di Francesca Faratro
Siamo a Sant’Egidio del Monte Albino, in provincia di Salerno, nella terra del pomodoro San Marzano e del Corbarino, a casa di quell’agricoltura antica e nobile che grazie a tanti piccoli produttori sta conoscendo una nuova rinascita negli ultimi anni. “Sce Sce” è la scommessa di due amici, quasi fratelli per il forte legame che li lega, i quali dalla poltrona del loro studio di odontoiatria sono passati alla rilevazione di un locale chiuso ormai da qualche anno.
Ferdinando Lavorante e Carlo Giordano, con tanto entusiasmo e un pizzico di follia sono così riusciti nell’impresa di aprire un ristorante braceria molto bello e funzionale, dalle linee contemporanee. Un locale dal messaggio semplice ed immediato, con in più una vista sul Vesuvio da cui godersi il tramonto, davvero mozzafiato.
Il nome “Sce Sce” viene sia dallo storico soprannome di uno dei due gestori e in dialetto napoletano fa riferimento a qualcosa di introvabile.
Il focus qui è sulla carne alla brace e sulla pizza, per accontentare un pubblico più ampio possibile, e su entrambi i fronti propone una buona selezione, puntando sull’acquisto di una ottima materia prima.
Lo staff è giovane, con uno chef poco più che ventenne ed in sala un emergente del mondo del vino. I due proprietari hanno infatti deciso di puntare su nuove leve, così da far crescere il locale anche motivando chi ci lavora a fare sempre del suo meglio.
La nostra cena
Si inizia con un tagliere misto, con prosciutto di Cuneo, una selezione di formaggi e qualche polpettina di carne per strizzare l’occhio alla tradizione.
Qui si può scegliere fra diverse tipologie di prosciutto: quello di Cuneo, Joselito, quello Magnus o il Dulcis.
Il pezzo forte è ovviamente la carne, con una selezione fra il taglio carpaziano, galiziano o la scottona phenomena. Tagli selezionati, cotture studiate, il bello di poter scegliere.
Optiamo per la “Phenomena”, con un grasso classificato 10+.
Sapore deciso, grasso giovane che prevale omogeneamente nelle carni.
A seguire la classica e tradizionale tagliata, accompagnata da funghi porcini.
Si chiude con un dessert chiamato “Tarallucci e vino”, che racchiude tutta la Campania in un piatto, con le sue suggestioni antiche: sul fondo, una riduzione di vino rosso con una crema di mozzarella di bufala. A completare, i tarallucci ottenuti con un impasto alle mandorle.
Conclusioni
Menu semplice e leggibile, che guarda alla tradizione del territorio senza rinunciare ad una ampia selezione di prodotti oltre confine, facendo così della materia prima di qualità il filo rosso del locale.
Ad un pizzico di brio e inventiva pensa il giovanissimo chef Stefano Rosolia, agli inizi della sua carriera ma con mente aperta e idee chiare. Una cucina, la sua, in crescita sperimentale non senza umiltà che cerca di non perdere mai la bussola del territorio. La location ovviamente fa la sua parte, con una vista sul Vesuvio e con le sue luci a fare da cornice colorata ad uno degli spettacoli naturali più suggestivi del mondo.
Le competenze sono fresche, in crescita e bramose di divenire esperienze. L’accoglienza invece è già al livello massimo e fa di “Sce Sce”, il locale nuovo dove trascorrere tante serate in piacevole compagnia.
Sce Sce
Viale Abate Natalino Terracciano, 87
Sant’Egidio del Monte Albino, Sa
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