di Marco Galetti
Il Ghiottone, Panzanella, il piatto di benvenuto è di pochi ingredienti e di poche parole: ben arrivati, sono un giovane piatto a base di pane, olio e pomodoro che non vede l’ora di diventare maggiorenne, fosse per me lo nominerei senatore a vita
Il Ghiottone, l’elegante e garbatamente confidenziale dichiarazione d’intenti di Maria Rina
Il Ghiottone, la saletta, tavoli ampi, ben distanziati, sedute comode, armonia di fondo
Il Ghiottone, l’elegante mise en place, indubbiamente di gran tono, sobrietà e garbo, senza eccessi come la proprietaria
Il Ghiottone, il bianco di Maffini, Pietraincatenata a tutto pasto, chi mi ospita qui è conosciuto e viene accontentato anche nella scelta del bianco
Il Ghiottone, Alici fritte con misticanza, il piatto che si può presentare al cliente solo se si ha la certezza assoluta della freschezza del pesce, certezza quarantennale, assaggio goloso che potrebbe presentare il rischio dell’indigeribilità, non è questo il caso, non è questo il posto, qui indubbiamente solo certezze
Il Ghiottone, Baccalà, crema di broccoli, zeste di limone e peperone crusco
Il Ghiottone, Ravioli di verdure e crostacei conditi con un fumetto di vongole
Il Ghiottone, Zuppetta rustica con scorfano e scarola
Il Ghiottone, Sorbetto defatigante
Il Ghiottone, il Moscato lucano
Maria Rina, che gestisce questo locale da quarant’anni, è donna discreta, premurosa, gentile e appassionata eppure garbata ed essenziale nelle descrizioni delle sue preparazioni; la proprietaria in bianco chef, si muove silenziosamente ma costantemente tra sala e cucina, lascia godere il cliente senza assillarlo ma non lo abbandona, il suo è più un dietro le quinte e tra i fornelli, come si dovrebbe, con brevi e costanti passaggi tra i tavoli, è un mettersi a disposizione e insieme una supervisione con discrezione, qualità rara che, se unita al garbo, come nel suo caso, è valore aggiunto per il cliente che se cerca il giusto equilibrio tra presenza e privacy, qui lo trova, lo stesso equilibrio e pulizia che personalmente ho trovato in tutti i piatti, forse con l’eccezione della zuppetta che, seppur “aiutata” dalla scarola, non mi ha convinto del tutto… mentre il Moscato lucano chiede la parola, sento, nei cannoli cilentani leggerezza all’ennesima potenza, Potenza non è lontana, altri accenni lucani nel peperone crusco e nell’espansività caratteriale composta e/o tenuta a freno di Maria Rina, paradossalmente, discrezione lombarda, mentre sul pescato locale accuso una differenza abissale, il Naviglio milanese, si sa, ormai offre solo sogni velati di nebbia… qui, di contro e per fortuna i sogni di un ghiottone milanese diventano realtà, la nebbia lascia il campo a certezze solari che non hanno bisogno di inutili creme a protezione e a falsificazione di piatti comprensibili ed altamente godibili.
Ristorante Il Ghiottone
Via Nazionale 42
Policastro Bussentino SA
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