Propilei che hanno fatto la gastronomia italiana. Uno di questi è Romano a Viareggio con la splendida famiglia Franceschini. Non poteva essere che Maffi a parlarcene.
di Giancarlo Maffi
Oggi, cinquanta anni fa, Romano Franceschini apriva il suo ristorante a Viareggio. Ho scelto un modo diverso per ricordarlo. Su tutti i media troverete le solite storie e i soliti bla bla bla. Tutto bello, tutto vero, ma anche tutto noioso, se mi è permesso. Qui invece un saluto a tutta la famiglia Franceschini e ai loro collaboratori storici e recenti, attraverso una piccola fiaba, nel ricordo di una persona anche a loro tanto cara, scomparsa recentemente…
Il piccino, anche troppo sveglio, dava già problemi a mamma calamaretta. Ne aveva intorno qualche centinaio ma il piccolo Rommy sembrava molto più intelligente di tutti gli altri. Tirava ad andarsene per conto proprio e ancora non era il tempo. Troppi pericoli. E poi continuava a chiacchierare con una cugina, appena nata anche lei, figlia di una sorella di Maretta. Rommy e Franchina se ne stavano là, in coda ai due gruppi, scoprendo un mondo che non conoscevano. Rommy, curioso com’era, aveva già ascoltato molti racconti da un nonno alla quinta generazione che girava lì intorno.
L’ultimo aveva incuriosito ma anche spaventato molto il baby calamaretto. Il nonno era un appassionato della cultura e dei comportamenti umani, sfuggito una volta, per caso, alla cattura. Attirato dalla lampara di un pescatore era finito in rete e poi sulla barca ma si era divincolato ed era riuscito a scivolare in mare. E le luci delle barche non lo avevano più fregato. Aveva però avuto il tempo di ascoltare i dialoghi degli uomini sulla barca, quella notte felici per l’abbondante retata. Questi, i migliori, disse uno di loro indicando una cassetta dei giovani compagni di sfortuna del nonno, vanno al Franceschini, sai quello che ha aperto a Viareggio in via Mazzini, quello che si è sposato con la Franca.
Si è tanto raccomandato di darci i migliori, quelli che hanno sofferto meno durante la cattura. Sua moglie mi dicono che li fa buonissimi, li riempie di un sacco di cose buone e li fa andare al forno. Il nonno raccontava a Rommy che lui era un goloso e che se fosse stato un un un un umano avrebbe fatto il critico gastronomico e avrebbe scritto tanti libri. Gli piacevano i pescetti buoni e certe volte si spingeva fino in Liguria perché la sua massima libidine erano i giovani gamberetti viola. Franchina e Rommy se ne stavano lì ad ascoltarlo rapiti da quel fantastico racconto. I due giovani calamaretti dopo un po’ di tempo si fidanzarono e fecero quello che la natura gli chiedeva di fare. Una notte anch’essi rischiarono di essere pescati in una retata. Franchina si spaventò moltissimo. E alcuni giorni dopo, in un pomeriggio di bonaccia in cui Rommy fece l’amore più teneramente del solito, il giovane calamaro disse al suo amore: senti, abbiamo già vissuto tanto, non voglio fare la fine del nonno che è finito nelle fauci di un pescecane. Mi affascina la storia che ci raccontò di questo ristoratore della città davanti a noi, quella che vediamo sempre la sera con tante lucine. Siamo stanchi, abbiamo fatto tutto quello che la nostra natura ci ha detto che dovevamo fare. La nostra fine deve essere onorevole e dobbiamo lasciare un segno della nostra bellezza e della nostra bontà. Franchina annuì, un po’ triste ma d’accordo. Rommy finì di dire: noi così buoni dobbiamo finire in mani gentili, cortesi e competenti ed essere apprezzati per quello che siamo da una persona che comprenda che anche noi siamo parte della bella natura oggi tanto vilipesa. E che magari mentre ci avvicina alla bocca ci dedica anche un bel pensiero. E così si fecero pescare, stretti insieme, da quella famosa barca di cui parlò il nonno.
Li portarono da Romano Franceschini. Franca li cucinò con la solita perizia e delicatezza. E finirono, nonno calamaretto ne sarebbe stato fiero, nel piatto del più signorile gourmet gentiluomo che Giancarlo Maffi ebbe mai il piacere di conoscere: Aurelio Braschi. E così i due calamaretti sposi, Franchina e Rommy, conclusero la loro vita felici e contenti…..
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