San Lorenzo a Roma
Via dei Chiavari 4/5 –
Tel. 06 68 65 097
www.ilsanlorenzo.it
Il migliore ristorante di Napoli è il San Lorenzo a Roma. Una battuta fulminante di Luigi Cremona che ci spendiamo subito per inquadrare un locale di successo, basato sulla cucina essenziale che accompagna la materia prima del mare inarrivabile, un servizio preciso e una carta dei vini colta e ben costruita negli anni da Elena Lenzini, brava e competente sommelier, che con Enrico Pierri ha costruito questo presidio nel cuore ghiotto della capitale, tra Carapina e i Roscioli brothers. Una piccole rete di vicoli tanto amati da Luigi e Lorenza, ma anche da Stefano Bonilli.
Abbiamo sempre amato Il Sanlorenzo perché è un posto dove si sta davvero bene e che purtroppo, pur avendo uno stile napoletano, manca a Napoli dove non ci sono ristoranti che coniugano ampia scelta di pescato, cantina monumentale, servizio. Il 20 maggio, Giuseppe Palmieri, il re della sala della Francescana, che di locali se ne intende, ha scritto una entusiastica recensione sul suo blog Glocal alla quale rinviamo.
Si comincia con gli sfizi, una fritturina accompagnata dal passato e dal presente della cucina italiana: una maionese e una salsa di pomodoro, entrambe eseguite come Dio comanda.
E poi ancora uno sfizio (fisso): acciughe e pan brioche al limone e bufala.
Spolveratina anni ’70 con scampi freschi appena arrivati e, ancora, la maionese per chi ha la voglia.
In queste poche mosse, il Sanlorenzo si presenta dunque con molta semplicità, citazioni non ridondanti e un pizzico di divertimento che consente di rilassarsi spiluccando anche con le mani, il gesto più antico che appaga la psicologia umana.
Bella presentazione con il mare cotto nel boccaccio di vetro e adagiato su un piatto di erbe e aromi che ne esaltano il sapore. Ancora ghiotto il gioco del roast beef di tonno, impreziosito con il caviale.
Poi c’è il capitolo carboidrati che, appunto, costituisce la cifra napoletana del locale. Con un segreto semplice ed essenziale che però le giovani generazioni di cuochi non sembrano comprendere: una trafila lunga, una corta, una pasta fatta in casa e una pasta ripiena. Questa deve essere la proporzione, perfetta, che è la formula della felicità per chi ama abbinare il mare alla pasta. Prodotto italiano buono a livello industriale, stupendo nell’artigianato come dimostrano le linguine integrali e i paccari di Gentile.
E neanche sul pane si scherza: integrale/cafone, a pizzetta.
Infine i dolci, buoni, ma il babà alla crema con amarena è davvero perfettamente eseguito.
Ecco dunque spiegato il segreto di questa formula semplice ma impegnativa: nessuna voglia di stupire ma di appagare divertendo. Magari bevendo alla grande (con ricarichi che fanno girare la cantina).
Ed è questo il motivo per cui si torna volentieri, soprattutto perché poggiando le chiappe sulle nuove poltrone di Fuksas si sta davvero comodi. Altro particolare certo non trascurabile in qualsiasi locale.
Pranzo light a 75 euro, degustazione a 130. Sui 150 euro alla carta.
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