Ristorante La Chioccia d’Oro di Carmine Mainenti e Davide Mea
Vallo della Lucania – Bivio Novi Velia (Sa)
Tel, 0974 70004
Aperto tutti i giorni a pranzo e cena, chiuso il giovedì.
Ci siamo. Il rodaggio della nuova gestione di Carmine Mainenti e Davide Mea ha chiuso il suo percorso. Riammodernato e rinfrescato gli ambienti, organizzato un elegante e funzionale angolo cantina all’ingresso, ristrutturato completamente l’esterno, l’estate sta andando alla grande.
Una mano più che solida in cucina interpreta un menu sapientemente agganciato ai piatti che hanno fatto la storia della Chioccia d’Oro, solo più alleggeriti. Carmine con la gestione di questo locale è praticamente tornato a casa, lo abbiamo scritto, ma certo non per mettersi in pantofole: continua instancabile la ricerca di prodotti del territorio che non manca di interpretare e presentare a tavola con vivacità, come nel caso dell’antipasto di formaggi cilentani: oltre alla caratteristica mozzarella nella mortella trovate infatti i formaggi di capra, con l’abbinamento sfizioso e indovinatissimo di capocollo, fico bianco del Cilento e un’ombra di peperoncino piccante.
Più in generale, si è ampliata l’offerta vegetale, con una varietà di piatti dell’orto che non è facile trovare in giro. Un’atmosfera di grande convivialità con un servizio più che rodato si aggiungono ai tanti motivi per tornare.
ECCO COSA SI MANGIA ALLA CHIOCCIA D’ORO DI VALLO DELLA LUCANIA:
Scheda del 7 giugno 2024
di Enrico Malgi
La nuova proprietà del Ristorante La Chioccia d’Oro di Vallo della Lucania da che ha preso possesso pochi mesi fa del famoso e storico locale cilentano non smette mai di stupire, praticandoun costante work in progress. Dopo avere effettuato il necessario restyling e rinnovato parzialmente il menù i titolari
Davide Mea e Carmine Mainenti in questo periodo estivo si sono momentaneamente divisi. Lo chef Davide ha riaperto il suo ristorante La Taverna del Mozzo affacciato sul porto di Marina di Camerota per deliziare i suoi numerosi e fidelizzati clienti con la sua sempre ottima cucina di mare, mentre Carmine è rimasto a presidiare la location di Vallo percondurre le danze ed accogliere con la sua innata gentilezza ed ospitalità i molteplici ed affezionati commensali. Intanto in cucina opera sempre con immutata maestrìa l’inossidabile e bravo chef Antonio Maffia e la sala fila liscia per merito di un personale molto attento ed altamente professionale.
E proprio Antonio si è fatto interprete, di concerto con i due proprietari ovviamente, di preparare due nuovi piatti prettamente estivi, che in questi giorni ho avuto l’onere e l’onore di assaggiare in anteprima, prima di essere messi in carta prossimamente.
La prima portata ha riguardato i bucatini con ricotta, crema di zucchine, fiori di zucca e zucchine tagliate a julienne. Si tratta di un piatto visivamente attraente, ottimamente assemblato, molto delicato, leggero, fresco,
saporito, raffinato e connotato di mediterranea purezza. Ho accompagnato questo piatto con un eccellente vino bianco cilentano: Cuore Puro Bianco Igp Paestum 2022 di Verrone.
Il secondo piatto è stato il fusillone con pesto di melanzana, crema di datterini saltati, melanzane a julienne e ricotta salata. Anche qui un’esecuzione perfetta di un piatto eccellente che richiama il territorio cilentano, solido, identitario, gustoso, ben bilanciato, ed esaltato da sapori netti, autentici e molto piacevoli per la gioia delle papille gustative. Una vera bontà. In abbinamento sempre un vino di Verrone: Isca Rosa Paestum Rosato Igp 2023.
Giudizio sicuramente positivo per entrambi i piatti, preparati con ottima materia prima e di cui non si può rivelare ancora il prezzo ma che sarà certamente molto favorevole da quello che ho appurato in via del tutto confidenziale.
Scheda del 1 aprile 2024
Un atto di amore di Carmine Mainenti per il suo paese, la sua terra. Questo è il vero motivo per cui l’imprenditore dopo aver liquidato la propria parte di da Zero Pizza e Territorio, ha deciso di reinvestire in questa storica trattoria fondata da Giovanni Positano oltre mezzo secolo fa. I soldi sono una bella cosa, ma senza passione servono a poco e Carmine ha passione per le piccole produzioni, la qualità, la storia stessa di questo luogo alle pendici del Monte Gelbison che ha fatto la storia della gastronomia locale aderendo fedelmente a quelle tradizioni in un momento storico in cui lasciavano le case per rifugiarsi nelle trattorie ben fatte e intelligenti.
