Faro di Capo d’Orso Andrea Aprea a Maiori
Strada Statale Amalfitana, 44
Tel.089 877022
Aperto a pranzo. cena
Chiuso martedì
Appena venti coperti con una brigata specializzata governata da Salvatore Pacifico (ex Alajmo, ex Cerea) senza alcun rapporto con la banchettistica della bellissima struttura che sarà a carico di un’altra brigata. Accordo di tre anni e cambio del nome: così Andrea Aprea, nell’attesa di avviare la sua nuova avventura milanese che lo vedrà impegnato nel difficile compito di difendere le due stelle Michelin che aveva conquistato al Vun del Park Hyatt torna nella sua regione dopo un’assenza di oltre dieci anni. Un po’ sulle orme di Tonino Cannavacciuolo che ha fatto la stessa cosa con il progetto Aqua a Tizzano al quale è stata assegnata la stella.
Ed è questo l’obiettivo comune di Aprea e della famiglia Ferrara, proprietaria del posto incantato tra Maiori e Cetara da quattro generazioni e quasi cento anni: confermare una delle stelle storiche della Campania.
Andrea Aprea è molto più di un bravo cuoco: è un manager, sa che i conti di un ristorante devono tornare per la proprietà quanto per i dipendenti ed è quello che sicuramente riuscirà a fare.
Chi è Andrea Aprea
Napoletano – classe 1977 – dopo gli anni della formazione spesi in alcune delle più importanti cucine in Italia, Asia e Gran Bretagna torna a Napoli per l’apertura del Comandante dell’Hotel Romeo. Da lì a Milano fino ad ottenere, nel 2012, la prima Stella Michelin al Vun Andrea Aprea del Park Hyatt Milano – il primo ristorante d’hotel ad aver ricevuto una stella Michelin nella storia della città. La seconda Stella arriva cinque anni dopo, nel 2017. Oggi, è alla vigilia dell’apertura del nuovo ristorante “Andrea Aprea” all’ultimo piano della Fondazione Luigi Rovati, al 52 di Corso Venezia a Milano, in uno splendido palazzo d’epoca con una segreta corte verde.
La storia del Faro e la famiglia Ferrara
Il Faro di Capo d’Orso ha una lunga storia in Costa d’Amalfi che si intreccia da quasi un secolo con quella della famiglia Ferrara, ristoratori da quattro generazioni. Tutto iniziò negli anni Trenta, con Luigi e Anna Ferrara e loro figlio Bonaventura che, da un piccolo appezzamento di terra, in uno dei tornanti più mozzafiato della divina Costiera, seppero ricavare un piccolo ristoro per i turisti di passaggio. Cucina verace e panorama da incanto. Poi la svolta negli anni ’90 con i fratelli Luigi, Pierfranco e Pio, fino alla Stella Michelin nel 2005. Oggi alla guida di questo gioiello incastonato nella roccia tra Cetara e Maiori ci sono Pio e suo figlio Bonnie, quarta generazione della famiglia. Da aprile 2022, il ristorante Il Faro e Andrea Aprea si incontrano per dar forma ad un nuova esperienza gastronomica in Costiera andando a rinominare il ristorante Il Faro di Capo d’Orso Andrea Aprea.
Cosa si mangia al Faro di Capo d’Orso Andrea Aprea: il menu
La cucina di Andrea Aprea ha uno stile mediterraneo, basato su prodotti freschi e di stagione che spesso rincorrono sapori ancestrali (come il tonno e fagioli o il baccalà alla pizzaiola) e che ha volte rivelano una capacità di accostamento non comune (eliche con amatriciana e arancia). Una cucina di ricerca e di mediazione fra l’altissima padronanza delle tecniche per estrarre sapore (a caldo,a freddo, cbt, ma anche fiamma e padelle) che ha un solo scopo finale: il cliente. Ed è stata questa la chiave del suo successo ovunque si sia affacciato e ci abbia messo la faccia in prima persona.
Non cerca il personaggio come tanti suoi colleghi, perché è molto di più: un professionista appassionato del proprio lavoro che nulla lascia al caso o alle scorciatoie. La sua non è una cucina ideologica, ma molto aggiornata rispetto alle tendenze internazionali con l’obiettivo principale di dare sempre piatti che i cliente vorrebbe bissare ben volentieri.
La nostra è stata una esperienza completa e appagante. Dobbiamo dire con chiarezza, perché a queste cose ci teniamo, che è stata una anteprima ma con piatti che troverete a menu e ho pochi dubbi che possiate vivere una esperienza diversa da quella vissuta ieri perchè i piatti sono testati e il menu, ormai pronto, sarà cambiato in estate e in autunno.
La freschezza mediterranea è nell’aperitivo, con le alici, il cannolo di parmigiana e la pralina di limone che esplode in bocca: ti dice subito che sei sotto il cielo azzurro e stellato della Costiera amalfitana. Gli antipasti hanno in se il passaggio dal crudo al caldo, sono complessi e giocano di consistenze, molto complesso il piatto fagioli e tonno ma immediatamente leggibile per chi lo mangia e gode. Idem per la panzanella. I due primi sono di sapore goloso, è il momento in cui il cuoco deve tirare il calcio di rigore concesso solo agli italiani che vantano questa portata mentre baccalà e anatra sono sue grandissimi piatti di scuola, in particolare il baccalà unisce la tecnica francese della salsa ad una capacità di intensità di sapore pazzesca. Buoni i dolci, il primo decisamente identitario, limone sfusato e yogurt, il secondo è uno spartito classico al cioccolato che ogni grande ristorante deve sempre avere.
La sala è motivato, governata da Bonnie Ferrara che abbiamo per primi premiato come Mattino, vasta la sua conoscnza dei vini di una cantina di famiglia dove davvero non manca nulla.
La sala, leggermente alleggerita, aumenta la sensazione di essere sospesi tra le rocce e il cielo, uno dei locali più belli del mondo.
CONCLUSIONE
La nuova stagione del Faro è aperta ai golosi, a chi vuole vivere una serata intima e speciale con la persone più cara. Non c’è intelligenza gastronomica che non possa condividere e apprezzare questo grande classico della cucina mediterranea moderna dalla mano sicura e dalla visione centrata sulla tavola. Vi potrete divertire come e quando volete, c’è una versione lunch di tre piatti a la carte con minimo di scelta 3 portate su 4 antipasti, 4 primi e 4 secondi a 80 euro. La sera abbiamo 5 portate a 120euro (Tradizione in Progresso), 6 portate 140 euro (Sapori D’A-Mare) 7 portare a 160 (Contemporaneatà) euro vini esclusi. Dettaglio da bonus che non è poco in Costiera: non avrete problema di parcheggio.
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