Il Comandante dell’Hotel Romeo
Napoli, Via Cristoforo Colombo 45
Tel. 081.0175001
www.romeohotel.it
Aperto la sera. Sui 90 euro
Diciamoci la verità, la ristorazione di albergo a Napoli è semplicemente una tragedia. Se il capoluogo partenopeo domina sullo street food, la pizza, le trattorie veraci, le gastronomie, la materia prima e i prodotti, quando si supera la soglia dei 40 euro iniziano le dolenti note ed è sull’alta ristorazione che mangia la polvere su Roma, Milano, ma anche su Bologna, Torino, Firenze.
Il motivo di questo disastro gastro antropologico è duplice. Il primo è che gli imprenditori alberghieri di città non credono nella ristorazione come richiamo e si accontentano di colpi di rimessa, forse perché è troppo forte il richiamo all’esterno. Il secondo è che il napoletano di ogni classe sociale, di ogni quartiere, di ogni tendenza politica e religiosa, non concepisce spendere oltre una certa soglia per mangiare, non riconosce il plus dell’alta cucina e, soprattutto, è ancora fermamente convinto che il miglior ristorante sia a casa propria dove invita gli ospiti e gli amici.
Si potrebbe discutere in eterno se questa sia o meno una filosofia che riconduce ciascuno di noi ad un giusto rapporto con il cibo senza enfatizzazioni. Resta però il dato di fatto, oggettivo, che Napoli città è quasi assente dal circuito gastronomico italiano e mondiale.
Con una sola eccezione: Il Comandante dell’Hotel Romeo, che però resta esempio solitario che nessuno, al momento, ha voglia di imitare.
Qui invece, dopo diverse traversie tutte napoletane e tutte italiane, si è creato un ristorante vero, di ottima fattura, dove si parla un linguaggio comune alla comunità internazionale del cibo. Servizio perfetto, cura dei particolari, stratosferica carta dei vini, pani, sali, oli e acque minerali. C’è da sciasciarsi.
Al timone della cucina c’è Salvatore Bianco, uomo di azienda prima che chef, low profile e tanta fatica dalla mattina alla sera. Durante la nostra ultima visita abbiamo verificato una notevole spinta in avanti verso le acidità, la freschezza, la leggerezza.
Intendiamoci, sappiamo benissimo che la cucina d’albergo deve saper accontentare tutti, ma per un paio di piatti ruffiani ce ne deve essere almeno uno con le palle, in grado di osare e di stupire. Non nelle forme, intendiamoci, ma nella sostanza dell’abbinamento. Non bisogna temere l’acidità, ma assecondarla.
Ed è quanto Bianco sta facendo nell’ultimo periodo, abbandonando la linea di piatti troppo morbidi ed autoreferenti e trovando spunti interessanti in ogni stagione.
Questi due primi ne sono un esempio: la linguina è ricca di sapore, scattante e impreziosita dal tono fumè. Il risotto è forse un po’ in la come cottura (ma sotto il Po si mangia a colla) ma l’abbinamento è centrato e l’amaro dei friarielli regala una bellissima spinta al piatto.
Buona la seppia e vivaci, oltre che di buona e solida scuola, i piatti di carne.
Quando entriamo nel mondo dei dolci, poi Bianco si sente a casa perché è in questo settore, preciso e farmacologico, che si è formato. Bisogna solo goderne la delicatezza, la freschezza, la bontà.
____________
CONCLUSIONE
____________
Il Comandante oggi è l’unico ristorante di albergo a Napoli nel quale è possibile fare una esperienza gastronomica che non sia la mesta oleografia di tarantella e mandolino nel piatto. Grande ricerca di prodotto, una sicurezza nella mano rafforzata dall’esperienza e inizio di buona sperimentazione sono i presupposti per ulteriore crescita.
Qui tutti i post pubblicati di questo sito del Comandante dell’Hotel Romeo
Dai un'occhiata anche a:
- Moris Cafè a Vitulano (BN) sul Taburno Camposauro
- Brigida, osteria contemporanea nel centro di Napoli
- Il Principe a Pompei: tradizione, creatività e contaminazioni nella cucina
- Benvenuti a Casa Torrente (ristorante Al Convento) a Cetara
- Rifugio Rosolea e la cucina cilentana sul Monte Gelbison
- Domenico Marotta a Squille, il migliore interprete della nuova cucina mediterranea
- Aquapetra, la cassaforte dei sapori sanniti nella cucina dello stellato Luciano Villani
- Sapio Restaurant a Catania, la cucina contemporanea di Alessandro Ingiulia