Siamo tornati dunque appena dieci giorni dopo la precedente scheda di Enrico Malgi che leggete sotto, e abbiamo ben poco da aggiungere.
In cucina è arrivato Davide Mea, cuoco del mare a Marina di Camerota dove ci piace ciaciarci in estate. Al momento la parola d’ordine è continuità: dal nido ai fusilli al coniglio dissossato, tutto è come prima. Cresce l’attenzione per la cantine, per gli oli, le materie prime hanno nomi e cognomi di piccoli artigiani del gusto che Carmine ha conosciuto durante l’impresa da Zero. Oggi sicuramente è una delle migliori trattorie del Centro Sud grazie alla nuova linfa vitale. Vedremo come andrà avanti questa avventura, nel frattempo vi notifichiamo il nostro pranzo di sabato di Pasqua.
Scheda del 22 marzo 2024
di Enrico Malgi
Finalmente è tutto pronto ormai. Lo storico Ristorante La Chioccia d’Oro di Vallo della Lucania è tornato operativo dopo il giusto e necessario periodo di restyling del locale da parte dei nuovi proprietari Carmine Mainenti e Chef Davide Mea.
Davide ha ridisegnato il menù a modo suo, lasciando comunque intatti quasi tutti i classici piatti della vecchia gestione della famiglia Positano, curati sempre dallo chef Antonio Maffia, che dal 1979 hanno deliziato le papille gustative di migliaia di gourmet e riscuotendo sempre grande successo.
Ecco qui i nuovi piatti di Davide Mea, titolare anche della Taverna del Mozzo a Marina di Camerota, che nell’occasione è passato quindi da una cucina prettamente di mare ad un più “terraiola”.
Iniziamo col Vitello Tonnato. Prezzo 12,00 euro.
Ottima interpretazione di un piatto freddo che spopola soprattutto in Piemonte e Lombardia, che si contendono la paternità insieme ad altre regioni settentrionali. Il gusto è caratteristico, fresco, leggero, prelibato e molto delicato.
Zuppetta di fagioli, borragine, cardoni e noglia. Prezzo 10,00 euro. Una semplice ma saporita zuppetta, assemblata con ingredienti locali perfettamente aggregati.
Raviolo alla ricotta con tartufo nero. 20,00 euro. Piatto iconico cilentano, delizioso, saporito egustoso.
Fusillone di Gragnano, con zucca, guanciale e pomodori secchi. 14,00 euro.
Piatto indovinato e correttamente assemblato. Una vera bontà davvero, connotata da un sapore deciso,
goloso e beneequilibrato.
Pancia di maialino croccante con crema di patate, broccoli e riduzione di papaccelle. 15,00 euro.Ecco qui una vera prelibatezza, che esalta le papille gustative. Un piatto centrato, bilanciato, croccante, sapido ed acido.
Tagliere di formaggi vari con composta di frutta. Prezzo 14,00 euro. Si tratta di un’ottima composizione di formaggi sia locali e sia extraterritoriali, in cui spicca sicuramente il Castelmagno di alpeggio Doc.
Cannolo cilentano. 4,00 euro. E per finire in gloria ecco qui il classico ed immancabile dolce cilentano, sempre molto gradevole.
Per accompagnamento ho puntato su due pregevoli bottiglie di vino: il Fiano di Avellino Docg2023 di Torricino e L’Essenza Rosso Grottino di Roccanova Dop 2021 di De Biase.
Noto con piacere che Davide ci ha preso gusto nel proporre piatti di terra semplici ma semprecorretti e propositivi. La sua preparazione è sostenuta da maturità, un’ottima tecnica di base,
da uno spiccato talento, da grande creatività e da un perfetto esercizio di equilibrio. E poi nel suo lavoro ci mette sempre passione ed impegno. Senza dimenticare le eccellenti materie prime locali di cui può fare affidamento. Insomma, penso proprio che questa nuova esperienza professionale lo stia profondamente
arricchendo.
Eccellente, attento e preciso il servizio ai tavoli da parte del personale di sala, ormai rodato daltempo della vecchia gestione.
Enoteca abbastanza fornita, ma da migliorare ancora. Ovviamente si dà ampio spazio ai vini cilentani e campani, senza trascurare comunque una buona scelta extraregionale.
