Ristorante Pulejo a Roma
Via dei Gracchi
Tel. 06 8595 6532
Aperto la sera, venerdì e sabato anche a pranzo
Domenica chiuso
Possiamo dire un predestinato: già stella conquistata all’Alchimia di Milano, Davide Pulejo ora tenta il bis nella sua città dopo aver fatto tanti giri partendo dal Convivio Troiani, vera scuola di cuochi veri nella Capitale, all’estero, tra cui Londra e il Noma di Copenhagen. No, amanti della tradizione, non vi spaventate, il nuovo locale di Davide Pulejio esprime certamente una cucina di grande tecnica, ma mira dritta alla gola e alla pancia dei clienti.
Di ottima scuola l’animella, spinta e rinfrescata dallo iodio dell’ostrica e dall’amaro della bieta, pappante il risotto MIlano Roma, cavallo di battaglia di Davide Pulejo, ben eseguita l’ormai comune faraona che rivela la mano dello chef per le carni. Dolce non dolce il dessert.
La forza di questo locale è anche la giusta collocazione del prezzo del menu: 5 portate a 60 euro, 7 a 80, con abbinamenti rispettivamente a 25 e 40 euro. Ottimo e appassionato il servizio con una carta colta e non scontata che finalmente non ha paura di esibire e consigliare vini laziali, in grande spolvero da qualche anno con la svolta verso il naturale.
Consigliato? Sicuramente, è una buona cucina d’autore non pretenziosa, che non sibisce la tecnica ma la usa, l’ambiente è accogliente e lo chef merita ogni soddisfazione anche perchè contribuisce non poco al momento gastronomicamente molto fortunato da Roma, tornata ad avere un uolo leader in questo campo proprio grazie ai tanti giovani che sono tornati per amore della loro città.
Una cucina piena, non angosciata dalla tendenze moderne che punta sul vegetale e su piatti light, del resto uno stile molto difficile da trovare nella Capitale. La proposta ecumenica, capace di conquistare chiunque entri in questo locale, è immediata, saporita, piena, varia, a cominciare dall’ormai immancabile aperitivo con i fegatini di pollo, il pane e il burro.
Lampi di cucina nordica nel peperone come una carne, il sapore intenso ma ingentilito dal formaggio per avere il cento per cento del consenso (diciamo 99 perché io l’ho assaggato senza ed è sicuramente più efficace, ma non faccio testo statisticamente parlando)
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