e la medesima convinzione sulla selezione dei pesci, accogliendo in carta anche quelli più poveri. Dai saraghi alle aguglie, dai cefali alle mormore: proprio come alici, sgombri e pesce bandiera hanno mostrato negli ultimi anni, con le ricette di successo di tanti chef stellati, questa parte di mare ha sempre tanto da raccontare. Ancor di più se ha la fortuna di essere accolta da una terra(ferma) come la nostra, così fertile e generosa.
Si chiude in dolcezza con i dessert della tradizione napoletana e qualche deliziosa chicca al cucchiaio.
Conto in buon equilibrio tra qualità e prezzo, sui 60 euro.
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