Filippo a Pietrasanta.
Atmosfera. Estate colorata, movimentata formicaio, circo giocolieri del fuoco, vie artisti, vie scultori e pittori. Labbra gonfie, minigonne ombra a tacchi torri gemelle, rolex polso e gin tonic mano. Locali stantuffi di persone.
Inverno no.
L’atmosfera diventa elegante, fine, malinconicamente romantica. Vie nere di riflessi acqua e luci Natale. Artisti scultori pittori nascosti dal lavoro. Labbra gonfie si sgonfiano le minigonne lasciano il posto ai jeans. Il gin tonic diventa vino rosso. Locali chiusi locali vuoti.
Filippo no.
Porta a vetri lascia intravedere Pietrasanta. Il corridoio del piacere è già nel pieno del suo quadro serale, Filippo pronto a dipingere con i colori della cucina. Il corridoio, anzi la sala, ha l’illuminazione perfetta per ogni degustatore, vedi il piatto e il volto della persona, in una cena non serve altro.
Stretta di mano con Filippo e tavolo servito e indicato come il migliore della sera.
Il tavolo da condividere. Otto per due. Amo ogni cosa che si possa condividere. Into the Wild – La felicità è reale solo se è condivisa. Avrà ragione.
Libro menù in tavola. Il menù importante, elegante, libro di storia. Libro fotografia e che fotografia, quella di Lido Vannucchi. Mai trovato menù migliore. Bello. Storia di materia da gustare e materialità mentale da leggere.
Portate da 10 € a 24 €.
Carta dei vini divertente e brillante. Suddivisa per importanza di vino e sentori al palato. Pagina per il pesce pagina per la carne. Pagina per l’indeciso. Geniale. Intuitiva.
Vini da 16 €.
Carta a parte per il menù del giorno. Otto portate con quello che idea, terra e mare hanno offerto poche ore prima.
Infine il Menù degustazione. 6 portate 45 €. Pazzo chi non lo sceglie. Per la seconda volta è la mia scelta.
Dalla carta dei vini, Francia.
Sommelier e lambrusco di benvenuto accompagnano l’entrèe della cucina.
E’ l’inizio di un viaggio di degustazione con picchi da stellato.
Degustazione di foie gras ritrovata solo da Igles Corelli, spaghettino alle arselle divine, cottura perfetta, cremosità che ricorda lo spaghetto di Camanini.
Sesso a tre sopra un letto bianco e candido fra un’aringa, la crema di una castagna e la crema di un pinolo. Bianco minimalista.
Un baccalà sicuramente geneticamente modificato per dolcezza e cremosità del sale.
La sala degusta, la sala cerca Filippo e lo trova. Lui c’è sempre. Parole, sorrisi, storie, vita per ogni tavolo.
La sala guarda e ammira la bianca luce della cucina a vista, quattro cinque sei persone a lavoro, sorridenti tranquilli armoniosi dietro i due chef.
Chef Tradizione. Chef Innovazione.
La cucina segue la sala, la osserva e la omaggia con frittelle e bomboloni caldi alla crema appena sfornati. Pazzie di degustazione che rendono la serata diversa divertente unica.
Sala Filippo Cucina un’unica cosa.
Commensali vanno ed altri entrano.
Il mio tavolo è in trasformazione.
Dopo le frittelle dalla cucina, il tavolo viene omaggiato dalla vita, quattro fanciulle condivideranno la serata con noi.
“Abbiamo deciso di festeggiare in ritardo il Natale nel miglior ristorante di Pietrasanta” Verso un goccio del mio vino nel loro calice. Cin cin e… “benvenute, non avete sbagliato né ristorante né tavolo”. Chi mi accompagna tira la pazienza in cielo. Filippo aveva ragione.
La degustazione prosegue.
Bottone di bollito. animelle, verdure. Pennellate di colore in piatti bianchi. Forchetta a prendere colori da degustare. Calma, tempo giusto, silenzio. Si contempla il sapore del colore. Si cerca.
Quello che si trova lascia sorpresi per purezza.
La serata arriva al dolce.
Un paradiso dei goduriosi. Tre degustazioni più una. Il peccato di gola.
Qui torni bambino, vorresti degustare il tortino di cioccolato bianco e caffè caldo lentamente come hai fatto con il foie gras, il primo cucchiaio…poi ti avventi nei dolci scambiandoli mischiandoli godendoli. Ti sporchi.
Il cioccolato tocca il cheese cake, la cassata il gelato. Mamma mia!
Poi ditemi che nei piaceri della vita dopo il sesso non c’è mangiare e bere (bene).
La sala gode.
Filippo lo sa lo vede. Si rilassa con un caffè e parole ad un tavolo e una grappa e parole ad un altro tavolo.
Così con noi.
Parla. Condivide.
Vita progetti passione, passione, passione. Ecco passione, questa è la sala della passione, la passione dello star bene al tavolo. La passione che trasmette Filippo nell’aria.
Le ragazze accanto a me urlano di gioia.
Come sempre quando si gode si arriva alle prime ore del mattino.
Saluti e appuntamento alla prossima serata.
Uscendo troviamo una persona, un signore, che ci ferma e in sei parole di orgoglio dice tutto del locale: “Io sono il padre di Filippo”
Ristorante Filippo
Via Stagio Stagi, 22
Pietrasanta (Lu)
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