Ristorante Maeba Ariano Irpino
Chiuso la domenica sera e il lunedì
Contrada Serra
Tel 338 6387407
info@maeba.it
report del 20 agosto 2020
di Antonella Amodio
Mancavo da qualche anno dal ristorante Maeba ad Ariano Irpino, il locale di proprietà di Nico Mattia ricavato da un antico frantoio, con affaccio sulle bellissime valli irpine ricamate da ulivi e alberi da frutto.
Lo chef Marco Caputi è riuscito a creare nel tempo una cucina tutta sua, fatta di materie prime locali, ma con un attento sguardo fuori dal territorio, senza con ciò precludere una esperienza di gusto con echi tradizionali e tipici.
Per certi versi, mi ha ricordato il coraggioso Davide Oldani che – più di un decennio fa – decise di proporre nel suo ristorante D’O piatti di alta qualità, con preparazioni semplici, innovative e accessibile (economicamente) a tutti, aprendo così un nuovo filone gastronomico.
La cucina di Marco Caputi testimonia modernità nell’esecuzione e nell’impiego di ingredienti stagionali e ricercati, dove i contrasti si susseguono e sono alla base dei piatti.
Nulla però di estremo o complicato, e soprattutto facile e chiaro nella distinzione dei sapori.
Piatti creativi, che nel contempo rassicurano il palato e raccontano la tendenza “pop” dello chef Caputi.
Il Crudo di vitello, ricci di mare e birra, e a seguire Orzo, aglio orsino e lumache, ne sono l’esempio.
Così come la Crespella ai funghi, parmigiano e ostrica, con un’impronta iodata molto interessante.
Il Pollo e patate, poi, è un piatto “popolare” per antonomasia, che trova radici nella cucina contadina e che Marco propone scomposto e servito in tre distinte portate, tra le quali un interessante tacos ripieno di frattaglie di pollo.
Dessert e piccola pasticceria ben realizzati: Panna, fragole e Campari oppure Miele, aceto e fiori.
Carta dei vini ampia, con rilevante spazio ad etichette irpine e campane in generale. Selezione di whisky di oltre 60 distillerie, poi rhum e grappe.
Menù degustazione di 4 portate a scelta 42,00 € escluso i vini.
Piatti à la carte da 13,00 € in poi
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Report del 18 gennaio 2018
Luciano Pignataro
Avevamo avuto modo di parlare di questa realtà ad Ariano Irpino, un paesone ai confini con la Daunia, ma personalmente non c’ero mai stato. Si tratta di un locale che ormai ha quattro anni, aperto con la consulenza di Mirko Balzano, giovane e pimpante cuoco irpino che dopo Villa Assunta ha fatto numerose esperienza e nel quale lavora l’ex suo secondo, Marco Caputi, 24 anni.
Gli ambiete sono davvero molto belli, ci sono aria, luce, nella bella sala ottenuta on questo vecchio frantoio nei cui meandri è stata ricavata la cantina sempre più ampia e interessante. Fuori sei circondti dagli olivi di ravece, querce, natura incontaminata. Quasi un miracolo dopo aver incrociato la zona industriale all’uscita dell’autostrada di Grottaminarda sulla Napoli-Bari.
Legno e pietra viva ti riportano subito nella giusta atmosfera e, complice il freddo, hai subuti voglia di carne e vino rosso.
Ristorante Maeba Ariano Irpino
Non è certo facile vincere queste scommesse in luoghi lontani di una provincia di poco più di 400mila abitanti sparsi nella bellezza di 136 comuni, fuori dalle piste autostradali. Viene in aiuto la banchettistica e, soprattutto il passa parola. Ecco dunque che arriviamo, diciamo la verità, poco convinti, ma ne usciamo favorevolmente colpiti.
Per quali motivo? In primo luogo perché la cucina ha un toccomoderno, di buona tecnica, essenziale, non punta a strafare e a stupire e soprattutto è molto aderente al proprio territorio con prodotti non omologati. Insomma, si viene qua per mangiare carne vera e grandi ortaggi e legumi che non sono facili da reperire altrove.
Il secondo aspetto è che la tecnica, non spinta, alla fine sfocia in una proposta composta, euilibrata, senza fughe in avanti d laboratorio gastronomico, ma sicuramente centrate sul sapore. Da sottolineare lo scarso uso di sale, che è tra l’altro una caratteristica ancestrae delle zone interne rispetto alla costa e com i condimenti giusti che spaziano, senza interpretazioni manicee, dal burro fatto in proprio all’olio ravece, una delle cultivare più eccellenti che più vantare l’Italia.
Di grande impatto, e in uso dai tempi di Villa Assunta, i brodi che rivitalizzano il piatto con una minestra maritata che resta una idea originale e moderna anche dopo tanto tempo. Perfettamente eseguita.
Ma sono soprattutto i tre piatti di carne che valgono il viaggio. Carne d’altri tempi, piatti equilibrati e maturi, di grande sapore.
Chiudiamo ovviamente con lo spaghetto perfettamente cotto.
Ma anche il capitolo dei dolci ci stupisce quanto se non più di quello della carne: dolci non zuccherini, molto buoni che non affaticano dopo il pranzo.
CONCLUSIONI
Ovunque voi abitiate a due ore di auto da qui mettete in conto una bella gita fuori porta. Proverte una cucina di buon livello, a prezzi più che sostenibili, senza fronzoli, divertente e divertita. Un assaggio dei sapori dell’Appennino Meridionale incorniciati da una buona carta dei vini e da un servizio attento e familiare.Un pranzo in mezzo a quetsa natura solenne non può che farvi bene alla mente e al corpo.
Ristorante Maeba Ariano Irpino
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