Ristorante ACQUABLU
Lido Nettuno Beach
Via Laura Mare
Laura di Paestum
Tel. 0828 720009
Aperto a pranzo e a cena
www.lidonettunopaestum.it
Il ristorante Acquablu del Nettuno Beach, sulla spiaggia di Paestum a due passi dai templi, è uno di quei posti accoglienti come ce ne dovrebbero essere lungo tutta la costa cilentana.
Si lasciano completamente fuori traffico e rumori e ci si ristora in uno stabilimento balneare luminoso, dagli spazi ampi e ben organizzati, dove ogni angolo dedicato all’ozio e al relax è curato nei minimi particolari. La mano femminile, dai fiori freschi all’eleganza di alcuni oggetti d’arredo, non sfugge anche a chi entra senza conoscere Monica Capo, giovane imprenditrice che ha preso le redini di questa attività di famiglia avviata dal papà agli inizi degli anni Sessanta.
E che, soprattutto, dedica risorse e impegno anche al ristorante, cercando di farlo funzionare bene in tutti i mesi dell’anno.
Già, perché qui a Paestum, come in altre zone di mare del Cilento (e in gran parte del centro-sud del Paese, a dire il vero), è dura far passare il messaggio che un ristorante sul mare può funzionare bene anche nelle stagioni non balneari. Eppure proprio in Italia non mancano gli esempi di chef che hanno fatto la loro fortuna partendo da una struttura in riva al mare: da Uliassi a Cedroni a Zazzeri, solo per fare gli esempi più conosciuti.
D’altro canto, qui è bellissimo almeno dieci mesi all’anno: sole, natura, archeologia (accanto ai templi uno dei più bei musei di arte antica a cinque minuti d’auto) e prodotti gastronomici di eccellenza sono concentrati in una manciata di chilometri. A voler tacere della magia del mare d’inverno.
Il ristorante Acquablu ha un’ampia sala dai colori chiari, arredata in maniera sobria, e arricchita da una bella veranda che affaccia sulla spiaggia e offre lo spettacolo del mare praticamente a tutti i tavoli.
La cucina segue una linea molto semplice, immediata, meditarrenea. Si basa sul pescato locale, e questo è uno dei suoi punti di forza, e – più in generale – sulla ricerca di buoni prodotti di territorio. A questi fattori di partenza, difesi sempre energicamente da Monica Capo, si aggiunge il lavoro e l’estro di Mario Stellato, giovane chef autodidatta, con qualche esperienza locale alle spalle e tanta voglia di imparare.
La carta è ben distribuita tra antipasti, primi e secondi piatti di immediata lettura, dove ovviamente è il pescato del giorno a dettare la linea.
Tra gli antipasti, il tonno appena scottato, con leggera panatura e caponatina di verdure, sodo, carnoso e sapido; soltanto profumato dalla base vegetale. Gustosa la millefoglie di alici con i peperoni, resa leggera dalla stratificazione sottile di pesce e verdure; delicato, nonostante la cipolla, il baccalà confit con melanzana fondente. Praticamente un vero e proprio calcio di rigore il fritto cilentano, con tutti i pezzi classici, dal crocchè di patate alla montanara; mentre accontenta i vegetariani (e vegani) la millefoglie di verdure grigliate.
Tra i primi piatti, dà piena soddisfazione la combinazione, quasi ancestrale, di baccalà e patate con la pasta mista, così come le mezze maniche con cozze e bottarga; mentre gli spaghetti con le alici e pane profumato dovrebbero essere meno carichi (anche solo con meno capperi e olive) per non perdere eccessivamente il gusto del pesce.
Per i secondi piatti, affidatevi ai consigli in base al pescato del giorno: di fronte ad una bella grigliata mista non ve ne pentirete. Immancabili le sfoglie di patate fritte al momento: contorno goloso di grande convivialità. Anche il pane è fatto in casa, così come i grissini. La carta dei vini viene continuamente aggiornata e fa il suo dovere, dando il giusto spazio al territorio da un lato e, dall’altro, a valide bollicine.
I dolci sono forse la parte un po’ più elaborata del menu. Si capisce che lo chef si è formato soprattutto in pasticceria, ha una buona tecnica e un pizzico di fantasia che non guasta: il dessert dedicato all’Africa, con le albicocche e ricotta di bufala è grasso e goloso, senza rinunciare alla freschezza, mentre con il semifreddo al pistacchio si gioca soprattutto con le diverse consistenze.
Nel complesso una bella esperienza, lo chef è giovane ma ha una buona mano, la sala gira bene grazie alla presenza attenta e premurosa della proprietaria e di un personale di servizio motivato e gentile. Soprattutto, proprietà e cucina si muovono in sintonia: con determinazione ma anche con prudenza, alla ricerca di consigli prima ancora che di notorietà. Cosa rara, di questi tempi.
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