Prezzi dei piatti sempre molto convenienti.
Scheda del 31 ottobre 2023
di Enrico Malgi
Nella vita non esiste nulla che dura in eterno, perché tutto quello che ha un inizio è destinato a finire prima o poi. Cose belle e cose brutte sono tutte effimere, perché “di doman non c’è certezza”come declamava il poeta, mentre Ernesto Calindri e Franco Volpi affermavano in coro “Dura minga” in un famoso sketch televisivo di “Carosello” tra la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni ’60.
Ebbene questa storia che vado a raccontare si può collegare a quanto detto sopra. Correva l’annov1979 quando due giovani sposi aprirono uno spicchio di ristorante a cavallo dei comuni di Vallo della Lucania e di Novi Velia, con l’intento di praticare una cucina prettamente casereccia connotata da ottimi prezzi. Allora, come ancora adesso, questo locale portava impresso il nome de “La Chioccia d’Oro”, che col passare degli anni è cresciuto in modo esponenziale, diventando di fatto un sicuro e solido punto di riferimento per tutta la ristorazione cilentana e salernitana come gli innumerevoli premi e riconoscimenti stanno a testimoniare, insieme alla costante frequentazione di tanti gourmet ed appassionati. Devo confessare che anch’io in tutti questi anni ho mantenuto uno stabile rapporto fiduciario con la Chioccia d’Oro, festeggiando tra l’altro battesimi e prime comunioni dei miei figli, anniversari di matrimonio e compleanni.
Adesso a distanza di 44 anni Giovanni Positano ha deciso di ritirarsi insieme con la moglie e la figlia Rosa e così ha ceduto il locale all’imprenditore vallese Carmine Mainenti, il quale da parte sua ha rotto definitivamente il suo rapporto con la catena di pizzerie Dazero per dedicarsi a questanuova avventura. Nel frattempo Carmine ha pensato bene di avvalersi delle prestazioni professionali del bravo chef Davide Mea, titolare della Taverna del Mozzo a Marina di Camerota, congiuntamente allo chef interno Antonio Maffia e di tutta la brigata di cucina già operante in locoe dello stesso personale di sala. Anche Giovanni Positano è rimasto provvisoriamente in qualità di “traghettatore” e di tuttofare.
Adesso si è in attesa di provvedere al necessario restyling del locale e del progressivo cambio della guardia in cucina che avverrà entro la fine di quest’anno. Nel frattempo il menù è rimasto quasi del tutto invariato com’era quello dei vecchi gestori, con la proposta di alcuni classici piatti che hanno segnato tutto il percorso gastronomico di questo locale come veri pilastri e che la fidelizzata clientela apprezza sempre: Mozzarella nella mortella, Nido Chioccia d’Oro, Fusilli o Cavatielli al ragù cilentano, Sartù di riso ai funghi porcini, Coniglio disossato farcito con funghi porcini e carciofi e le classiche patate arraganate.
Ristorante La Chioccia d’Oro
Vallo della Lucania Bivio Novi Velia (Sa)
Tel. 0974 70004
Aperto a pranzo e cena e chiuso il venerdì.
Scheda del 19 febbraio 2020
Febbraio 202o
di Marco Galetti
Il piatto simbolo della Chioccia d’Oro (continua… ***)
Tempo fa, grazie ad un complice fidato, ho attirato con l’inganno una coppia di amici cilentani alla Chioccia d’Oro di Vallo della Lucania, il locale, Bib Gormand Michelin 2020, che era stato scelto per motivi logistici, si è rivelato molto interessante&appagante, un indirizzo da tenere presente per l’immediato presente e per un prossimo futuro, chi ha orecchie per intendere non le faccia da mercante…
Siamo stati accuditi come pulcini dalla Chioccia di Vallo, indirizzo di riferimento dal 1979, dispone di un comodo parcheggio in prossimità del bivio per Novi Velia, dopo aver affrontato la strada in salita per l’imperdibile Santuario della Madonna del Monte Gelbison, una sosta qui sarà tutta in piacevole e rigenerante discesa…
Paccheri alla carbonara di zucca, qualche prudente tentativo di allontanarsi dal solco confortevole della tradizione, con piatti meno classici viene fatto e, come in questo caso, il risultato è davvero notevole.
Agnello, per gusto personale l’avrei preferito un po’ più succulento, ma sono dettagli.
