
Di Sud a Quarto e di Marianna Vitale abbiamo detto tutto. Il locale, che noi speriamo resti sempre lì, è una fucina di divertimento, alta cucina, sperimentazione, buon bere. Ma quello che è più importante è che la vena creativa della giovane cuoca non si è affatto esaurita. Anzi.
Basta vedere i nuovi piatti, tutti giocati sull’acidità.
Queste alici sono una cosa tosta, secondo noi andrebbe presentato come secondo e non come antipasto.
Spuntano piatti da bistrò, con il pane e il mare, davvero molto saporiti e divertenti.
Spazio anche all’eleganza e alla finezza dei sapori e degli accostamenti.
Come si capisce se un piatto vale davvero. Riprovarlo sempre. E questo, premiato dal Mattino nella Guida Mangia&Bevi, appaga e stupisce sempre.
E veniamo al tris sul podio.
Lo spaghetto dimostra l’istinto di Marianna con la pasta. Tutto è indovinato, dalla temperatura alla consistenza, in un piatto in cui ogni boccone invoca quello successivo.
Dal buono al buonissimo, diciamo pure geniale. Il risotto alla puttanesca, perfettamente eseguito anche secondo i canoni maffiani, è un tripudio di consistente, amaro, dolce, acidità. Un assoluto imperdibile di stagione.
Ma quello che ci ha colpito è stato questo piatto che osa inserire la banana in una preparazione salata e lo fa in modo perfetto e saporito. Un passo in avanti davvero audace nel quale anche il culatello ha la sua funzione, quella di dare un po’ di spalla e grassezza al sapore finale. Quanto basta, senza sovrastare il mare.
Sui dolci ci attestiamo sui classici e atterriamo.
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CONCLUSIONE
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La visita al Sud è una delle esperienze più interessanti che si possano fare tra le giovani cucine italiane. Siamo ben lontani dalle stanchezze scolastiche, dal percorso abituale su materie prime viste e riviste, dagli accoppiamenti senza gioia. Ma il vero pregio di questo locale è che potete indicarlo al raffinato gourmet rotto a tutte le esperienze e ai vostri amici che si lamentano se i piatti non sono abbondanti. Prototipi umani opposti ma complementari che usciranno comunque soddisfatti.
Foto di Francesca Marino
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