Ristorante Terra a Palazzo Tirso MGallery a Cagliari
Piazza Deffenu, 4
Tel. 070 762 2000
Apereto la sera
Chiuso domenica e lunedì
palazzotirsocagliari.com
Non è nostra abitudine criticare il lavoro degli altri, ma devo dire che mi sono stupito di non trovare, almeno tra i consigli della Michelin a Cagliari, una indicazione su quello che è un vero e proprio hub gastronomico, con un ristorante fine dining molto bello al piano terra e uno aperto dalle 12, 30 in poi sulla terrazza dell’ultimo piano da cui si domina il porto della città. Aggiungo che anche qui c’è il giusto fermento arricchito da una dose di orgoglio sardo che esalta tradizioni e soprattutto prodotti della regione. Sto parlando di Palazzo Tirso, un bel cinque stelle lusso dotato di Spa, facilmente raggiungibile, che ho frequentato ospite di Assoenologi in occasione del loro ultimo congresso.
Quando ho visto la cucina a piano terra e soprattutto dopo aver provato la loro ampia, buona, ricca e variegata colazione, la tentazione di provare il food è stata fortissima. Così, prima un breve pranzo all’ultimo piano, nel ristorante Cielo con una cucina più basica ma efficace, deliziosa la fregula con piselli, seppia e nero di seppia e la ceviche di dentice. Ampia scelta di vini, frutto della stessa cantina, da una carta molto colta e appassionata che offre un panorama completo della produzione sarda anche se manca della necessaria profondità di annate visto che la struttura è aperta da un annetto. Comunque state certi che qualsiasi sia la vostra curiosità sull’Isola, qui potrete soddisfarla.
E adesso veniamo al ristorante Terra, gestito da Alessio Signorino, classe 1987, esperienze da Deidda al Corsaro, da Perdomo al mitico Pont de Ferr e all’Enoteca Pinchiorri del duo Monco e Della Tommasina.
Diciamo che i percorsi degustazione variano da 65 a 85 euro, con l’abbinamento bisogna aggiungere altri 35-40 euro. Si può bere come si desidera grazie al Coravin, il maitre Michele Cuccu trasuda passione e competenza, la base per un servizio empatico e gratificante per il cliente. La cucina ha avuto la consulenza di uno dei cuochi italiani da noi più amati, Emanuele Scarello, terminata a gennaio.
La consulenza fa tanto, ma la mano dello chef fa poi la differenza. In questo caso era assente, malato e la brigata era in mano al suo secondo, Valerio Fermani. E se l’agnello e. il piccione sono piatti di sapore e di buona scuola, la folgorazione arriva dalla capacità di esprimere l’elemento vegetale in modo deciso e moderno, a cominciare dal gazpacho verde, buonissimo e che non teme l’amaro, sino allo spaghetto con i cannolicchi e la rucola dove i primi hanno un ruolo più che altro di gioco della consistenza, carina l’idea di presentarli come una fregula, mentre l’elemento vegetale esplode in bocca alimentando la voglia del boccone successivo, e poi ancora. Perfette anche le bietole a fagottino con il resto del piccione stufano
Una cucina dove c’è il manico e che a nostro modesto avviso, merita riconoscimenti per due motivi: la stabilità della proprietà e la maturità espressiva del cuoco che ormai è prossimo ai 40 anni, ancora giovane per l’anagrafe moderna italiana, ma ormai un veterano della cucina che torna a casa con la voglia di fare.
Spero che questo locale in una Sardegna vera e non finta come quella di Porto Cervo, sia amata anzitutto dai sardi. A voi tutti consiglio un passaggio perchè davvero ne vale la pena.
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