Coniglio disossato e farcito servito con carciofi (o funghi) e patate arreganate, sottilmente affettate e cotte in forno con cipolla e origano.
Coniglio disossato, dettaglio, un grande piatto, gustoso, saporito, con la salsa tirata al punto giusto
*** nella foto in apertura di post la mia mezza porzione del piatto simbolo del ristorante La Chioccia d’Oro, I Nidi, in un tegamino di coccio, da oltre quarant’anni, vengono serviti ai fortunati avventori due rotoli di pasta fresca (farcita con besciamella, mozzarella e prosciutto) passati in forno e ricoperti di ragù di carne
Siamo stati seguiti&serviti da Rosa Politano, la cortese e appassionata figlia dei titolari, che dopo averci fatto accomodare in un bel tavolo tondo apparecchiato con cura e collocato in posizione luminosa, si è dimostrata, competente, disponibile e completamente&felicemente a proprio agio nel suo ruolo di ristoratrice, che è una bellissima parola.
La Pitta di Teodolinda, il capolavoro conservato nel Duomo di Monza, per tutti quelli che non credono alle coincidenze e pensano ci sia un filo conduttore ed imperscrutabile…
La Chioccia d’Oro
Bivio Novi Velia
Vallo della Lucania SA
Tel 0974 70004
Sempre aperto
Chiuso venerdì
Report del 26 aprile 2015
Bivio di Novi Velia
Tel. 0974.70004
Aperto a pranzo e a cena
Chiuso il venerdì
Ecco un posto che non conosce crisi. Niente facce tristi, camerieri sconsolati, tavoli semivuoti. Qui si lavora sodo. E bene. Così tante famiglie, anche quelle più numerose, scelgono la Chioccia d’Oro per regalarsi un pranzo d’anniversario o più semplicemente una cena tra amici.
Giovanni Positano, ormai tra i più affidabili punti di riferimento nella ristorazione cilentana festeggia i 35 anni di attività nel modo migliore: con l’aiuto in sala della figlia Rosa. Motivata, preparata, sempre sorridente, Rosa è entrata a gamba tesa nell’attività di famiglia. E lo fa con la vivacità e la curiosità della sua generazione: sempre attiva sui Social nel comunicare le iniziative del ristorante, attenta a seguire le novità del settore, ma anche consapevole di quanto sia importante la formazione continua e l’aggiornamento su cibo e vino.
Rispolverata la sala, l’hotellerie e il servizio, rese più moderne molte presentazioni, inserita qualche prudente novità nel menu, qui si mantengono comunque con rispetto le tante valide proposte che ormai sono diventate dei veri e propri classici. A partire dai “Nidi” della Chioccia d’Oro: un rotolo di pasta fresca con besciamella, prosciutto e mozzarella cotto nel forno in tegamini di coccio e ricoperto a fine cottura di ragu di carne. Piatto ricco, saporito, molto anni Settanta ma che non ha mai smesso di andare fortissimo, anche oggi.
E poi ci sono, ovviamente cavatielli e fusilli al ragu cilentano, paccheri al forno ripieni di ricotta e spinaci oppure, in stagione, serviti con i carciofi e il provolone del Monaco; un ottimo sartù di riso ai funghi servito in monoporzione: da solo vale il viaggio.
Qui si trova carne di prima qualità, proposta prevalentemente alla brace o al ragu, ma anche polli e conigli alla cacciatora, tasche di vitello ripiene di uova e formaggio, e un imperdibile coniglio imbottito con le verdure di stagione: con i funghi o con i fiori di zucca.
E ancora – come da tradizione in Cilento – un trionfo di verdure, a seconda del mercato, con chicche imperdibili, dalle melanzane “impaccate” (con pomodoro e cacioricotta di capra), alle patate “arreganate”, cioè tagliate sottili e cotte al forno con origano e cipolle, molto gustose.
Piatti semplici, della tradizione, che però a casa nessuno ha tempo o voglia di fare più.
Molto meglio, allora venire a provarli da Giovanni: sono sempre ben eseguiti e preparati al momento.
Si chiude con una bella scelta di dessert, quasi tutti fatti in proprio, come la leggerissima millefoglie con crema pasticcera e frutti di bosco; il babà, la torta ricotta e pistacchio o il classico cannolo cilentano.
Qualche buona etichetta di territorio, con un vino rosso della casa (un Paestum IGT) che Giovanni si fa imbottigliare ed etichettare da un’azienda cilentana; e un servizio di grande cordialità ma professionale, per un conto complessivo che difficilmente supera i 30 euro.
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