di Enrico Malgi
Uscite dal vostro guscio. Non state fermi. Se non scoprite il mondo che sta fuori, pensando che il rassicurante e caldo utero che vi ospita sia il posto migliore vi sbagliate. L’uomo ha un estremo bisogno di viaggiare, di apprendere, di confrontarsi e soltanto allora capirà la differenza.
A questo punto mi potreste domandare: cosa c’entra tutto questo se devi semplicemente raccontare com’è andata la tua visita al Ristorante La Piazzetta il quel di Montevecchia nel comprensorio brianzolo della provincia di Lecco? C’entra, c’entra, perché questo ristorante è immerso in un territorio per me del tutto inedito, abituato come sono a percorrere quasi sempre strade diverse che si dipanano altrove. E poi perché dovete sapere che quel birichino di Marco Galetti tutte le volte che salgo in Lombardia ha preso l’abitudine di “sequestrarmi” e di condurmi mio malgrado (sic!) a condividere con lui itinerari a me sconosciuti.
Bene, questa volta siamo saliti in cielo, o quasi, da dove s’intravede laggiù luccicare la Madonnina, pressata da vicino dallo skyline meneghino. Da qui sopra sembra di scorgere Mont Saint Michel quando si ritira l’alta marea. Per par condicio anche qui è allocato un Santuario, quello della Beata Vergine del Carmelo, posto in cima a 160 ripidi scalini (li ho contati tutti e, nonostante la mia non più giovane età, li ho saltati a passo di bersagliere).
La Piazzetta è un locale piccolo, ma lindo, accogliente, panoramico e segnato da un’atmosfera d’antan. Pavimento in parquet luccicante. Il proprietario tradisce nel nome e nel fisico longilineo le sue origini altoatesine-teutoniche: Walter Stuerz (detto anche il re dello strudel come vedremo poi), che ha pensato bene di trovarsi una moglie agli antipodi, la dolce sicula Marinella.
Siamo in quattro e così da buoni amici ci spartiamo tutte le innumerevoli pietanze preparate dallo chef Denny Manzoni (“…quel ramo del lago di Como” si trova a pochi chilometri da qui, vedi la coincidenza del nome). E qui entra in gioco la mia curiosità, di cui accennavo prima, di provare sensazioni diverse.
Nell’ordine abbiamo saggiato: Piatto conviviale di formaggini di Montevecchia freschi e stagionati con borroeula (pasta di salame crudo snervata e non insaccata). Bocconcini deliziosi e saporiti.
Crema di zucca e carote con crocchette di salmerino e cime di rapa. Piatto prelibato.
Quaglia, le sue uova, salsa di lattuga e farinata di ceci. Accostamento indovinato.
Ravioli di grano saraceno ripieni di formaggio con crema di patate e coste. Che goduria! Nel mio piatto “soltanto” cinque dischetti. Datemene altri per favore!
Gnocchi di patate allo zafferano con vongole, carciofi e pomodori secchi. Beh qui siamo decisamente al sud. Marinella se ci sei batti un colpo!
Tempura di scorfano, gamberi e verdure con salsa teryaki. Contaminazione nipponica molto apprezzata.
Suprema di faraona arrostita con scarola saltata, olive nere e patate novelle all’origano. Mirabile e semplice allo stesso modo.
Petto d’anatra al forno con cipollotti glassati e pere senapate. Bontà oltre ogni limite ed Oltralpe.
Carrè di maialino da latte con mele e verdure al curry. Posso fare il bis?
Ed eccoci giunti all’appuntamento finale tanto atteso: il famoso strudel di Walter decantato ed osannato dallo stesso Marco. Premetto che la mia napoletanità mi appaga su ogni fronte gastronomico, compreso quello sui dolci, ebbene qui devo per forza dar ragione al mio amico brianzolo ed inchinarmi alla superba bontà di questo dolce di chiara schiatta austro-germanica. Una squisitezza inarrivabile. Morbido e croccante al tempo stesso. In aggiunta viene servito insieme con il gelato alla vaniglia di produzione propria, perché Walter di fronte al ristorante possiede anche la premiatissima Gelateria Montebianco.
La piccola pasticceria ed il caffè concludono questo meraviglioso pranzo.
Come al solito Marco mi ha dato carta bianca per scegliere i vini in abbinamento e così ho optato per uno Chablis 2015 di Bernard Defaix, uno dei migliori chardonnay della Borgogna, insieme a quelli di Raveneau e Dauvissat ed il Seriz La Costa 2013, un inedito e promiscuo blend rosso internazionale affastellato da pinot noir, merlot e syrah (Borgogna, Bordolese e Valle del Rodano tutti insieme appassionatamente) targato Montevecchia. Sui dolci ho scelto un Passito di Pantelleria.
Prezzi più che buoni, con eventuale degustazione di più portate a 40,00 euro escluse le bevande.
Saluti finali ed arrivederci! No aspetta un momento non andare di fretta, perché devo ancora esprimere un mio ultimo proposito. Cucina di territorio senz’altro, ma di quelle che restano impresse nella memoria, per un’esperienza davvero meravigliosa. Sublime poi la materia prima. Insomma, mi sono letteralmente sollazzato. Riallacciandomi poi a quanto premesso all’inizio, ecco bisogna dire che queste sono le occasioni più gratificanti quando si va fuori a provare piatti che non appartengono alla propria cultura e tradizione. Ed allora si scopre che il mondo, tutto sommato, è bello anche là fuori! Andateci anche voi! Grazie Marco!
Ristorante La Piazzetta
Largo Gaetana Agnesi, 3 – Montevecchia (Lc)
Tel. 039 9930106 – www.ristolapiazzetta.it
Chiuso lunedì intera giornata e martedì a pranzo
Venticinque coperti d’inverno e balconata d’estate
Dai un'occhiata anche a:
- Le Officine dei Marini: la cucina concettuale di Paolo Daghini a Pistoia
- Un angolo di Campania in Langa: la cucina mediterranea di Luca la Peccerella all’Orangerie di Bossolasco
- La cucina molecolare classica di Ettore Bocchia al Mistral di Villa Serbelloni. E’ ancora magia sul Lago di Como
- Ristorante Da Giuseppe a Montemarzino (AL): indirizzo autentico del Basso Piemonte
- Nin di Terry Giacomello a Brenzone sul Garda: il viaggio a 360° con l’apprendista stregone della cucina non solo italiana
- Castello Dal Pozzo sul Lago Maggiore: Un’esperienza tra storia, gusto e natura
- Osteria Trevisi: autenticità veneta nel cuore di Treviso
- La Rei Natura, la Grandeur in Langa di Michelangelo Mammoliti