Romolo alla Mole Adriana, da novant’anni cucina verace a … un passetto dal Vaticano

Da Romolo, pasta e lenticchie

di Virginia Di Falco

Romolo alla Mole Adriana è una delle trattorie più antiche di Roma (festeggerà i novant’anni l’anno prossimo).
Aperto a Prati alla fine degli anni Venti è stato il classico punto di riferimento del quartiere: da piccola cucina con bottiglieria, a osteria e poi anche pizzeria.
La famiglia Perilli ha gestito nel corso del tempo tanto una clientela affezionata quanto le migliaia di turisti che affollano la zona tra Castel Sant’Angelo e il Vaticano.
Poi, cinque anni fa, l’interruzione dolorosa di questa attività, per sfratto, da parte della Lumsa, l’università cattolica di Roma che in quell’occasione si comportò in verità senza molta pietas cristiana.
E finalmente, dopo una lunga pausa forzata, la riapertura nell’estate del 2015. Stessa zona, siamo a Borgo Pio, a pochi metri dalla vecchia sede. Un’ampia struttura, dall’architettura moderna, che ha saputo riprendere le tracce della storia, a partire dall’enorme parete in vetro della grande sala con le mura a vista sul celebre Passetto: il passaggio che collega Castel Sant’Angelo al Vaticano.

L’effetto, appena entrati – lo diciamo subito – è quello che un po’ tutti abbiamo provato la prima volta nella nuova sede di Felice a Testaccio: la trasfomazione da vecchia osteria di quartiere ad un locale dal look metropolitano, con tanto di camerieri in maglietta con logo d’ordinanza fa sempre temere una perdita di autenticità. Ma il posto è davvero bello e, soprattutto, è la cucina a dover restare vera.

E allora, veniamo ai piatti.
Il menu è molto ricco ed articolato, più da ristorante anni Sessanta che da vecchia osteria, quando cioè il motivo per mangiare fuori era di poter ordinare liberamente soprattutto quello che a casa non si cucinava.

E dunque ci sono sì i piatti della tradizione romana, ma si trovano anche i classici che vanno oltre i confini regionali: come la scaloppina al limone, il risotto alla crema di scampi, i tortellini, il filetto al pepe verde, la panna cotta. Diciamo che si fa prima a dire quello che non c’è. D’altro canto questo è stato sempre uno dei tratti distintivi di Romolo alla Mole Adriana: il volto da osteria di quartiere per il romano che vuole soddisfare la voglia di amatriciana o di fiore di zucchina fritto e allo stesso tempo l’approdo sicuro, per i tanti turisti, di un ristorante di cucina italiana.

L’atmosfera in sala è ovviamente allegra e caciarona, non c’è nulla di ingessato tra accoglienza e servizio, con camerieri attenti e solerti che si concedono più di una battuta ma che hanno sempre un controllo molto professionale di tutti i coperti.
Prima di leggere la carta, lasciatevi dunque consigliare i piatti fuori menu: scoprirete con piacere che dipendono sia dal mercato (soprattutto per il pesce fresco) che dal calendario, proprio come accadeva nelle case tanto tempo fa.

E così può capitare di assaggiare una zuppa di pasta e lenticchie a dir poco sontuosa, una delle migliori mai mangiate, profumata, corposa, con il legume ben cotto ma sodo, davvero un piatto di grande conforto.
Anche l’amatriciana si segnala per gradevolezza e carattere, il guanciale ben tirato senza essere secco, un buon pomodoro e una cottura al dente della pasta (qui si fa con gli spaghetti).
Meno incisivi i tonnarelli con ceci, pomodorini e baccalà: non male la materia prima ma nel complesso il tutto risulta un po’ slegato.

Tra i secondi abbacchio a scottadito con patate (ma si può chiedere anche al forno) e ottimi saltimbocca alla romana, dall’esecuzione filologica.
Anche il carciofo alla giudia, dall’aspetto un po’ deboluccio, in realtà segnala una buona mano della cucina anche nei fritti.

Si chiude con i classici tiramisù, creme caramel, panna cotta, mousse al cioccolato o del gelato.
Il coordinamento tra sala e cucina, anche nell’ora di punta di un giorno prefestivo, funziona senza défaillance: nessuno vi dà fretta se avete voglia di indugiare a tavola ma allo stesso tempo il turn over dei tavoli procede a velocità della luce e tra famiglie di habitué e turisti che ordinano tutto il menu, si vedono solo facce contente.

Insomma, se riuscite, prima di entrare da Romolo, a sopravvivere all’assalto delle guide multicolore e multi lingue che vogliono a tutti i costi portarvi (digiuni?!) ai Musei Vaticani, il consiglio è senza dubbio quello di rifugiarvi e rifocillarvi in questo autentico presidio della cucina romanesca. Non ve ne pentirete.

PS
Sono stata invogliata a provare Romolo alla Mole Adriana dall’amico giornalista Tommaso Farina, sempre prodigo di stuzzicanti consigli; mentre devo le notizie storiche sull’osteria ad Alberto Rinaudo che (unico e solo) scrisse un accorato articolo nel 2011 per Scatti di Gusto in occasione della chiusura per sfratto. Un generoso grazie ad entrambi.

Romolo alla Mole Adriana
Vicolo del Campanile, 12 (Vaticano-Borgo Pio)
Tel. +39 06 6861603
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso: lunedì

www.daromoloallamoleadriana.it


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