di Francesca Faratro
Eolo ad Amalfi. Il sussurro del mare come sottofondo, che si fa spazio fra maioliche, ceramiche e musica jazz. Con il Dio del vento che diventa realmente protagonista e dà il nome a questo piccolo angolo di paradiso.
Il ristorante Eolo è di proprietà della famiglia Gargano, già proprietari dell’hotel Santa Caterina, ma in realtà è la “creatura” preferita di Caterina, che con classe ed umiltà si è dedicata al progetto paterno di puntare su un ristorante sospeso fra cielo e mare.
Pochi posti a sedere, una terrazza “aperta e chiusa” ed un grande balcone con la bellezza da cartolina che solo Amalfi riesce a regalare.
Il nome del locale viene da una fontana in pietra, attualmente posta all’ingresso e precedente custodita nello storico palazzo di famiglia.
È da lì che nasce la storia.
Nato quasi per caso, un po’ come la scommessa di una donna coraggiosa, oggi Eolo è una realtà che si muove tra tecnica e qualità della materia prima.
Una cucina che profuma di Sud, con quel tocco mediterraneo che caratterizza tutti i piatti ricordando agli ospiti quali sono le radici.
Professionalità e grande cura dell’accoglienza fanno poi la loro parte, per un servizio sempre attento e premuroso.
I fornelli sono affidati da quasi un decennio allo chef Francesco Serretiello, meticoloso e puntuale nell’intepretare i piatti di mare, ma senza rinunciare ad un proprio stile e ad un pizzico di originalità. Legando con professionalità fantasia e tecnica.
In sala, una squadra ben affiatata risponde con mestiere e spontaneità.
Voglie di osare anche in cantina, con circa 2000 etichette, sempre in fase di espansione. Ci sono i migliori vini d’Italia, con la possibilità curiosare tra diverse annate. E poi le bottiglie dei viaggi in giro per il mondo, che grazie all’aiuto del sommelier Antonio Pappacoda, fanno si che il locale funzioni con indovinati abbinamenti cibo e vino.
Mise en place elegante nei toni del bianco e del blu, partenza con il burro di Normandia e l’olio Torretta che accompagnano la selezione di pani: alle olive, alle alici, al lardo , ai pomodorini, bianco e ai sette cereali.
La cena inizia con il benvenuto dello chef: Chips alla farina di riso e zafferano su salsa di peperone crusco ed un pomodorino ricomposto con gelatina e crema di ricotta. Per uno start leggero e delicato.
Si prosegue con gli antipasti:
Gamberetti di nassa su salsa di mandorle, tartare con burrata e liquirizia in pasta fillo e semi di sesamo nero; poi carpaccio di baccalà con crema di yogurt, cavolfiore e caviale; un’ostrica; capasanta con gelatina di limoncello; gamberi con salsa di avocado e scampo con una salsa di frutto della passione.
Mare nel piatto, dunque, con qualche gioco di fantasia. Salse e abbinamenti molto freschi, decisi, ma che rispettano una materia prima di grande qualità.
Si continua con la leggerezza dell’astice cotta al vapore con verdure ed un brodo di pomodoro. La classica versione della catalana, qui alleggerita e servita con l’accompagnamento giusto capace di risaltare la delicatezza delle carni.
Si passa poi all’altro antipasto, con il polpo marinato alla ‘nduja ed adagiato su una crema di patate allo zafferano e salsa di burrata.
Tra i primi piatti iniziano un raviolo, di buona fattura, che propone l’abbinamento carne e pesce: all’interno c’è la coda di vitello mentre la salsa è di gamberetti, ponzu e crema di friggitelli. Ancora una volta, sapori netti e decisi, con toni di freschezza e acidità.
Si continua con il risotto, ben eseguito e bilanciato.
Mantecato al limone, con carpaccio di gamberi e salsa al riccio di mare, con quest’ultimo appena pescato che rimanda di nuovo alle profondità del mare; con l’acidità del limone ben bilanciata.
Qui al ristorante da Eolo nulla è lasciato al caso, neppure la selezione dei formaggi, provenienti tutti dai migliori casari ed affinatori della regione. Caciocavallo e carmasciano dall’Irpinia, così come il pecorino ed il caprino di Bagnoli. Si passa per Vico, con l’intramontabile provolone e a Caserta per il conciato romano. Un salto anche in Cilento per i formaggi di bufala, immancabili.
La parte dolce è annunciata da un predessert dolce- salato: una mousse al cioccolato al latte e capperi, crumble al cioccolato salato, lamponi, spugna alla menta e pistacchio.
Per i dolci c’è l’influenza di Antonino Maresca il quale, già da anni ormai, segue il reparto pasticceria di Eolo, vero e proprio mentore di molti abbinamenti.
“Amalfi” è il dolce al limone scomposto, in diverse consistenze. C’è la madeleine al limone e olio extravergine di oliva, la bavarese alle mandorle, il gelato allo zafferano, la menta ed il re degli agrumi costieri, lo sfusato amalfitano, a trionfare su tutto.
C’è poi la sfogliatella, rivisitata, dolce e non, con crema di bufala, gelato al concerto ed una pasta suonante. E’ un viaggio nelle cucine refettoriali, contraddistinto da consistenze e sapori nettamente diversi fra loro.
E persino il momento del relax finale, successivo al dolce, non è lasciato al caso. Difficile da trovare, la carta dei tè, in carta d’Amalfi ed impreziosita da fiori secchi. Custodisce una selezione di miscele, ideali a fine pasto e serviti con cioccolato ed una clessidra che scandisce il tempo di infusione.
Conclusioni
Eolo ad Amalfi è una sorta di balcone sul mare grazie al quale è possibile viaggiare, restando comodamente seduti al proprio posto.
Un ambiente elegante, con un servizio professionale ma non inamidato dove godersi il relax sulla Costa più suggestiva del mondo.
In cucina, dove si predilige una materia prima fresca e del territorio, la mano salda e sicura di uno chef che sa come trattarla, senza mai stancarsi e stancare, grazie a piacevoli guizzi estrosi. Un appuntamento con la cucina da non mancare.
Eolo
Via P.Comite, 3
Amalfi (SA)
Tel. 089871241
info@eoloamalfi.it
www.eoloamalfi.it
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